Ho parlato a più riprese degli shoot-em-up, ovvero la categoria degli sparatutto “a navicella” tipici degli albori del gaming. Per farlo, nelle mie scorse recensioni ho citato gli esemplari più vecchi del genere, ma nell’inatteso scenario di oggi mi trovo a recensire proprio uno di loro.
Verrebbe quasi naturale pensare che le prime vere “console wars” abbiano coinvolto il Sega Mega Drive come unico rivale di rilievo dell’allora incontrastata sovranità di Nintendo, ma in realtà molti ignorano l’esistenza del predecessore Sega Master System. Durante l’era del primo Nintendo Entertainment System, Sega era già in attività per volere una fetta della torta. Per farlo, aveva bisogno di qualche mascotte; e mentre Nintendo aveva Mario dalla sua, Sega rispose con Alex Kidd.
Quest’ultimo, tuttavia, era ben lontano dall’essere l’unico volto noto di Sega. Nel corso degli anni ’80 infatti ebbe modo di farsi un nome anche Opa-Opa, la bizzarra navicella vivente del classico – ma spesso sopravvalutato – shoot-em-up chiamato Fantasy Zone. Ed è proprio di lui che parliamo oggi, in una versione tutta nuova targata M2: Sega AGES Fantasy Zone.
New Alex Kidd on the block
Non abbiamo molto da dire in merito alla trama o presunta tale: “Molto tempo fa, nello spazio lontano, esisteva una ‘zona fantasy’ dove il coraggioso eroe Opa-Opa (il giocatore) combatteva per una giusta causa per salvare la ‘zona fantasy’ dai suoi nemici”, questa è la premessa minimalista (tradotta dall’inglese, unica lingua disponibile) che dovremo farci bastare. In tal senso, questo classico è un autentico figlio del suo tempo.
In compenso, possiamo sviscerare ulteriormente l’eredità lasciataci da questo titolo. Fantasy Zone non è esattamente ignoto agli amanti di Sega, ma di certo lo sarà ai giovincelli di oggi. Nato come risposta a Gradius di Konami, a prima vista Fantasy Zone ha ben poco da spartire con il titolo appena citato. Indubbiamente, le tinte pastello del gioco sono state scelte proprio per distinguere Fantasy Zone dall’allora omogenea concorrenza, fatta prevalentemente di sparatorie cosmiche.
Questo porterebbe chiunque a non aspettarsi uno sparatutto, ma si tratta pur sempre di Sega: già in tempi non sospetti, l’azienda sapeva cosa stava facendo. Iniettare un po’ di stile e di fascino in un genere saturo era esattamente ciò di cui gli shoot-em-up avevano bisogno. Fantasy Zone, insieme a TwinBee di Konami, diede i natali al sottogenere che oggi abbiamo unanimamente ribattezzato “cute-em-up”.
Il gioco ha anche ricevuto alcuni seguiti e spin-off, ma l’apparizione più recente di Opa-Opa come personaggio vero e proprio risale al primo Sonic and Sega All-Stars Racing, dove la navicella sfoggiava il suo design classico in un’inedita variante poligonale. Al di fuori delle riedizioni dello stesso team di sviluppo M2 su Nintendo 3DS, però, Fantasy Zone come serie è tornata in letargo.
“Opa, Opa-Opa, Opa SEGA style!”
Ovviamente, non si tratta di un semplice sparatutto in orizzontale. Qui abbiamo a che fare con una totale libertà di esplorazione, in modo non dissimile da Defender di Williams Electronics. Puoi procedere nella direzione che più ti aggrada, distruggendo le varie basi sparpagliate qua e là per la mappa e abbattendo i nemici (nonché evitandone i proiettili) esattamente come faresti in ogni altro sparatutto. Una volta distrutta ogni base, dovrai fare lo stesso con il boss. Chi ha giocato a Graceful Explosion Machine su Nintendo Switch sa bene di che struttura non-lineare stiamo parlando.
Il giocatore ha a disposizione proiettili normali e bombe. Anziché raccogliere armi e upgrade durante il gioco come in qualsiasi shoot-em-up, questi elementi si possono ottenere in un negozio apposito dove spendere il denaro lasciato cadere dai nemici. Questo dà al gioco un’identità estremamente unica e ben lontana dagli sparatutto del tempo, a discapito di uno schema di colori troppo stucchevole per adempiere ai gusti di tutti (ma ricco di fascino proprio per questo).
Come spesso avviene con i giochi di vecchio stampo, dovremmo specificare che la difficoltà non va molto per il sottile: Opa-Opa morirà istantaneamente anche solo sfiorando uno qualsiasi dei nemici. Naturalmente, trattandosi di una versione concepita espressamente per il pubblico moderno, è possibile effettuare dei salvataggi in ogni momento, ma questo è come sempre un mero espediente per aggirare il problema piuttosto che una soluzione (sempre se possiamo definirlo un problema). In particolar modo, i già citati negozi appaiono come palloncini sulla mappa di gioco; basta toccarli per accedere al menù di acquisto delle varie armi, ma è decisamente più facile a dirsi che a farsi.
La domanda sorge spontanea: in cosa si distingue la versione per Nintendo Switch, dunque? Se hai già giocato a uno qualsiasi dei Sega AGES sviluppati da M2 non dovrebbe sorprenderti ciò che troverai qui. Prevedibilmente, c’è la versione arcade originale emulata con tutti i crismi con i quali M2 ha saputo viziarci, e come da copione funziona alla grande. Si tratta del gioco arcade originale, sebbene con la possibilità opzionale di selezionare i livelli una volta completati.
La vera star, piuttosto, è la nuova modalità Upa-Upa. Quest’opzione inedita cambia le carte in tavola eliminando in toto il sistema di armi e upgrade. Il giocatore può invece cambiare liberamente tra armi diverse e bombe usando i tasti dorsali, o almeno finché possiede l’oro necessario allo sblocco di un’arma specifica.
Ogni preoccupazione secondo la quale il gioco possa diventare eccessivamente facile viene smentita dal consumo dell’oro ad ogni colpo sparato, direttamente proporzionale alla potenza di ogni singola arma. In pratica, questo si traduce in una maggiore enfasi sull’eliminazione dei nemici più piccoli e delle basi per accumulare quanto più oro possibile. Ogni upgrade viene applicato prima di iniziare, anziché durante il gameplay.
Questo, in tutta franchezza, rende il gioco molto più godibile, piuttosto che facilitarlo e basta. Lo “scotto da pagare” per avere ogni arma è l’opportunità di sperimentare con tutto ciò che il gioco ha da offrire. Come feature complementare, abbiamo una minimappa che ci mostra dove apparirà ciascuna base anziché indicarla genericamente come “nei paraggi”. La mappa è disponibile anche nella modalità Arcade.
In aggiunta a quanto detto finora, c’è anche una modalità Attacco al Tempo, che sembrerebbe più blanda rispetto alla modalità Upa-Upa (e non diverte allo stesso modo). Tuttavia, M2 è riuscita ugualmente a renderla intrigante. Per iniziare, non c’è alcun tipo di punteggio: questa decisione è mirata a rendere inutile (oro a parte) l’abbattimento dei nemici più piccoli. Inoltre, l’unico tempo di cui il gioco tiene conto è quello impiegato a demolire ogni base e a raggiungere il boss, facilitando il tutto nelle fasi esplorative altrimenti dispersive. Il gameplay di base è identico alla modalità Arcade in ogni altro aspetto, ma fa piacere vedere una prova a tempo così ben congegnata.
A parte questo, tutto il resto dovrebbe essere molto familiare a chiunque abbia giocato gli altri Sega AGES di M2. Le modalità visive consistono nella consueta scelta tra quattro terzi e sedici noni, mentre sebbene la nitidezza non sia ottimale, il filtro per rimuovere le scanline è indubbiamente sopra la media. L’opzione “Normale”, in particolar modo, è la più raccomandabile in modalità portatile.
Ciò detto, non avrebbe fatto male includere le altre versioni casalinghe del gioco, come la già citata versione per Sega Master System. M2, d’altronde, tende a concentrarsi su singole versioni specifiche di alcuni giochi, con la sporadica eccezione del port per Sega Mega Drive con la versione AGES di Ichidant-R. Stupisce anche la scelta di escludere il remake di Fantasy Zone II sviluppato in passato dallo stesso team di M2, sebbene ciò aprirebbe la possibilità di vedere il seguito in separata sede nei prossimi mesi.
Planimetria di una navicella
Passiamo alle valutazioni più tecniche, partendo come sempre dal motore grafico. Abbiamo già parlato delle varie migliorie apportate all’estetica del gioco, ma dovremmo anche spendere due parole in merito al prodotto di base. Sorprendentemente, grazie anche a uno stile d’indubbio impatto ancora oggi, il gioco sembra non essere invecchiato di un giorno. Ciononostante, l’intento “sovversivo” con cui il gioco mirava a distinguersi oggi manca del suo contesto originario, e pertanto potrebbe non essere apprezzato. Discorso inequivocabilmente diverso per l’interfaccia che circonda i bordi dello schermo, ricca di dettagli utili e gestita magistralmente.
La musica non ha molte pretese, e semplicemente si limita a fare il suo lavoro – al di fuori dei brani inediti per i menù, c’è una melodia per ogni mondo, una per i negozi e una per i boss. Si tratta senza dubbio di composizioni orecchiabili, ma forse un pochino troppo anonime per entrare a far parte del nostro repertorio fischiettante. Chiaramente la mia è un’opinione altamente soggettiva, e chiunque sia affezionato particolarmente a questo gioco è liberissimo di dissentire.
La longevità lascia un po’ il tempo che trova: si tratta pur sempre di un gioco dalla spiccata anima arcade, e come tale tiene impegnato il giocatore a lungo perlopiù sulla sola base di una difficoltà elevata. A reggere la baracca, tuttavia, sono le modalità alternative presenti nell’offerta, capaci di cambiare le carte in tavola quanto basta da venire incontro alle esigenze di una larga fetta di giocatori. In tal senso, M2 ha svolto un lavoro encomiabile: non si può reinventare la ruota da un giorno all’altro, ma di certo si possono trovare modi diversi di farla girare.
Il che ci porta inevitabilmente a dare un giudizio conclusivo al gameplay. Le variazioni sul tema, unite a una vasta gamma di opzioni, permettono al titolo di fornire al giocatore molti modi differenti di gestire la propria esperienza di gioco. Ciononostante, la premessa di base rimane quella: Fantasy Zone vive di esplorazione, nemici da abbattere e tanti, tantissimi proiettili da schivare. Ironicamente, questo classico non vanta l’agevolazione dell’hitbox al centro della nave, che rende i bullet hell più gestibili di un titolo che precede il loro genere. Se sai a cosa potresti andare incontro e sei disposto ad accettarlo, Sega AGES Fantasy Zone – per quei sette euro che chiede – ti ricompenserà lautamente.