Sir Daniel Fortesque di ritorno dalla terra dei morti… le cose sono cambiate da quando sei partito, il mondo è cambiato, ma i problemi sono sempre i soliti…
Credo che la citazione in questo particolare caso sia più che doverosa per uno degli eroi che hanno fatto, nel bene e nel male, la storia della prima PlayStation di Sony. Sono passati ben 21 anni da quel lontano 9 ottobre 1998, quando sul mercato videoludico arrivò il primo capitolo della serie ispirata alle avventure dell’ossuto Sir Daniel Fortesque, titolo sviluppato dal traballante team di sviluppo SCEE Studio Cambridge.
Per me oggi poterne parlarne è veramente emozionante, perché questo è un titolo decisamente storico sia per Sony sia per tutti gli appassionati che, con il passare degli anni, si sono avvicinati all’universo PlayStation. Io stesso ricordo ancora come conobbi MediEvil e di come mi appassionai all’intera serie arrivando così a giocarne tutti i capitoli. Il titolo firmato da SCEE Studio Cambridge era uno dei giochi “in prova” all’interno dell’iconica Demo 1, caratterizzato da uno stile grottesco, in piena linea con le opere appartenenti all’universo creato da Tim Burton, da una comicità demenziale e da un gameplay impegnativo e dall’alto livello di sfida. Io da bambino faticavo a gestirlo, perché riusciva a incutermi abbastanza paura, con le sue atmosfere cupe, le sue colonne sonore incalzanti e i suoi nemici orribili.
Non passò molto tempo e la stessa software house il 19 aprile 2000 decise di far uscire il sequel del primo capitolo legato a Sir Daniel Fortesque, MediEvil 2, che trasportava il giocatore in una “Gallomire moderna” con nuove incredibili attrezzature da provare e nemici ostinati da sconfiggere.
Dopo il secondo capitolo, della saga di MediEvil non se ne seppe più niente, se non attraverso una Remastered per PlayStation Portable dal titolo MediEvil Resurrection rilasciata l’1 settembre 2005. Questo titolo riportava il vecchio Dan in vita con una veste grafica migliorata e con la presenza di qualche personaggio in più, peccato solo per la pessima gestione dei comandi implementata all’interno del gioco (…il team di sviluppo avrebbe dovuto tenere conto del fatto che PSP avesse solo un analogico).
Dopo questa breve e triste apparizione sulla prima console portatile di Sony, il buon vecchio Dan sembrava essere tornato nella tomba per sempre, senza macchine del tempo o libri magici capaci di riportarlo in vita… fino al PlayStation Experience 2017, quando un certo Shawn Layden dal palco di Sony mostrò una maglietta a tema MediEvil e rivelò al pubblico l’imminente ritorno di Sir Daniel sulla PlayStation 4 di Sony, in un Remake tutto da scoprire. Fu così che lo scorso 25 ottobre 2019 venne rilasciato finalmente il nuovo MediEvil Remake, con un Sir Daniel Fortesque tirato a lucido e pronto a tornare sui lugubri campi di battaglia per salvare (ancora una volta… ) il regno di Gallomire dal perfido stregone Zarok.
Tanto tempo fa viveva nel regno di Gallomire…
… uno stregone chiamato Zarok, arrogante e spietato, che odiava chiunque vivesse in pace. Per questo motivo decise di radunare intorno a sé un esercito di demoni e di attaccare il tranquillo regno di Gallomire per distruggerlo. Alla testa dell’esercito radunato dal saggio Re Pellegrino si trovava proprio il prode (scansafatiche, imbroglione, codardo, incapace, ecc… ) Sir Daniel Fortesque, il quale perì all’inizio della battaglia a causa di una freccia presa nell’occhio sinistro. In ogni caso, la guerra fu vinta dai buoni, di Zarok non se ne seppe più nulla e il prode Sir Daniel venne ricordato negli anni a venire (erroneamente) come un eroe valoroso.
Cosa non riescono a fare i cantastorie e la polvere…
Dopo secoli di pace, Zarok ritornò e decise di muovere guerra nuovamente al regno di Gallomire, ma questa volta utilizzando un nuovo incantesimo capace di riportare in vita i morti, cosa che gli permise così di risparmiare sulla manodopera demoniaca. Con un esercito immortale al seguito e gli abitanti di Gallomire sottomessi, la vittoria di Zarok sembrava ormai certa, sennonché, l’incantesimo riportò in vita anche l’ossuto Dan, il quale pensò di sfruttare l’occasione per redimere se stesso e dimostrare ai posteri che la sua leggenda era vera.
Sulla trama di MediEvil c’è poco da dire, perché è rimasta la stessa di quella proposta nel capitolo originale, capace di fornire il minimo indispensabile al giocatore per cominciare la sua nuova avventura. La trama, ovviamente, risente del peso degli anni, nonostante già all’epoca non spiccasse per la qualità della regia, impallidisce al cospetto di quelle partorite dai nuovi titoli per PlayStation 4. Un elemento che, forse, la migliora e la completa è la presenza del Tomo di Gallomire, una specie di Enciclopedia che contiene al suo interno tutti i personaggi presenti all’interno del titolo e che ne approfondisce il background.
…i problemi sono sempre i soliti, caro Dan!
La mia citazione iniziale non è stata scelta a caso, perché il nuovo MediEvil presenta alcuni problemi che già un tempo ne hanno caratterizzato il capitolo originale, ma di questo parleremo più avanti.
Il nuovo Remake di MediEvil presenta un Design grafico che riesce a resuscitare Sir Daniel e tutta la sua combriccola nel migliore dei modi, riportando alla luce un intero regno con una veste grafica in alta definizione, ricca di colori e di dettagli, che ai giocatori di vecchia data come me, farà sicuramente scendere una lacrima di nostalgia. La cripta Fortesque, la Gola delle Zucche, il cimitero, il villaggio di Gallomire, l’antro di Zarok e tutti gli altri luoghi sono un bellissimo quadro da ammirare e rivivere, ciononostante resta un certo amaro in bocca a causa di un legame fin troppo stretto con le vecchie texture dell’originale, in questi casi Other Ocean Interactuve avrebbe potuto e dovuto osare di più durante la sua opera di restyling del titolo. Paradossalmente in MediEvil Resurrection il lavoro è stato fatto in un modo migliore, basti guardare la sala degli eroi, molto più elegante e illuminata dell’originale, o all’introduzione di Al-Zalam, un genio i cui poteri sono stati portati via da Zarok, il quale fa compagnia a Sir Daniel durante la sua crociata.
Se il design grafico, tra alti e bassi, rende merito all’opera di rinascita, il comparto sonoro è un elemento dall’anima duale che mi ha suscitato non pochi dubbi. Se da un lato i brani riproposti dall’Orchestra Sinfonica di Praga sono un un piacere da ascoltare, o meglio “ri-ascoltare”, come Crypt & Graveyard o Cemetery Hill, e riescono a trasmettere tutte le sensazioni provate dal nostro barcollante eroe, dall’altro lato c’è un doppiaggio che, al netto della nuova voce narrante (la stessa che ha interpretato Gaia, in God of War), è stato completamente riciclato dal capitolo originale con tutti i limiti del caso. Se poi consideriamo che al tempo del primo MediEvil i doppiaggi nei videogiochi venivano realizzati abbastanza amatorialmente, viene anche da rivalutare quello discreto utilizzato per MediEvil Resurrection. Peccato veramente…
Dal punto di vista del gameplay, il nuovo MediEvil porta con sé tutte le luci e le ombre che, nel bene e nel male, fecero la fortuna del fratellone uscito nel 1998. Con una migliore gestione della telecamera, un bestiario ricco e variopinto, un set di armi ed equipaggiamenti che farebbero impallidire Terminator, il nuovo MediEvil riesce a sopperire a un gameplay hack and slash che è rimasto lo stesso del 1998, fatto di: combattimenti in mischia difficili da gestire; fasi platform farraginose e, in alcuni tratti, snervanti; un sistema di gestione delle hit-box impreciso e poco affidabile. La stessa gestione della telecamera, sebbene aggiornata, presenta ancora dei limiti evidenti quando ci si ritrova in sezioni strette come angoli o corridoi, visto che gli oggetti attorno a Sir Daniel non diventano invisibili durante la rotazione, portando molte volte il giocatore a una fine certa e a un Game Over involontario.
Se dal punto di vista tecnico la struttura di MediEvil rispecchia perfettamente quella caracollante del suo secolare protagonista, la longevità del gioco resta di ottima qualità, vista l’introduzione di alcune missioni secondarie legate al recupero di alcune anime erranti da “guidare” verso il paradiso, da portare a termine durante l’End Game. Se poi a questo si aggiunge una difficoltà decisamente alta, specialmente per i neofiti della serie, (…Dark Souls spostati) l’esperienza di gioco ne esce completamente rinvigorita e arricchita.
Cosa rappresenta MediEvil oggi?
Caro lettore,
non essere troppo duro con il buon vecchio Sir Daniel Fortesque e il suo ritorno inaspettato, in fondo, lui e altri titoli della sua stessa età, fanno parte di quell’insieme di giochi che mettevano al proprio centro il gameplay, e non solamente una grafica da urlo unita a una compagine di effetti speciali, come hanno fatto molte produzioni videoludiche degli ultimi anni. Il nuovo titolo degli Other Ocean porta con sé una piccola nota musicale, che spero vivamente si diffonda nel mondo videoludico come una dolce melodia proveniente da un passato lontano e che riesca altresì a entrare (di nuovo) nel cuore di milioni di videogiocatori.
In ogni caso voglio lasciarti con un dubbio… secondo te, come mai per MediEvil non è stata seguita la stessa linea di altri Remake del calibro di Crash Bandicoot o Spyro, dove in una sola collezione sono stati inseriti tutti i titoli della serie? Io penso che il ritorno di Sir Daniel Fortesque non si limiterà sono a quest’ultimo titolo e che le sue avventure non siano ancora finite…