Anche se i tempi del marketing “fantasma” di Nintendo limitato alla stampa di settore (chi ricorda il giorno della Prima Comunione?) sono ben lontani, nell’era di Switch sembra che la Grande N sia ancora restia alla presenza massiccia nel settore pubblicitario. A rivelarlo è una ricerca delle compagnie VentureBeat e iSpot.tv, il cui scopo è quello di misurare quanta pubblicità ogni azienda commissioni. Essendo la fine di questo 2019 ormai dietro l’angolo, è il momento migliore per volgere indietro il nostro sguardo e stendere un bilancio.
Sotto i baffi
Le spese pubblicitarie in America per quanto riguarda la Grande N si aggira intorno ai quarantasei milioni di dollari stimati. Per la cronaca, questo è meno della metà del denaro speso dalle rivali Sony e Microsoft, rispettivamente per PlayStation e Xbox; a discapito delle spese contenute, Nintendo ha comunque saputo generare un totale di tre miliardi e settanta milioni di interazioni. Stando a VentureBeat e iSpot.tv, ciò dimostra come spese e interazioni “non sempre” vadano di pari passo.
Investire di più…
PlayStation, dal canto suo, è in cima alla lista dei brand dalle spese più gravose nel corso degli anni, dopo aver sfornato un totale stimato di 108 milioni di dollari e mezzo nelle pubblicità televisive, sebbene abbia abbassato il suo budget quasi della metà (45,51%, se vogliamo essere precisi). Le spese di Xbox, invece, sono inferiori di poco a quelle di Sony: cento milioni di dollari, vincendo però il confronto per quanto concerne le interazioni accaparrandosene 4,8 milioni (un incremento del 186,73%).
… e spendere di meno
In generale, l’industria videoludica ha speso all’incirca trecentodiciannove milioni di dollari negli spot pubblicitari televisivi nel 2019, calando del 14,68% rispetto all’anno scorso. Nello specifico, il decremento degli spot in sé si aggira sul 27,84%, mentre le interazioni sono calate del 16,10%. La maggior parte delle spese è andata nelle pause pubblicitarie sportive, sebbene Nintendo abbia più puntato sugli spot durante Spongebob (7,08 milioni di dollari) che nelle pause del superbowl. Più coraggio in futuro non guasterebbe, specie vista la disinformazione che gira sui videogiochi.