Nel suo percorso di innovazione tecnica, esplorato prima con Nintendo DS e poi con Wii, la Grande N ha voluto mettere a frutto quanto appreso con il flop che si è rivelato essere il Virtual Boy. Il risultato è stato Nintendo 3DS, ovvero la console portatile 3D funzionale (e funzionante). In molti aspetti, il 3DS ha fatto dei punti di forza dei suoi predecessori le sue fondamenta, per poi migliorarli. Mantenendo le feature di Nintendo DSi, il 3DS ha preso il concetto di base di Nintendo DS aggiungendo ad esso una dimensione aggiuntiva, in più di un senso.
Tecnicamente parlando
Di certo, l’aggiunta più impressionante alla console portatile è stato lo schermo superiore, dall’inequivocabile formato in 16:9, capace di mostrare immagini in 3D senza la necessità degli occhialini d’ordinanza, usando una barriera di parallasse capace di mostrare ad ogni occhio l’immagine ad esso destinata. La profondità dell’effetto 3D può essere regolata o disattivata con lo slider sullo schermo superiore.
Questa particolarità ha capovolto completamente il senso di inutilità – o presunto tale, a seconda dei gusti – dello schermo superiore di Nintendo DS, optando invece per dare a ciascuno schermo un ruolo ben definito. Lo schermo superiore serve dunque a riportare l’azione, mentre il touch screen fornisce un input aggiuntivo.
L’eredità di Wii, oltre alla potenza grafica in sé, risiede nel sensore di movimento inserito nella console. Ciò torna utile nei giochi dalla visuale in prima persona, in aggiunta al “Circle Pad” analogico simile a (e molto più grande e maneggevole di) quello che si trovava sulla PlayStation Portable. In aggiunta a queste due feature, la funzione di fotocamera di Nintendo DSi è stata sfruttata a dovere con due obiettivi esterni capaci di scattare fotografie tridimensionali, con un singolo obiettivo interno per dei più semplici selfie.
Sono presenti anche delle funzioni in realtà aumentata che vengono sfruttate da alcuni software, mentre il supporto alla tecnologia Wi-Fi ha ricevuto un doveroso aggiornamento per fare buon uso delle chiavi WPA2, WPA e WEP, precedentemente compatibili solo con i giochi Nintendo DS che le supportavano. Il Wi-Fi può anche ricevere messaggi e notifiche mentre è in standby. Gli odiati codici amico rimangono una caratteristica tipica della console, ma se non altro ora sono limitati alla console, anziché essere diversi per ogni singolo gioco.
L’inizio
Insieme alla console, all’E3 del 2010 – un anno prima del debutto della piattaforma – sono stati rivelati gli sviluppatori delle terze parti che avrebbero supportato questo nuovo 3DS. I nomi di rilievo non sono mancati neanche all’inizio: Atlus, Capcom, SEGA e tutti gli altri. La line-up di lancio della console, sebbene non eccelsa, non ha nemmeno tenuto a stecchetto il suo bacino d’utenza, grazie anche ai titoli scaricabili dell’allora ultima frontiera per gli store digitali Nintendo.
Dopo il canale Wii Shop per Wii e il DSi Shop per Nintendo DSi, nel caso di 3DS è stato il turno di Nintendo eShop, lo store online dalle tinte arancio che tuttora rappresenta una costante fonte di guadagno per Nintendo anche nell’era di Nintendo Switch. Abbiamo appena menzionato i periodi di lancio della console, ma a differenza di Wii e Nintendo DS il supporto di Nintendo eShop è stato vitale per Nintendo 3DS dopo il suo debutto.
L’appeal della console è infatti nato grazie a piccole perle capaci di sfruttare al massimo i punti di forza della piattaforma, mantenendo però un costo contenuto. Nintendo stessa ha saputo dare una spinta ad eShop nella giusta direzione con titoli come Pullblox.
In aggiunta ai titoli originali sviluppati per la console, Nintendo 3DS ha goduto del supporto dell’intera libreria DSiWare (salvo eccezioni), versioni 3D di grandi classici come 3D Classics: Excitebike (che era stato reso disponibile gratuitamente al lancio, onde incoraggiare la vendita della console stessa) e, soprattutto, del servizio Virtual Console, che prevedibilmente ha fornito un parallelismo con l’omonima versione per Wii offrendo un catalogo di giochi per console portatili: Game Boy, Game Boy Color e Game Gear.
Contro ogni buon senso, i giochi Game Boy Advance sono stati esclusi dal trattamento in un tentativo (fallito) di spingere le disastrose vendite di Wii U, ma questa sarà una storia per un altro giorno.
Il servizio Nintendo Video, inoltre, ha permesso a Nintendo 3DS di diventare un terminale con cui aziende estranee al mercato videoludico – ma non a quello dell’intrattenimento – hanno potuto ottenere un po’ di visibilità anche per quanto concerne la tecnologia 3D: video musicali, trailer, cortometraggi, addirittura film in 3D. Il sistema è stato anche compatibile con Netflix e Hulu Plus.
Non tutto quel che luccica…
L’autonomia della batteria di Nintendo 3DS, in calo rispetto alle console portatili precedenti, si aggira dalle tre alle cinque ore quando la funzione 3D è in funzione per un gioco; in altri casi, si passa dalle cinque alle otto ore per un gioco DS, nonché con un gioco per 3DS in modalità 2D. A giungere in aiuto degli utenti meno esigenti in fatto di feature aggiuntive, è possibile – oltre a disattivare il 3D – anche usare una funzione di risparmio energia e mettere la console in modalità aereo.
A penalizzare la console, purtroppo, sono intervenuti due fattori – il primo è stato un region-locking sulla falsariga di quanto avvenuto in precedenza con Nintendo DSi, l’altro invece è stato l’iniziale prezzo suggerito al pubblico. Infatti, si parla di un prezzo sui 250 dollari in America, i 25.000 yen in Giappone, le 220 sterline nel Regno Unito e i 250 euro nostrani. Nessuna precedente iterazione di Nintendo DS ha superato la soglia dei 200, idem per quanto riguarda Wii. I primi mesi di Nintendo 3DS, per quanto non tragicomici come lo è stato il ciclo vitale di PlayStation Vita, sono stati abbastanza tesi.
La cavalleria e l’ambasciata
Le vendite della console, per farla breve, non corrispondevano alle aspettative, tra una line-up di lancio un po’ deludente (il primo fuoriclasse della console, The Legend Of Zelda: Ocarina Of Time 3D, è arrivato mesi dopo l’uscita di 3DS) e un prezzo oltremodo ambizioso, hanno reso necessario un taglio di prezzo. Il biglietto d’ingresso per il mondo del gaming in 3D è stato dunque scontato definitivamente il 12 agosto del 2011, levando di mezzo quell’esoso terzo del prezzo iniziale.
Naturalmente, questo avrebbe inevitabilmente suscitato le ire di chi l’aveva comprata prima di quel taglio di prezzo; Nintendo, prevedendo reazioni di questo tipo, li ha nominati “ambasciatori” della propria ultima console con il Programma Ambasciatori, garantendo loro un accesso anticipato a dieci dei giochi NES che in seguito sarebbero stati resi parte della Virtual Console portatile e a dieci titoli originariamente usciti su Game Boy Advance che invece (come anticipato) sarebbero rimasti esclusivi al trattamento speciale.
Questi ultimi, in particolar modo, sono usciti in sordina solo dopo l’uscita di uno dei giochi per il quale avrebbero semplificato l’attesa: Super Mario 3D Land, novembre 2011.
Dopo il taglio di prezzo, per fortuna, le vendite di 3DS hanno iniziato davvero a decollare: nel mese appena menzionato, le vendite della console in America hanno superato quelle del primo anno del primevo Nintendo DS, per poi salire in testa alle vendite nel settore delle console portatili. Nintendo 3DS ha raggiunto un totale di 75 milioni di unità vendute nel marzo del 2018: cinque volte tanto rispetto a PlayStation Vita, una sconfitta che Sony – come già menzionato – ha attribuito a “un clima inadatto al mercato delle console portatili”.
Aggiornarsi dentro e fuori
Nel settembre del 2011, Nintendo ha annunciato il Circle Pad Pro (o Slider Pad, in Giappone), una periferica con cui vengono aggiunti due tasti dorsali aggiuntivi e una leva analogica secondaria alla console. Il lancio è avvenuto due mesi dopo in Giappone, insieme a Monster Hunter 3 Ultimate che per primo ha supportato ufficialmente l’accessorio.
Nel febbraio del 2012 è stato reso disponibile anche in occidente, in concomitanza con il secondo titolo con esso compatibile – Resident Evil: Revelations. Il dicembre del 2011 è uscito anche Nintendo Postbox (Swapnote in America), una sorta di successore spirituale di PictoChat nonché servizio di messaggistica con un proprio Mii (Nikki) e la possibilità di mandarsi schermate di gioco, ma il suo abuso ha portato Nintendo a sostituirlo con un altro successore chiamato PictoPosta nel 2016.
Dopo un primo anno in rosso a causa delle basse vendite della console, Nintendo ha dato vita nuova alle funzioni sociali di 3DS nonché all’eShop in generale, partendo dalla Lista Amici inizialmente resa disponibile con le copie di Super Mario 3D Land e poi integrata in un aggiornamento del firmware. Questa patch del dicembre 2011 ha anche incluso una funzione di registrazione video per la fotocamera interna, nonché download automatici di demo tramite una delle due funzioni di cui stiamo per parlare.
Prendendo a piene mani dalla “modalità bau bau” vista in Nintendogs per Nintendo DS, la Grande N ha voluto promuovere la socializzazione e uno stile di vita salutare con la funzione StreetPass. Per chi non la conoscesse, consiste nello scambio continuo e costante di dati mentre la console è in standby per tutti i software abilitati. In parallelo a StreetPass, la console vanta una funzione analoga per tutti gli access point del Wi-Fi chiamata SpotPass, che è quella a cui facevamo riferimento poco fa (il download automatico di demo).
Infine, i sensori di movimento della console permettono a un contapassi di tenere il conteggio dell’attività fisica compiuta ogni giorno dal giocatore, accumulando un massimo di cento “monete di gioco” al giorno utilizzabili all’interno dei software che fanno uso di questa feature.
“Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”
A giocare un ruolo non indifferente nella fase di ripresa di Nintendo 3DS è stato anche l’ingresso da parte della Grande N nell’era del DLC, con New Super Mario Bros. 2 nel 2012. In aggiunta a ciò, la seconda “prima volta” di Nintendo è stata anche l’entrata definitiva nel mondo delle versioni digitali di giochi precedentemente disponibili solo ed esclusivamente su cartuccia. I servizi sono in seguito migrati all’infrastruttura online unificata di Nintendo Network, in seguito espansa ulteriormente per amalgamarsi con l’ambiente online di Wii U: Miiverse.
Uno dei punti di forza iniziali di Wii U è stato Miiverse, descrivibile in poche parole come il primo social network di Nintendo. Usando gli account di Nintendo Network (con annessi Mii, da cui il nome della piattaforma social) come profili e i touch screen delle console abilitate come metodi di input per i propri post, Miiverse è in seguito stato integrato anche negli aggiornamenti successivi di Nintendo 3DS, fino al suo smantellamento nel novembre del 2017.
I redesign, dal canto loro, non hanno tardato ad arrivare. Sulla falsariga di Nintendo DSi XL, nel giugno del 2012 è stato annunciato Nintendo 3DS XL, a un mesetto scarso dal suo effettivo rilascio (due nel caso dell’America).
Questo modello (relativamente) economico fa dei suoi schermi più grandi e della sua batteria espansa il proprio punto di forza, ma non è un redesign nel senso in cui siamo abituati ad intenderlo: il suo unico scopo è stato quello di venire incontro agli utenti dai bisogni “oculari” più particolari e di dare una batteria più autonoma a tutti gli altri. Le altre funzioni sono identiche al modello di base, tranne ovviamente il supporto del Circle Pad Pro.
Come è stato più recentemente nel caso di Nintendo Switch Lite rispetto a Pokémon Spada e Scudo, anche per Nintendo 3DS è arrivato un design “più giocattoloso” (e robusto) nel 2013: il Nintendo 2DS, insieme a Pokémon X e Y (letteralmente insieme ad essi: si parla dello stesso giorno).
Tuttora il 2DS rimane una delle versioni più discusse della piattaforma: un ritorno al design “non richiudibile” visto per l’ultima volta con il Game Boy Micro, per favorire una resistenza maggiore della scocca, risparmiando al contempo sui costi dei display usando un unico touch screen e spacciandolo per due schermi diversi (ovviamente, solo la metà inferiore è abilitata).
Il costo era già basso di suo (parliamo di cifre sui 130), prima di scendere ulteriormente a 80 includendo un gioco preinstallato. Come fa presagire il nome, inoltre, Nintendo 2DS mantiene l’aspetto di successore del primo DS (“DS 2”, no?) di Nintendo 3DS, togliendo però ad esso la componente 3D che Nintendo stava già capendo non essere il vero punto di forza della console. Nintendo 2DS è stato mirato ai più piccoli e a chi la visione prolungata dell’effetto 3D è stata sconsigliata per motivi medici.
New York, New York
Il vero redesign di 3DS, però, è giunto solo con il New Nintendo 3DS, ovvero il corrispettivo effettivo di Nintendo DSi nel contesto in cui è stato inserito – ossia lo scopo primario di rimpiazzare, gradualmente ma inesorabilmente, il modello di base.
Il New Nintendo 3DS, spesso abbreviato come “n3DS”, ha una CPU più rapida capace di gestire meglio alcuni giochi (nonché chiudendo Super Smash Bros. for Nintendo 3DS, Pokémon Sole e Luna e Pokémon Ultrasole e Ultraluna senza riavviare la console), un secondo obiettivo interno con cui tenere sempre sott’occhio (gioco di parole non voluto) gli occhi del giocatore per un 3D dinamico (eliminando la necessità di doversi piazzare davanti allo schermo in un determinato modo) e una seconda, minuscola, leva analogica.
Oltre a tutto questo e all’inevitabile espansione dell’autonomia della batteria, New Nintendo 3DS ha anche un supporto alla lettura degli amiibo interno al touch screen. Avrebbero dovuto esserci dei giochi esclusivi a questa versione della console, ma a conti fatti l’unico è stato solo Xenoblade Chronicles 3D.
Il lancio della console è avvenuto in Giappone l’11 ottobre del 2014, e già al lancio la console ha ricevuto due versioni: quella standard, comprensiva di cover intercambiabili, e quella XL. Il prezzo della console è sceso solo dopo che i modelli precedenti di Nintendo 3DS sono andati fuori produzione.
Una “versione 2DS” del New Nintendo 3DS ha sancito la fine della famiglia Nintendo 3DS con il New Nintendo 2DS XL, annunciato il 27 aprile del 2017, fornendo nuovamente un design a conchiglia e mantenendo tutte le caratteristiche del New Nintendo 3DS salvo la funzione 3D. Il 28 luglio dell’anno successivo, il New Nintendo 2DS è uscito in contemporanea mondiale con un prezzo intorno ai 150.
Eredità di una console
A otto (cioè nove) anni di distanza, la famiglia Nintendo 3DS continua a rimanere un pilastro di valore per gli affari di Nintendo che ha aiutato la compagnia a rimanere a galla durante il periodo difficile della sorella maggiore, il Wii U. Nonostante le voci secondo le quali il successo di Nintendo Switch avrebbe rapidamente mandato 3DS in pensione (e visto quanto avvenuto con Nintendo “terzo pilastro insieme a GameCube e GBA” DS, come dare loro torto?), Nintendo ha mantenuto viva la piattaforma per un bel pezzo… fino a quando non ha inevitabilmente annunciato che il doppio schermo sarebbe uscito di scena.
Vogliamo ricordare Nintendo 3DS così: come l’ultimo, grande, grandioso, fenomenale botto con cui il mercato portatile di cui Nintendo è sempre stata indiscussa sovrana ha chiuso i battenti. Una console che tuttora rimane un acquisto più che valido, impreziosita dalla marea di stelle che compongono quel firmamento noto come la libreria di giochi di Nintendo DS, verso la quale, tra parentesi, Nintendo 3DS ha il privilegio di essere retrocompatibile.