Tremate tremate le streghe son tornate! O meglio fantasmi, mostriciattoli e altre creature che infestano una bellissima magione, e faranno di tutto per farci prendere uno spavento! Una dolce ragazzina di soli 11 anni di nome Minerva vaga solitaria nel bosco in una notte buia e tempestosa. E’ in cerca dei suoi genitori perduti, e vagando in lungo e in largo si imbatte in un’enorme magione dall’aria spettrale, e armata solo della sua inseparabile torcia decide di addentrarvisi, ignara delle tenebrose oscurità che troverà al suo interno…
E con questo bellissimo plot che ti do il benvenuto ancora una volta nelle nostre pagine virtuali. Oggi vedremo un gioco che mi ha saputo davvero appassionare, dalla grafica inspiegabilmente tanto carina e pucciosa che va al pari di un gameplay davvero molto arduo e avvincente. Stiamo parlando di Don’t Die Minerva! Titolo sviluppato dal team dei talentuosi ragazzi della software house americana Xaviant, che vedrà la luce dei nostri monitor in versione completa il prossimo dicembre 2019 (non è stato specificato ancora il giorno esatto) nelle librerie Steam.
Ma andiamo con ordine e procediamo con la recensione di questo, interessantissimo, inquietantissimo, nonché dolcissimo gioco.
Trama
E’ una notte buia e tempestosa, e noi vestiamo i panni di Minerva, una dolce (e all’apparenza) innocua ragazzina di undici anni. Ci ritroveremo a vagare di notte in un bosco in solitaria, in cerca dei nostri genitori perduti, e nel bel mezzo della ricerca incapperemo in un’enorme magione dall’aria spettrale. Qualunque persona sana di mente, alla vista di una casa enorme dall’atmosfera spettrale, in piena notte, cambierebbe strada, ma la nostra piccola Minerva no, e decide di addentrarvisi non curante dell’aura di pericolo che la misteriosa dimora emana.
Scopriremo che la casa è stregata (l’ovvietà), e infestata da spiriti maligni, e dopo avere percorso l’adorabile vialetto con annesso cimitero e fontana di sangue, le porte della casa si spalancheranno a noi invitandoci ad entrare. Qui faremo la conoscenza del defunto custode e maggiordomo della casa, che ci accoglierà letteralmente con la sua testa in un piatto d’argento presentandosi come Mr. Butterworth, che si dimostrerà fin da subito molto amichevole nei nostri confronti (offrendoci da bravo gentleman inglese una calda tazza di tè) mettendoci in guardia dai pericoli che infestano la casa, e chiedendo il nostro aiuto per raccogliere dei cristalli di essenze, e ci spiegherà che nel nostro cammino attraverso i vari piani della casa troveremo una fontana, tramite la quale potremo fare ritorno e parlare di nuovo con lui. Tutto molto amichevole e cordiale se non fosse che il buon signorotto inglese ci lascerà con una terrificante frase finale…. “ah, un ultima cosa: non morire Minerva!”.
Gameplay
Dopo i preziosi consigli del nostro caro e spettrale amico Mr. Butterworth, ci ritroveremo catapultati nel vivo del gioco, il nostro obiettivo sarà quello di riuscire ad addentrarci quanto più possibile nei meandri di questa magione infernale, ovviamente senza mai morire. Ed è questa la cosa più interessante di questo titolo, ovvero la morte, infatti se non saremo all’altezza di battere ogni fantasma o creatura che cercherà di prendere la nostra anima moriremo, e dovremo ricominciare tutto daccapo. Devo dire che quest’ultima cosa mi ha lasciato alquanto sorpreso alla prima run, un gioco all’apparenza simpatico e innocuo ma che cela un gameplay degno del più arduo The Binding of Isaac. Proprio come la nostra dolce ma letale protagonista Minerva.
Don’t Die Minerva è un rogue lite basato su dinamiche di gioco di ruolo, il gioco basa tutto sulle “speedrun” di livelli creati proceduralmente (nessuna run sarà uguale alla precedente), e fa del permadeth la sua arma vincente. Inoltre il tutto è ben ottimizzato con un sistema di potenziamenti e di pets molto vario che potremo usare a nostro vantaggio.
Ogni arma, equipaggiamento e “animaletto di peluche” che porteremo con noi sarà differente per rarità e elemento, inoltre potremo ulteriormente potenziare tutto il nostro inventario con gemme elementari che ci doneranno un piccolo bonus in più che potenzierà i nostri attacchi e quello dei nostri piccoli amici di pezza.
Nelle run come già citato avremo modo di “salvare” in qualche modo i nostri progressi, trovando le stanze che racchiudono le fontane di sangue, che ci daranno la possibilità di ritornare al cortile della magione in una sorta di dimensione parallela, dentro il quale potremo parlare con il nostro amico maggiordomo, usare i cristalli guadagnati per sbloccare nuove abilità, e spendere il denaro acquisito in nuovi e più potenti gadget, se nel corso della run moriremo, perderemo i nostri pets e i nostri potenziamenti, ma rimarremo con le abilità sbloccate da Mr. Butterworth fino a qual momento (cosa che risulterà assai utile nel proseguire del gioco).
Grafica
Una nota di merito particolare la voglio dare alla grafica, niente di eccessivamente straordinario, ma il tutto è curato nei minimi dettagli. Dai vestiti della nostra piccola protagonista al design semplice quanto comunque d’effetto dei nemici che alla cura del dettaglio di ogni singola stanza che ci ritroveremo a esplorare (mi sono ritrovato addirittura a osservare ogni singolo ritratto dei defunti avi incorniciati nei quadri di famiglia). Le atmosfere ricordano moltissimo i tratti visionari e grotteschi alla Tim Burton, ma con un tocco di morbidezza e di sobrietà che rimandano in qualche modo ai film d’animazione Pixar, generando uno stile unico e accattivante. La sensazione che si prova è quella di stare dentro un film d animazione di halloween.
Audio
Infine voglio dare una nota di merito anche alla colonna sonora. Sempre presente fin dai primi frame di gioco, un comparto audio davvero eccellente, che dà quel tocco spaventoso nonchè spensierato a tutto il gioco. Motivetti che ti entrano presto in testa, e ti accompagnano anche dopo aver posato il pad e finito di giocare (ne sto canticchiando uno adesso), in più ho trovato davvero carina l’idea di far “canticchiare” gli stessi motivetti ogni tanto anche a Minerva, come se in qualche modo li stesse sentendo anche lei assieme noi e non potesse farne a meno di farlo.
In conclusione
Don’t Die Minerva è un gioco interessante, un simpatico gioco all’apparenza innocuo e facile ma che ci butta brutalmente in faccia un gameplay arduo e impegnativo a lungo andare, le sessioni non si presentano mai noiose, regalandoci ad ogni nuova run un’esperienza diversa, lo consiglio assolutamente agli appassionati del genere e non, un gioco senza troppe pretese che sa regalare tante ore di svago, ma anche mettere alla prova i player più abili.