Sin dai primi anni di vita della serie Doctor Who, in molti hanno provato a creare un videogioco che potesse rendere giustizia al viaggiatore del tempo, dai giochi a 8 bit che risalgono ai primi anni ’80 a una serie di titoli prodotti durante il periodo in cui il Dottore era Matt Smith. Con lo scorso Dottore Peter Capaldi, però, sembrava che tutti avessero rinunciato a proporre il personaggio in ambito videoludico, fatta eccezione per Lego Dimensions. Maze Theory raccoglie la sfida per proporre un’avventura in realtà virtuale in viaggio nel tempo e nello spazio proprio a bordo del Tardis. Non solo la VR ha il potenziale per rendere un gioco su Doctor Who più realistico, ma è anche il modo perfetto per renderlo spaventoso, dove persino la presenza dei Dalek può sembrare minacciosa.
La trama
Anche se è passato solo un anno, sembra passata un’eternità da quando Jodie Whittaker ha assunto il ruolo di dodicesimo Dottore. Il suo ruolo in The Edge of Time è limitato ai doppiaggi e allo strano ologramma che ci parlerà ogni tanto, il che è un peccato visto il tema del gioco. La storia ruota attorno ad un attacco alieno a Londra, ovviamente il Dottore vuole evitare che accada ma poiché è intrappolata ai confini del tempo, sfrutta il suo ingegno per mettere in contatto con noi un normalissimo umano, affinché ci guidi al suo Tardis e permetterci quindi di salvare il mondo. Anche secondo Doctor Who la trama è leggermente forzata, e viene chiaramente usata solo come una scusa per viaggiare in un certo numero di periodi e luoghi diversi. Il nostro obiettivo sarà quello di raccogliere tre cristalli che si trovano in tre diverse posizioni: a bordo di un’astronave abbandonata, nella Londra vittoriana e su un pianeta alieno invaso dai Dalek.
Il gameplay
Il gameplay del titolo è tutto basato su puzzle ed enigmi da risolvere, il tutto senza una vera e propria guida che possa aiutarti a capire il passo successivo da compiere, il che a volte porta a enormi sprechi di tempo nel tentativo di capire cosa fare. Sin dall’inizio otteniamo l’uso del favoloso cacciavite sonico, che funziona perfettamente in un gioco VR come questo proprio per la sua capacità di interagire con qualsiasi cosa semplicemente puntandolo verso di essa, il che lo rende concettualmente identico al nostro controller.
Il vero problema affiora però nella risoluzione degli enigmi; molto spesso ci ritroveremo a risolvere situazioni tipiche dei primi giochi disponibili al lancio dei visori per la realtà virtuale, i quali ancora non avevano sfruttato appieno le capacità del VR, ci troveremo quindi a cercare di scollegare dei cavi elettrici colorati secondo un ordine preciso oppure a cercare il codice di un lucchetto in giro per una stanza. Il tutto risulta quindi scialbo e decisamente monotono viste le potenzialità di un mondo come quello del Doctor Who. Inoltre non aiuta una velocità di movimento estremamente ridotta, che non può essere aggirata nemmeno tramite teletrasporto visto che questi è provvisto di cooldown dopo ogni utilizzo. Bisogna però dare merito agli sviluppatori di aver saputo cambiare marcia nei momenti in cui il gameplay assume toni horror grazie alla presenza degli Angeli Piangenti. In questi frangenti il gameplay lento diventa particolarmente azzeccato e ansiogeno, permettendo di godere appieno della tensione del momento.
La Grafica ed il sonoro
La prima cosa da dire è che, nonostante alcuni pop-in appariscenti, la grafica è davvero impressionante per essere un gioco su PlayStation VR, sia per quanto riguarda le textures che per la mole di poligoni utilizzati nei modelli. Sbirciare all’interno del Tardis mentre sei ancora fuori dalla porta sembra incredibile, e riesce a restituire quel senso di meraviglia che ogni personaggio dello show prova quando vi entra per la prima volta, scoprendo quanto sia più grande il suo interno rispetto alla cabina della polizia che si vede all’esterno. Come già detto prima, anche tutte le parti orrorifiche in presenza degli Angeli e dei Dalek sono incredibilmente ben realizzate e sanno donare la giusta atmosfera al titolo.
Anche la colonna sonora accompagna bene il gioco, grazie ad un comparto audio preso di peso dalla serie tv e riportato nel gioco tale e quale, sia negli effetti che nelle musiche.
Conclusione
Doctor Who: The Edge of Time è un titolo per VR che saprà sicuramente appassionare tutti gli amanti della serie BBC, anche grazie a un comparto tecnico ben realizzato. Purtroppo il titolo inciampa proprio su un gameplay banale e ripetitivo che gli impedisce di distinguersi a dovere.