Qualsiasi sito d’informazione (autorevole) si voglia prendere per buono, Ghost Recon: Breakpoint ne uscirà sempre con le ossa rotte. Questo semplicemente perché, anche stavolta Ubisoft ha puntato su un Game as a Service non confezionato adeguatamente per il prezzo a cui viene venduto, pieno di bug, microtransazioni e scelte di design infelici.
Secondo Gamesindustry.biz, il titolo è attualmente al secondo posto nelle classifiche EMEAA, ovvero le vendite totali in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia. I numeri si riferiscono principalmente alle vendite digitali. Le versioni fisiche sono conteggiate in una manciata di paesi europei.
I dieci titoli più venduti per la settimana dal 29 settembre al 6 ottobre:
- FIFA 20
- Ghost Recon: Breakpoint
- Grand Theft Auto 5
- The Legend of Zelda: Link’s Awakening
- Borderlands 3
- Marvel’s Spider-Man
- Red Dead Redemption 2
- Just Cause 3
- Crash Team Racing Nitro-Fueled
- Call of Duty: Black Ops 3
Su Metacritic le valutazioni della stampa raggiungono una media di 56 punti su un totale di quaranta recensioni, con le maggiori testate che bocciano totalmente il gioco. Le valutazioni degli utenti sono estremamente disastrose, con un punteggio di 2,6 su 727 pareri. In particolare, viene spesso criticata la forte presenza di microtransazioni che secondo Ubisoft sarebbe solo una piccola svista, ammettendo che forse questa componente sarebbe dovuta essere inserita in un secondo momento.
A questo punto, se noi videogiocatori non fossimo allocchi, ci sarebbe da fare la ramanzina a Ubisoft: probabilmente, fra trailer sponsorizzati su Youtube, video sponsorizzati e commissionati a grandi personalità del web anche in un mercato piccolo come quello italiano e l’utilizzo del volto di The Punisher, Jon Bernthal, la casa francese avrà speso fior e fior di quattrini per il marketing, levando di fatto quelle risorse allo sviluppo effettivo del gioco.
Una situazione paradossale
Il problema è che, se ci si discosta dal punto di vista del cliente, come azienda Ubisoft ha fatto il colpo da maestro, risultando estremamente efficiente. Infatti, e cito la Treccani, “nel linguaggio economico, l’efficienza è la situazione di massima capacità produttiva, e cioè di costi minori possibili, in un complesso industriale, in un’attività commerciale“. Visto che è chiaro che Ghost Recon: Breakpoint sia stato sviluppato in fretta e furia e senza considerare come obiettivo un alto standard qualitativo, un plauso a Ubisoft per essersi approfittata dell’ingenuità dei videogiocatori di oggi, che senza considerare la stampa o venendo ingannati dal bombardamento pubblicitario hanno comunque acquistato il gioco.
Trovo inoltre piuttosto pericoloso questo comportamento in generale. Se infatti la domanda la fa la richiesta, al momento esistono dei videogiocatori che sono disposti a dare poco valore ai propri soldi in cambio di marketing ben fatto, salvo poi ritrovarsi in mano un prodotto scadente solo dopo che hanno sganciato una settantina di euro. Nel frattempo però, Ubisoft ha intascato quei soldi per un pessimo prodotto e visto che questo trend del preorder non accenna a diminuire (Fallout 76 ti ricorda nulla?), ogni acquisto in più è un ottimo segnale dato al publisher per questo tipo di strategia commerciale.
Dovremmo davvero piangerci addosso per questa triste notizia, in cui la diffidenza che ormai s’è creata fra la stampa di settore e i giocatori risulta ampliarsi sempre di più. Chiaramente non dico di dare retta a occhi chiusi a tutto ciò che ti viene propinato dalla stampa, ma neppure il contrario. Ti consiglio piuttosto, ammesso che tu già non lo faccia, di confrontare sempre fonti differenti, di aspettare qualche giorno per vedere video o gameplay, o leggere recensioni in grado di farti capire cosa offre un determinato gioco. D’altronde, a provare i giochi al posto dei giocatori ci siamo già noi redattori, content creator e streamer, spesso pronti a berci il veleno al posto loro.
Piuttosto che puntare indistintamente il dito contro il settore d’informazione dei videogiochi, nonostante di dita in molti casi ce ne siano da puntare una mano intera, è meglio nutrire più dubbi per chi, in un caso o nell’altro prende realmente i soldi grazie ai tuoi acquisti. L’oste di certo, non ti verrà mai a dire che il suo vino è cattivo, ma anzi tenterà di rendertelo il più affascinante possibile finché non lo compri: un po come accaduto per questo Ghost Recon: Breakpoint.