Claire Murdoch, direttore del National Health Service (NHS) inglese, ha riacceso la controversia sulle loot box con un rapporto in cui si afferma che queste spingano, in maniera subdola e poco riconoscibile, i giovani a giocare d’azzardo, e di conseguenza li introducano a quel mondo.
Claire Murdoch in merito ha poi dichiarato:
Francamente nessuna azienda dovrebbe introdurre i bambini alla dipendenza insegnando loro a giocare d’azzardo sul contenuto delle loot box. Il fatto che si possano comprare delle ricompense casuali, rende a tutti gli effetti l’acquisto delle loot box uguale ad una scommessa, quindi ritengo che questo sistema di monetizzazione all’interno dei videogiochi dovrebbe essere vietato.
Le loot box attualmente non sono regolate dalla Commissione di gioco d’Inghilterra unicamente perché, una volta ottenuta la ricompensa casuale, questa non può essere ulteriormente monetizzata. Il rapporto stilato dall’NHS definisce questa situazione come chiaramente difettosa, in quanto le ricompense trovate nelle loot box non possono essere vendute direttamente, ma è facilmente riscontrabile come questa limitazione venga aggirata grazie alla vendita di interi account utilizzati solo ed unicamente per questo motivo.
Sicuramente le loot box continueranno a rimanere al centro dei dibattiti di diverse nazioni fino a che non si troverà la maniera di regolamentarne i meccanismi in maniera chiara e trasparente. Questa meccanica è ormai sulla bocca di tutti da svariati anni, ed ha subito qualche variazione in vari paesi europei, in cui sono state rese visibili a schermo le percentuali che riguardano le ricompense utili dentro le loot box, affinché si sappia quante probabilità ci sono di trovare proprio l’oggetto che ci interessa prima di acquistarne una, oppure in alcuni paesi il sistema di monetizzazione è stato direttamente bandito.
Rimane un dato di fatto che questa meccanica stia via via scomparendo dai nuovi titoli in uscita, che preferiscono evitare il polverone che le loot box inevitabilmente sollevano, in favore di meccanismi di monetizzazione più semplici e maggiormente accettati.