Nel Commonwealth britannico, il mercato dei videogiochi in formato fisico sta davvero passando un brutto quarto d’ora. A poche ore di distanza, abbiamo saputo che 19 negozi di EB Games – divisione di GameStop – chiuderanno in Australia, mentre nella cara vecchia Inghilterra lo stesso fato toccherà a quaranta negozi della catena GAME.
Down under
Partiamo dalla prima notizia. EB Games è una divisione di GameStop che vanta 300 filiali sul suolo australiano; diciannove di questi chiuderanno i battenti entro la fine del mese. In una dichiarazione rilasciata a Kotaku Australia, EB Games ha spiegato che “il catalogo di proprietà è monitorato costantemente” e che ha deciso di chiudere un buon numero di negozi “poco proficui” solo “dopo attenta riflessione”. Fortunatamente per i dipendenti degli esercizi commerciali coinvolti, verrà data loro l’opportunità di venire ricollocati nei negozi vicini.
A discapito di queste chiusure, la dichiarazione ha poi menzionato come la catena australiana intende aprire in seguito “negozi più grandi” combinando EB Games con Zing Pop Culture, a sua volta una divisione di EB Games fondata nel 2014 nota anche da noi per aver dato vita a GameStopZing.
Questi negozi ibridi, combinati con la nostra offerta convincente su più fronti, oltre sei milioni di iscritti al nostro programma fedeltà e oltre trecento filiali australiane, vedranno continuare il cammino di EB Games in qualità di uno dei più grandi negozi del settore.
La merce dei negozi coinvolti è prevedibilmente in svendita, con sconti tra il 20% e il 60%. Puoi trovare la lista dei negozi coinvolti su Kotaku.
Game over
Passiamo ora al Regno Unito, dove GAME – l’unica catena di negozi di settore rimasta, ormai – ha dichiarato di voler chiudere 40 negozi in ciò che dichiara essere un “programma di razionamento”. Il colosso dei negozi di settore – che ha superato la sua buona dose di difficoltà e che ora è passato sotto l’ala della catena Sports Direct – ha già avvertito 27 di questi esercizi, dichiarando in seguito che gli avvertimenti proseguiranno anche in futuro.
Le acque sono al momento abbastanza confuse: ieri stesso, una dichiarazione sembrava suggerire che alcuni dei negozi coinvolti si sarebbero comunque salvati.
Stiamo lavorando a stretto contatto con i proprietari terrieri del Regno Unito per assicurarci che ciò che facciamo non vada a svuotare 40 proprietà, che porterebbe a molte perdite sul lavoro. Comunque, stiamo affrontando un mercato molto competitivo e GAME, con la sua ampia copertura di territorio, ha bisogno di ristrutturare e i proprietari dovranno collaborare con noi.
Nello scorso luglio, Sports Direct ha espresso molta preoccupazione nei confronti della possibile sopravvivenza di GAME.
Per gestire al meglio le nostre catene GAME e Belong servirà molta più flessibilità di quanta si è dimostrata possibile sotto l’attuale accordo di cooperazione. In un mercato non semplice, questo accordo non basta a risolvere i problemi che GAME ha di suo. Il cambio strutturale e la continua marcia verso un mercato videoludico puramente digitale avrà un impatto non da poco su chi vende i videogiochi in formato fisico. Questo tipo di mercato è pieno di esempi di esercizi commerciali che non hanno saputo adattarsi abbastanza rapidamente ai bisogni del consumatore in continuo cambiamento. Noi di Sports Direct crediamo che GAME debba diversificarsi e adattarsi al futuro, se deve tenere il passo con una tecnologia in costante cambiamento e se vuole assicurarsi di non diventare obsoleta per i clienti.
Queste parole dure sembrano trovare un riscontro negli eventi attuali. Riporteremo i futuri sviluppi della vicenda.