Sviluppato da OverPowered Team, Profane rappresenta ciò che qualsiasi hardcore gamer cerca sul mercato.
Vorrei spendere due parole sulla difficoltà sulla quale gli sviluppatori si sono basati per creare questo bullet hell dal ritmo incalzante e per nulla monotono, che offre un livello di sfida che trascina l’utente a migliorare sempre di più i propri riflessi e le proprie strategie.
Sicuramente non gode di una grafica o un’idea innovativa, ma è proprio questo a rendere Profane un titolo che potrebbe uscire dalla nicchia dei titoli indie spesso molto simili tra loro.
Un tempo lontano lontano…
Nel momento in cui si avvia la Story mode di Profane, il video introduttivo racconta la storia di un essere dal potere immenso che creò la terra e la vita su Eonora.
Questo essere riempì il mondo di colori, ma ovviamente un potere così smisurato necessitava di controllo, così creò sette maschere di Araldi le quali avevano il compito di trovare dei ricettacoli a cui trasmettere questo potere. I popolani pregavano i ricettacoli donando tempo (elemento che riprenderemo dopo) per non inimicarsi quest’ultimi.
Scoppiò una guerra tra le sette maschere per via dell’avidità che è spesso leagata al potere, fino a che una di esse non iniziò a divorare le altre maschere uscendo trionfante dal conflitto. Le tribù di Eonora si unirono sotto un unico stendardo per non soccombere alla maschera di Araldo rimasta, sigillandola all’interno di un tempio costruito su un suolo senza tempo.
Passarono i secoli e la maschera imprigionata iniziò ad utilizzare i suoi poteri per sprigionare una nuvola di corruzione che iniziò a far morire la terra, gli alberi e i popoli che incontrava. La nuvola di corruzione raggiunse la terra natia della nostra protagonista, costringendola a scappare in cerca di una cura a questo male, e fu così che si imbatté nell’ultima maschera ancora in vita senza un ricettacolo. Inizia così la storia di Talaal, ultimo Araldo in grado di fermare i suoi fratelli.
Secondi preziosi
Senza dubbio l’aspetto più interessante di Profane è l’utilizzo del tempo. Questo non solo rappresenta la valuta di scambio per i potenziamenti, ma rappresenta anche la linfa vitale della nostra protagonista. Le boss fight che affronteremo avranno un tempo limite che andrà a diminuire come la nostra barra della vita, i poteri a disposizione costano tempo prezioso quindi vanno usati in modo strategico e solamente quando necessario. Ad ogni boss sconfitto riceveremo abilità Arcane, ovvero poteri come il teletrasporto che consumano tempo ad ogni utilizzo, oppure Occulte che rappresentano abilità passive.
https://www.youtube.com/watch?v=q8OmhcV7Tjk
A livello di gameplay, l’abilità dell’utente nel gestire le due levette analogiche separatamente risulta fondamentale e soprattutto importante. Mentre con l’analogico sinistro si muoverà Talaal, il destro fungerà da grilletto e puntamento in quanto spingendo in direzione del nemico partiranno i colpi che andranno a colpirlo infliggendo danno.
Qui possiamo parlare della difficoltà che risulta ostica quanto divertente (i fan di Dark Souls apprezzeranno questa meccanica), con il fuoco nemico che si espande ad area e poche finestre di safe in cui sostare e colpire senza pietà il boss di turno per sconfiggerlo.
Ad ogni colpo inferto il tempo a nostra disposizione calerà drasticamente fino ad esaurirsi, senza però portare ad un game over, ma bensì ad un momento critico in cui un solo colpo può ucciderci senza pietà. Gli sviluppatori hanno puntato molto sull’abilità del giocatore fin da subito, dando l’impressione di essersi ispirati proprio ai titoli From Software per creare la componente gameplay, dato che fin dal tutorial occorre avere riflessi pronti e strategie lampanti per non soccombere immediatamente.
Il comparto artistico risulta abbastanza ricco anche se ad un livello molto base che nel complesso risulta in linea con le caratteristiche del titolo senza stonare del tutto.