Death Stranding per alcuni è stato una delusione (me compreso), ma molte persone fraintendono questa affermazione. Il gioco in se infatti mi è piaciuto davvero molto e al contrario di diversi altri giocatori, non l’ho neanche trovato eccessivamente noioso. Quello che invece mi ha deluso un po’ è stato il progetto nel suo insieme, dalle varie interviste che si susseguivano nei mesi prima dell’uscita, tantissimi critici o personaggi famosi descrivevano Death Stranding come qualcosa di estremamente innovativo (tanti addirittura dicevano che fosse diverse generazioni avanti agli altri giochi).
Quello che invece mi son trovato davanti è, si un gioco diverso e con caratteristiche uniche, ma che non si avvicina neanche un po’ alla rivoluzione che secondo alcuni avrebbe portato nel medium. Sicuramente son rimasto fin troppo vittima dell’hype, ma il problema è che molta gente non riesce ad accettare il gioco per quello che è, ovvero un ottimo titolo, al contempo ben lontano dall’essere un capolavoro. Sicuramente il punto di forza maggiore di Death Stranding rimane l’incredibile cast che ha partecipato al progetto e una grafica davvero bellissima, se non la più bella mai vista su PlayStation 4.
Ci sono però molte pecche che affliggono il combat system che lo rendono fin troppo legnoso e poco pratico. Inoltre molti contenuti presenti nel gioco, son stati realizzati in maniera poco approfondita (possibile colpa di una pressione da parte di Sony?), l’esempio migliore che si possa citare sono le temibili creature arenate. Da un gioco che sembrava dover essere una svolta generazionale, simili sottigliezze non possono e non devono essere perdonate, come giustamente viene fatto anche per altri titoli.
Death Stranding rimane comunque un ottimo gioco con delle idee davvero interessanti e delle meccaniche molto particolari (in quale altro gioco sei un fattorino?). Rimane però il fatto che non è assolutamente il capolavoro che ancora prima dell’uscita moltissime persone volevano farci credere.