Conoscere le fasi che hanno composto la storia dei videogames più noti, è senz’altro un’operazione di nostalgia che vale la pena affrontare di tanto in tanto. Pong è uno dei primi giochi che negli anni’70 hanno rivoluzionato il modo di intendere il concetto di “passatempo” in casa e con gli amici senza dover necessariamente uscire e spendere soldi nelle sale gioco. L’introduzione di questo titolo con la console dedicata hanno segnato un passaggio importante dal punto di vista sociale, portando con il tempo anche molte polemiche sui videogames che non sono mai del tutto terminate.
La Storia di Pong
Pong è il primo videogioco arcade sportivo che venne commercializzato, sviluppato e prodotto dall’Atari una nota azienda videoludica statunitense fondata nel 1972, lo stesso anno in cui il titolo si affacciò per la prima volta sul panorama videoludico. Fondamentalmente, il capolavoro di Atari è un simulatore di ping-pong che ha come scopo quello di mandare la pallina nella “porta” dell’avversario. Graficamente le racchette erano simulate da un rettangolo bianco e la pallina da un quadrato bianco, il tutto su uno sfondo nero.
La sua storia però, è più complessa. La prima immagine di un gioco di simulazione di ping-pong di cui disponiamo, risale al 1966 ed è stato ideato da un giovane ingegnere Sanders Associates, il quale voleva destinare il televisore a un uso molto più ampio di quello che si era abituati a vedere, ergo, Sanders cominciò ad auspicare la realizzazione della prima console su cui potesse far “girare” il suo gioco; il progetto era molto, forse troppo innovativo per l’epoca e affrontò non poche problematiche risultando difficile da realizzare nell’immediato. Solo nel 1971 il progetto è stato ufficialmente completato e commercializzato dalla società elettronica Magnavox, con il nome di Odyssey la prima console di videogiochi domestica che ha preceduto di circa 3 mesi l’uscita di Pong dell’Atari. Si può tranquillamente affermare che il videogioco ideato da Sanders su Odyssey sia il precursore o l’antenato di Pong.
Odyssey era piuttosto semplice come console, essendo la prima, disponeva di soli due potenziometri ai lati della console, uno controllava il movimento orizzontale e l’altro quello verticale. I controller erano attaccati all’apparecchio tramite cavi e per accenderla bastava inserire la cartuccia del gioco di cui si disponeva, non esisteva un tasto di accensione. I giochi erano dei veri e propri dischetti con impressi dei numeri che venivano venduti insieme alla console e che non presentavano un titolo. Come si può immaginare, la grafica dei giochi era primitiva in bianco e nero.
Quello che diverrà poi, uno dei fondatori dell’Atari, l’ingegnere e l’imprenditore Nolan Bushnell sulla scia del videogioco ideato da Sanders, creò Pong, il primo videogioco arcade detto “coin-op” (attivato a monete) che aggiungeva, rispetto al suo predecessore, vari effetti alla pallina se colpita in un certo modo. Nel 1975, considerando il forte successo che Pong suscitò sui giovani e su tante famiglie, Atari ebbe l’intuizione di far entrare quello stesso gioco nelle case dei consumatori con una nuovissima console. L’idea di base di Atari era portare il classico videogioco da sale gioco nelle proprie case e nel ’75 introdusse sul mercato l’innovativa Home Pong che riuscì a vendere molti esemplari, e nonostante non ebbe il successo di Odyssey, diede il via a un notevole commercio. Pong insieme ai circa 500 giochi prodotti dalla nota società statunitense, hanno avuto un successo notevole perché erano di base giochi adatti alle famiglie.
Emulazioni e cloni
Considerando il suo successo, la Coleco non attese molto prima di ideare un clone di Pong, commercializzando Coleco Telstar (modello 6040), una console di prima generazione basata su un chip (AY-3-8500) che consentiva la riproduzione di diverse varianti di Pong su un comune televisore. Il chip, composto da una serie di circuiti integrati, fu prodotto nel 1976 da General Instrument. Le varianti di Pong proposte inizialmente, erano tre: Tennis, Hockey e Handball.
Anche Nintendo non è esente da questo sistema di “emulazione” di mercato, infatti nel 1977 crea e commercializza Color TV-Game una serie di cinque console che si differenziano solo dal colore e che contenevano varianti del noto gioco arcade, ma con l’introduzione di un elemento molto importante e innovativo ovvero il colore. Ovviamente questa ventata di aria fresca fu apprezzata molto dal pubblico, giocare Pong a colori rappresentava una novità parecchio rilevante per l’epoca. Successivamente ci sono stati altri modelli della console Nintendo di prima generazioni incentrati sopratutto sul noto gioco arcade. Color TV-Game 15 è uno dei modelli più diffusi e il “15” indica null’altro che il numero di versioni di Pong che si potevano giocare.
Conclusioni
Nonostante la tecnologia di cui Pong si serviva fosse più simile all’elettronica digitale rispetto a quella basata sulla matrice di pixel come siamo abituati oggi, questo semplice gioco arcade ha tenuti occupati quasi tutti gli anni’70, direzionando e influenzando il mercato videoludico e dando il via a una sfrenata commercializzazione negli anni successivi. Generazioni e generazioni si sono divertite con questi due rettangolini bianchi senza neanche dover uscire di casa, attendere la fila e spendere monete su monete.