Il lavoro del recensore spesso è difficile; specialmente quando ci si confronta con quelli che per l’intera comunità sono “mostri sacri”, bisogna fare sempre la massima attenzione e cercare di essere obiettivi, nel bene e nel male.
L’analisi di un titolo non sempre termina con la recensione, spesso si continua a valutarlo nell’arco del tempo; dal momento che solo gli stolti non cambiano idea, oggi voglio parlarti dei nodi che sono venuti al pettine di FIFA 20.
In soli 4 mesi, l’ultima iterazione della serie targata EA Sport è riuscita a trasformarsi nel peggior capitolo della serie, un bancomat per EA senza alcun rispetto dei giocatori.
Per il colosso californiano, il capitolo annuale di FIFA è sempre un gol a porta vuota; la modalità Ultimate Team da sola guadagna più di tante altre proprietà intellettuali del gaming.
Non voglio dire che lo sviluppo dei titoli della serie sia una facile, ma se esistesse qualcosa di semplice dovrebbe essere proprio FIFA.
Sono talmente tanti i guadagni (praticamente a scatola chiusa) che non ci si può aspettare meno di un buon gioco; il che rende preoccupante il modo in cui EA ha gestito FIFA 20 sin dalla sua uscita.
Da accanito giocatore della modalità carriera, mi piacerebbe parlarne. Purtroppo non c’è nulla da dire al riguardo: la verità è che a EA non interessa questa modalità e non ci lavora da anni. Dal momento che non hanno mai alzato un dito per sistemare le problematiche che affliggono la modalità, l’unico modo per poterla giocare con relativa traquillità è utilizzare un PC e caricare alcune ottime mod disponibili in rete.
E’ inutile quindi soffermarsi sulla carriera.
A questo punto, molti appassionati di FIFA converranno che a fare la differenza rispetto al più realistico PES di Konami è la già citata modalità Ultimate Team. Il rivale giapponese è praticamente perfetto sul campo, mentre il contorno è ancora migliorabile.
Se c’è una cosa che FIFA ha sempre fatto bene sono i menu, sempre molto semplici e intuitivi.
In FIFA 20 i menù sono l’unica cosa user friendly fatta da EA
Le microtransazioni e l’Ultimate Team
Se avessi passato gli ultimi 10 anni ibernato, sappi che la modalità Ultimate Team consente ai giocatori di costruire la propria squadra selezionando i migliori giocatori al mondo per competere sia online che offline. La appeal principale è dato proprio dalla possibilità di costruire la squadra più forte al mondo, così da vincere agevolmente le partite.
Ci sono varie strade da seguire per migliorare la squadra, una delle quali arricchisce nettamente EA: acquistare i famosi pacchetti. Nel corso degli anni sono state utilizzate varie tattiche per convincere i giocatori a spendere i propri soldi all’interno del gioco, ma FIFA 20 porta l’avidità di EA ad un livello totalmente nuovo.
Anche se acquistare i pacchetti è senza dubbio la strada più semplice e rapida per assemblare una grande compagine, ci sono altre strade percorribili, a patto da avere tanto tempo da dedicare al gioco. Il modo migliore per guadagnare un bel po’ di monete in-game e acquistare i giocatori senza passare dalla lotteria dei pacchetti è il mercato.
Fondamentalmente, il mercato trasferimenti funziona come la borsa. Tutti i giocatori possono essere listati e le loro quotazioni sono soggette a svalutazioni o rivalutazioni; i giocatori più smaliziati potranno quindi speculare, acquistando i giocatori ad un prezzo basso, rivendendoli successivamente con un margine di guadagno.
Occorre sempre una buona dose di fortuna, ma con un po’ di applicazione si possono ottenere risultati interessanti.
O, almeno, così funzionava fino all’anno scorso. Gli scambi sono sempre presenti, ma EA ha fatto tutto quanto in proprio potere per controllare il mercato. Spesso i giocatori “investitori” rimangono con calciatori invenduti perché EA ne ribassa costantemente il valore attraverso i lightning round.
Per farla breve, si tratta di pacchetti promozionali a tiratura limitata in cui EA mette in vendita i migliori giocatori; di conseguenza, i giocatori che li trovano possono rivenderli a prezzi modici, facendo crollare le quotazioni.
Per i giocatori casuali non è necessariamente un male. Prendiamo il caso del giovane attaccante del Manchester United, Marcus Rashford: al lancio del gioco, il prezzo del suo cartellino era di 90.000 monete, abbastanza elevato se consideriamo che la sua valutazione complessiva è di 83. Oggi il prezzo è sceso a 8.000, all’apparenza una gran cosa. Non sarà un top player, ma sicuramente è un giocatore schierabile
Chiaramente, se vuoi giocare in maniera competitiva ti serviranno i migliori giocatori. Con un mercato così altalenante, serve tempo che molti giocatori non hanno.
Il gioco come alternativa alle microtransazioni? No, grazie
L’alternativa rimanente è quella di giocare, che sicuramente dovrebbe essere la ragione per la quale si acquista un titolo, che sia FIFA o altro.
Nemmeno su questo EA è d’accordo.
Da un gioco con i numeri di FIFA ci si aspetterebbe di trovare dei server di qualità, in grado di supportare l’enorme mole di giocatori.
Diversamente, EA preferisce incassare quei soldi senza investirli, sapendo che i giocatori ci sarebbero comunque.
Il risultato è una delle peggiori esperienze online del 2020.
Il calcio è un gioco veloce, in cui il tempismo e l’abilità sono indispensabili. Questo, con i server approntati da EA, è spesso impossibile. Il ritardo nei comandi rende anche il passaggio più semplice una lotteria, e anche quando il gioco riesce a funzionare non si ha l’impressione di giocare realmente.
E’ come se EA prendesse in giro i fan, mettendoli alla prova per vedere quanto sono disposti a sopportare.
Anche se non ci fossero questi problemi, EA si è impegnato per rendere l’esperienza ancora peggiore. Accedendo all’online ci sono le partite a squadre e i match rivali: oltre le modalità competitive sono le uniche opzioni disponibili.
La modalità rivali teoricamente dovrebbe fare un matchmaking tra giocatori dello stesso livello, tuttavia EA ha inserito dei giocatori chiave da sbloccare vincendo i match rivali.
Il risultato è che tanti giocatori esperti scendono di livello per demolire i giocatori meno abili. Nessuno si diverte, alla fine.
Rimangono quindi le battaglie a squadre, che molti giocatori trovano noiosi e la weekend league, che teoricamente fornisce ai giocatori delle ricompense sulla base del numero di partite vinte, sotto forma di pacchetti pregiati e giocatori appartenenti al Team Of The Week.
Aggiungiamo a tutto questo gli errori di EA
Solo che, qualche settimana fa EA ha commesso degli errori con la squadra della settimana, dando ai giocatori calciatori di livello più basso.
E questi non sono purtroppo gli unici problemi di FIFA 20; durante il primo mese di vita, le cose sono andate talmente male che i community manager sono stati assaliti su Twitter. Per quanto certi atteggiamenti sarebbero da evitare, pensi che gli sviluppatori abbiano fatto qualcosa per placare la rabbia dei giocatori?
No, si sono limitati a creare un account separato per le comunicazioni, senza utilizzarlo granchè. Decisamente non è il comportamento migliore da adottare con gli utenti.
Il problema più grande forse siamo proprio noi utenti, in fondo. Non importa se FIFA è pessimo come gameplay e contenuti, EA continua lo stesso a fare vagonate di soldi.
In un singolo lightning round durante il Black Friday hanno guadagnato qualcosa come 20 milioni di dollari: in buona sostanza non conta quanto sia pessimo il gioco, i giocatori continueranno a spendere soldi.
La cosa grave è che ci vorrebbe poco per confezionare un prodotto nettamente migliore, come ci dimostra il Madden Ultimate Team dell’omonimo gioco, sempre di EA. Nulla di paragonabile con FIFA, nonostante sia rivolto ad un pubblico più ridotto.
Ai tempi della recensione, pur riconoscendo la superiorità di PES 2020, diedi a Fifa 7.5, in gran parte considerando come cuore del titolo l’Ultimate Team.
Se potessi recensirlo di nuovo, dopo le ore passate con la modalità VOLTA, dopo i comportamenti di EA e visti tutti i problemi sorti nel frattempo, penso che rivedrei quel voto al ribasso.
In un migliaio di parole ho menzionato solo alcuni dei tanti problemi di FIFA 20; non sono ritornato sul gameplay e la poca profondità di VOLTA, non ho menzionato di quando EA diffuse i dati sensibili dei giocatori a ottobre.
Per non dire di come hanno annunciato una grande stagione con tante novità e poi hanno reso il tutto il più noioso possibile.
La sensazione globale è che in EA non interessi più di tanto concentrarsi su FIFA, o semplicemente sono incapaci.
FIFA 20 era un titolo con un gran potenziale al lancio, da allora EA non ha fatto nulla per mantenere le promesse, distruggendo invece l’esperienza Ultimate Team.
Normalmente noi di iCrewPlay chiudiamo gli articoli ricordando le piattaforme per cui un titolo è disponibile, talvolta indicando eventuali offerte. Stavolta, in tutta onestà non me la sento. Non comprare FIFA, non regalare i tuoi soldi a EA. Non li merita, almeno non per FIFA.