Dopo la notizia del ritardo di Cyberpunk 2077, CD Projekt RED ha annunciato anche che i dipendenti subiranno del crunch time per fare in modo che il titolo arrivi sulle nostre console e PC in tempo.
Il co-CEO di CD Projekt RED, Adam Kiciński, ha risposto ad alcune domande durante una teleconferenza che è stata trascritta. Qualche partecipante ha chiesto al CEO se la software house avesse nei piani di assumere più sviluppatori e se ci sarebbero state ore di crunch per ultimare il gioco, visto che è stato rimandato durante le battute finali, l’uomo ha risposto:
“Siamo ok. Abbiamo un team che lavora bene. Siamo davvero alla fase finale […] quindi in termini del team per Cyberpunk 2077, siamo apposto. [..] Stiamo cercando di limitare il crunch time quanto più possibile, ma è lo stage finale”.
Per coloro che non sappiano cosa si intende per crunch time, questo è un termine utilizzato quando qualcuno lavora ad un certo progetto per così tanto tempo che diventa non salutare. Per esempio si lavora nei giorni di riposo, oppure invece di otto ore ne lavorano di più. Alcuni esempi di software house che hanno utilizzato questo sistema sono:
- Naughty Dog, i cui alcuni dipendenti hanno rotto il silenzio e diffuso le loro storie;
- Rockstar North, i cui dipendenti hanno raccontato di aver avuto 100 ore di crunch time per lo sviluppo di Red Dead Redemption 2;
A questo punto è stato chiesto a Michał Nowakowski se Cyberpunk 2077 fosse stato rimandato a settembre per evitare le vacanze estive, la risposta è stata:
“Direi che abbiamo abbastanza tempo per ultimare il gioco come vogliamo, e per assicurarci che ci sia la qualità voluta all’interno del videogioco”.
Quindi, tra un ipotetico multiplayer in arrivo nei prossimi anni ed il lancio spostato al 17 settembre, speriamo che il team di CD Projekt RED non soffra.
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