Che Death Stranding fosse nato con l’obiettivo di essere un gioco AAA è fuori discussione. La storia e il gameplay sono ancora un enigma, ma molte cose si possono già dire sulla realizzazione tecnica dell’opera, evitando ogni tipo di spoiler.
Il comparto tecnologico è solido e ben strutturato. Quando Kojima Productions ha iniziato a lavorare sul titolo, il team di sviluppo ha optato, tra le varie opzioni ottimizzate per la console Sony, per il Decima Engine di Guerrilla Games – lo stesso motore grafico che è stato utilizzato per il meraviglioso Horizon Zero Dawn.
La scelta è ricaduta su questo, proprio perché il più adatto a supportare un open world con numerosi effetti cinematografici come Death Stranding. Il gioco infatti punta molto sull’ esperienza esplorativa e sull’ “effetto wow!” dato dai paesaggi. C’è inoltre da dire che per rendere convincenti le trasposizioni 3D degli attori scelti per interpretare i personaggi principali, era necessario un supporto tecnico all’ avanguardia.
La maggior parte peculiarità tecnologiche e visive del Decima Engine sono state sfruttate al massimo, altre invece, come il rendering dell’ acqua sono state addirittura migliorate.
Come Horizon, Death Stranding offre un’eccellente qualità dell’immagine grazie all’interpretazione su misura di Guerrilla del rendering a scacchiera. Il conteggio dei pixel suggerisce la stessa risoluzione di 2160p di Horizon Zero Dawn, con la scacchiera che rimane una delle migliori del settore, con bordi puliti e artefatti minimi.
Questo si combina con un eccellente filtraggio delle texture e un’ottima stabilità temporale, in grado di produrre sequenze cinematografiche che sembrano per quasi tutto il tempo pre-renderizzate. Tuttavia, ogni cosa viene generata in tempo reale anche grazie all’ aiuto di una implementazione al top della tecnologia HDR.
Ciò che impressiona maggiormente, è la coerenza dei dettagli più piccoli e degli scenari su vasta scala. Nulla è stato sacrificato: qualunque parte del paesaggio, da qualunque angolazione, appare infatti realizzata con la stessa cura.
La domanda viene spontanea: PlayStation 4 riuscirà a far girare degnamente un titolo così complesso?
La risposta, sembra essere un netto “sì”, almeno per quanto riguarda PlayStation4 Pro. Il team di Digital Foundry in una lunga video-review mostra nei particolari tutti gli aspetti tecnici del gioco. Ci sono alcuni piccoli spoiler, quindi non guardarlo se preferisci scoprire tutto giocando.
Ciò che colpisce è che in praticamente ogni situazione, si rimane stabili sui 30fps, tranne in rari casi di minima rilevanza. Questo perché anche il Vertical Sync è stato potenziato e ben combinato con il Motion Blur, trasmettendo un feeling di pieno controllo al giocatore.
Tuttavia è nelle cutscene che si è lavorato maggiormente per dare un senso di spettacolarità e fluidità, quindi durante queste, il muro dei 30fps viene spesso valicato. Piccole incertezze le dà invece la camera, rallentando un po’ mentre il gioco invece procede senza intoppi.
Detto questo, sembra che il risultato raggiunto al team di Kojima Productions sia straordinario, spostando ancora un po’ più in alto l’asticella – forse al massimo raggiungibile dalla ormai buona vecchia PlayStation 4 – e creando un nuovo metro di paragone per le produzioni future.