Quando si aprono le valvole nel locale delle caldaie, esce tanto di quel vapore che tutto ci si può perdere… persino i videogiochi. Questo è quanto sta avvenendo su Steam nelle ultime ore, con quasi mille giochi finiti nel limbo (no, non Limbo, almeno quello è al sicuro). Questa epurazione ha colpito maggiormente i giochi minori, ma le motivazioni precise non sono ancora state divulgate (né, probabilmente, mai lo faranno, per il quieto vivere). L’unico ente a non brancolare completamente nel buio in merito, molto probabilmente, è solo la stessa Valve.
Il conteggio non vanta cifre particolarmente precise, ma stando a Steam Tools siamo intorno al migliaio. Nelle ultime ore sono infatti sparire più o meno mille videogiochi, a prescindere dalla loro tipologia. Il controverso giornalista di settore, nonché opinionista videoludico, Jim Sterling ha condannato il “semaforo verde” di Steam Greenlight a più riprese in passato, a causa di un controllo qualità pressoché assente. Verrebbe da pensare, o quantomeno da sperare, che solo i risultanti shovelware siano stati coinvolti. Purtroppo, pare, non è così.
Anche svariati indie molto apprezzati, infatti, hanno figurato (per modo di dire) tra le “vittime”, come Electric Highways per citarne uno. Quali siano i motivi dietro il massacro metaforico, dunque, è tuttora oggetto di congetture e dibattiti. La spiegazione ufficiale di Valve, frettolosa tanto quanto l’epurazione stessa, allude a “partner che hanno abusato degli strumenti messi a disposizione da Steamworks” senza dilungarsi nei particolari della faccenda.
Ciò che è emerso in seguito, però, è che molti di questi giochi provengono dal publisher russo Dagestan Technology, un nome che figura su svariati titoli che sono stati tolti di mezzo senza troppe cerimonie. Mentre rivolgiamo ai caduti un ossequioso dasvidania, non escludiamo che ulteriori succosi dettagli in merito a quanto accaduto, quasi sicuramente, faranno capolino nelle prossime ore.