Finalmente sappiamo come mai Troy Baker non è presente in Borderlands 3, nonostante il suo personaggio, già apparso in Tales from the Borderlands, appaia nel gioco.
Baker ha sin da subito dichiarato di non essere più l’interprete di Rhys, sin dal suo annuncio nel nuovo capitolo della saga come CEO della defunta società Atlas di Jack il Bello. Queste dichiarazioni hanno innescato un acceso botta e risposta via social tra Baker e Gearbox, il cui CEO Randy Pitchford ha dichiarato che fosse stato proprio Troy a rifiutare il ruolo, mentre l’attore affermava di non aver mai rifiutato nessuna proposta, in quanto non gli sarebbe mai stata posta.
In una nuova intervista con VG247, Baker spiega finalmente perché non è stato in grado di lavorare sul gioco: non ci sono mai state richieste drammatiche su retribuzione o controllo creativo, si è trattato unicamente di affari.
Tutto è iniziato con Gearbox che si è avvicinato a Baker per vedere se fosse interessato a recitare nel ruolo, e Baker aveva accettato. Le divergenze sono sopraggiunte nel momento in cui Baker ha avanzato delle richieste per coinvolgere SAG-AFTRA all’interno del progetto, poiché, in quanto membro di spicco, e decisamente attivo nel ruolo sindacale, avrebbe voluto che i diritti dei lavoratori di settore anche all’interno di Gearbox, fossero tutelati dal sindacato.
Pare che a quel punto, a detta di Baker, l’azienda abbia fatto di tutto per rendergli il lavoro sul titolo un vero inferno, di modo da costringerlo abbandonare il progetto, come è poi effettivamente successo.
Baker è membro di SAG-AFTRA, il principale sindacato che rappresenta i doppiatori di videogiochi negli Stati Uniti. Per poter svolgere un lavoro vocale sul gioco, Gearbox avrebbe dovuto firmare un accordo con SAG-AFTRA e rendere ufficialmente la parte vocale del gioco una produzione sindacale, il che significa che gli altri attori principali del gioco avrebbero dovuto essere, o diventare, membri del sindacato.