Google Stadia è stata finalmente lanciata, ma cosa significa? Quale sarà l’impatto della console sul lungo termine, quando sarà capace di gestirsi meglio e migliorarsi? Cosa accadrà all’intero mondo del gaming? Perché nonostante il lancio che ha lasciato pareri discordanti, Google Stadia si è sempre presentata come il futuro del gaming, quindi cosa potrebbe accadere in questo apparentemente tempo così distante dal presente? Ci sono varie ipotesi, eccole qui esposte.
Data tracking
Sappiamo tutti che Google vuole sapere il possibile sui consumatori dei suoi servizi, e sicuramente Google Stadia non è diversa. Il data tracking aiuterà sicuramente le varie software house a capire cosa noi videogiocatori vogliamo giocare oppure darà indizi su cosa migliorare nei vari titoli, quali sono le modalità con più affluenza, in modo da poter modificare il gioco in questione in base ai gusti della maggioranza di videogiocatori. Ovviamente questa cosa andrà a minare le minoranze, e le software house saranno spinte a creare titoli sempre più simili tra di loro. Ciò, chiaramente, è l’altro lato della medaglia, e non è affatto positivo.
Non solo, si potrebbe anche vedere la mappatura dei comandi più utilizzata o quanto tempo si riesce ad aspettare per la fine di una cutscene prima di saltarla brutalmente. Col tempo, Google potrebbe imparare a conoscere i gusti di ognuno di noi, creando così delle esclusive che si adattino a quasi tutti. Sì, Stadia avrà delle esclusive. L’azienda americana ha costruito un settore per sviluppare titoli. Che non si venga a dire che Stadia non ne avrà. Diamo tempo al tempo.
Sarebbe carino se il sistema in qualche modo si riuscisse ad adattare al giocatore modificando – per esempio – la difficoltà del titolo, cosa che succede già per altri giochi che hanno la così detta difficoltà dinamica, vedasi Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.
Nuove tecnologie, nuove intrusioni
Ovviamente quando si parla di reti informatiche, è impossibile non parlare anche dei rischi che queste portano con loro. In questo caso, l’avere tutto in questa “nuvola” potrebbe portare ad intrusioni da parte di esterni.
Come ben sappiamo, gli attacchi hacker sono davvero fastidiosi sia per i singoli individui quanto per le aziende. Ovviamente, più il processo ed il mantenimento dei dati avviene da remoto, maggiori saranno le possibilità di essere colpiti.
Quindi la console o comunque la sua gestione dovrebbe avere un livello di sicurezza estremamente alto. È anche vero che stiamo comunque parlando di Google, che ha fatto spesso delle campagne per insegnare agli utenti come difendersi dagli attacchi, ma deve comunque tenere sempre la guardia alta. Una sorta di “aiutati che Dio t’aiuta“.
Il cheating verrà distrutto?
Potrebbe diventare davvero strano chiedersi se qualcuno stia cheattando durante una partita in multiplayer. Il motivo è presto detto: l’unico modo possibile per cheattare sarebbe utilizzare un software esterno che analizzi il feed del gioco (dato che effettivamente quello che abbiamo a schermo è un video) e riesca ad aggiustare l’input dei comandi ottenendo così l’auto-aim, per quanto riguarda uno sparatatutto in prima o terza persona.
Ma generalmente, è davvero difficile non lasciare traccia poiché essendo un servizio in streaming, esiste un enorme database che raccoglie tutti gli input dei giocatori, quindi chiunque provi ad utilizzare vari cheat, lascerà un segno facilmente distinguibile rispetto al resto della massa, dunque risulta più semplice tracciare la persona e fermarla con vari blocchi.
Sarebbe sciocco bannare in modo permanente un giocatore, dato che sicuramente verranno almeno kickati dalla partita. Oppure si potrebbe dare un time-out ed ovviamente costringere il cheater a disabilitare il software che gli permette di barare.
L’immediatezza dell’annuncio dei giochi ed il caso indie
Con questo nuovo sistema sarebbe possibile per un gioco essere rilasciato ed avere all’istante milioni di giocatori, come se fosse un tweet virale. Questa caratteristica andrebbe quasi a “rendere inutile” lo spotlight dato da conferenze come l’E3.
Ovviamente per quanto riguarda i giochi indipendenti, questi non scompariranno, anzi, potrebbero essere spinti ancora di più, proprio grazie all’enorme libreria da sfogliare. In più, grazie alle tecnologie in cloud, questi sviluppatori indipendenti potrebbero lavorare meglio, utilizzando anche servizi forniti in futuro da Google stesso.
Motori grafici come Unreal Engine o Unity dovranno avere (o nel caso non ci fossero, creare) degli strumenti per lo sviluppo basati sul cloud system, permettendo così di lavorare in gruppo online in modo più immediato, ed in più questo sarebbe un modo per spingere più persone a collaborare insieme a prescindere dalla distanza, abbattendo così dei muri.
Esisterà solo il gaming
Non ci sarà più differenza tra PC gaming e quello console, ma si parlerà solo di “gaming”. Non esisterà più il consolaro ed il PCista, ma solo un videogiocatore. In questo senso, il mondo dei videogiochi è andato in direzioni diverse durante questi anni.
La gente all’inizio non avrebbe mai scommesso sul VR, eppure adesso sia i big che gli sviluppatori più piccoli si stanno muovendo in quella direzione: Valve, PlayStation; o basti pensare solo per un secondo al rhythm game Beat Saber. Ovvio, non è molto, ma è un inizio. Così come lo è Stadia.
Sicuramente Google ha il potere economico necessario per migliorarsi, ma deve sapere come e cosa fare. Per dirla in modo spicciolo: non sprecherà soldi in cose che si riveleranno inutili o che non porteranno a nessun tipo di progresso, che sia a livello finanziario o tecnologico. Il gaming è un territorio nuovo per l’azienda americana, e solo col tempo si vedrà sia il vero potenziale della console, che l’impatto che avrà.
Tutte queste parole ovviamente non sono altro che delle supposizioni, delle ipotesi di una videogiocatrice che è aperta alle innovazioni, che è curiosa di vedere “come andrà a finire”.
Viviamo in un momento storico in cui tutto è collegato tramite internet, in cui tutti i nostri dati viaggiano e vengono mantenuti sia in server fisici che in cloud. Perché il mondo dei videogiochi dovrebbe essere diverso? Se vent’anni fa, ti avessero detto di Netflix o di Spotify, ci avresti creduto? Eppure adesso non si va più ad affittare il film oppure a comprare un album musicale (a meno che davvero non si voglia fare collezionismo degli album del proprio cantante preferito), adesso si utilizza la piattaforma streaming.
Per quanto riguarda invece il videogioco, potrebbe cambiare il nostro concetto stesso di hardware, visto che nel caso di Google Stadia non esiste. Quindi la domanda rimane: perché il gaming dovrebbe essere diverso?