Nelle scorse ore, l’ultimo capolavoro prodotto da Quantic Dream ha venduto ben 3.200.000 copie. Nessuno in realtà si sarebbe aspettato che un gioco come Detroit: Become Human, che è incentrato sullo sviluppo di una narrazione, avrebbe raggiunto un traguardo simile. Un famoso proverbio recita: “Al cuor non si comanda”. Partiamo proprio da questa celebre fase per capire i meriti che hanno reso questo videogame così amato dalla community, che conta un numero ancor più elevato di giocatori rispetto alle vendite complessive.
Come ho appena accennato, c’è poco da fare quando le emozioni e i sentimenti umani scendono in campo. Il nostro Detroit: Become Human ha saputo emozionare non solo gli amanti del genere dynamic adventure, ma anche i giocatori che ci hanno giocato per la prima volta. Si tratta di un’opera capace di farti gestire in modo del tutto spontaneo le emozioni dei protagonisti.
Kara, Markus e Connor sono tre Cyborg, dotati di una programmazione specifica predefinita in base al lavoro che andranno a svolgere dopo l’attivazione. La loro IA è talmente avanzata da incuriosirli e spingerli a indagare su alcune delle abitudini degli umani. Le emozioni scaturite da delusioni, rabbia, paura, amore e violenza infatti, sono loro sconosciute. La voglia di sentirsi meno sterili ed estranei a questo mondo, li spinge verso un futuro molto più senziente. Interrogando se stessi, i tre sintetici scopriranno valori essenziali, che ironia della sorte sono molto più vivi in loro che negli esseri umani. Questo percorso di crescita interiore spinge il giocatore a riflettere, a valutare dinamiche fortemente attuali e a stimolare la propria sfera dell’empatia. Per cui durante il corso del gioco sarai tu soltanto l’artefice del destino dei protagonisti, destino che sicuramente sceglierai con saggezza.
Giocando a Detroit: Become Human, potrai renderti conto che durante le avventure intrecciate, giocando nei panni dei personaggi principali e passando dunque da uno all’altro, avrai come la sensazione di avere la mente divisa in tre parti. Questo grazie al fattore condivisione che il titolo offre, dandoti l’opportunità di vivere in ognuno di loro sviluppando anche una certa affezione. Se in altri giochi ci sono personaggi non molto simpatici, i cui gli atteggiamenti non vengono da te condivisi, nel caso di Detroit: Become Human questo non è possibile. Sarai tu a plasmare il carattere del personaggio, rendendolo diffidente, violento, impulsivo e così via. In totale liberà avrai la possibilità di intraprendere qualsiasi scelta, dalla più logica alla più insensata, scegliendo di infischiartene o meno delle conseguenze. Ti sentirai un regista, ma al tempo stesso persino protagonista.
Emozioni e libertà: due qualità essenziali che un titolo dovrebbe offrire ai suoi potenziali clienti. E se a queste due parole ne aggiungessimo un’altra, completeremmo in modo definitivo il cerchio: coinvolgimento. Quante volte, mentre giochiamo ci sembra di essere altrove con la mente? Un buon videogioco deve coinvolgere, attirare la nostra attenzione e non solo impegnare il sistema motorio. Detroit: Become Human fa si che il suo pubblico resti incollato alla sedia, sempre attento alla trama, ai dialoghi e agli svolgimenti che le stesse possono intraprendere. Inoltre stimola le tua curiosità, spingendoti in modo piacevole a proseguire il corso della narrazione.
Insomma, Detroit: Become Human è un capolavoro confermato, che senza ombra di dubbio ha saputo regalare intense sensazioni. Esempio distinto che i videogiochi in realtà possono essere fonte di molti insegnamenti. Una giusta morale da sbattere in faccia a chi ancora oggi sostiene che sono diseducativi e che incitano alla violenza. Vivendo le storie di Markus, Kara e Connor, ci rendiamo conto di quanto l’essere umano di base sia cattivo, sempre pronto a sottolineare le diversità e ad auto eleggersi migliore rispetto agli altri. Questo senso di superiorità ingiustificato è alla base della trama di Detroit: Become Human, che mette tutto questo in discussione e ci invita a placare tutti i dissensi e la rabbia ingiustificata a favore della collaborazione, del dialogo e della cooperazione: unici modi che abbiamo per proseguire verso obiettivi comuni di pace e uguaglianza.