Ammetto che subito dopo aver aperto la mail che mi avvisava dell’arrivo di un nuovo gioco da recensire, nel leggere il titolo in questione, ho immediatamente sperato che non si trattasse di un rhythm game; genere che per un motivo o per un altro non ha mai catturato la mia attenzione. Inutile dire che le mie speranze si sono ben presto rivelate essere piú che vane.
Nonostante questo peró, la curiosità mista all’idea di misurarmi con qualcosa che fosse lontano dai miei gusti abituali ha preso il sopravvento e adesso, dopo aver passato diverse ore su Music Racer, sono finalmente pronto a spiegarti quanto avrei fatto meglio a starne alla larga.
L’unione tra rhythm e racing game? Un’idea interessante…
Sinceramente non so dirti con certezza se fosse davvero questa l’idea di game-design alla base di Music Racer, anche perché come vedremo più a fondo nel corso del prossimo paragrafo dedicato al gameplay, la componente di gioco legata alle corse automobilistiche non è che appena accennata all’interno del titolo. Come era lecito aspettarsi da un esponente di questo genere, Music Racer non si differenzia dalla maggior parte degli altri rhythm game e non presenta nulla che sia anche solo lontanamente riconducibile a una trama.
L’atmosfera che si respira al suo interno tuttavia, come vedremo anche nel paragrafo dedicato al comparto tecnico, riesce a convincere grazie a una ripresa a piene mani degli stilemi propri dell’immaginario vaporwave. I colori sgargianti delle luci al neon in contrapposizione alla profondità della notte catapultano immediatamente i giocatori nella classica estetica anni ’80.
Una volta accolti dal menù iniziale e dopo aver superato l’impulso di chiudere l’applicazione a causa della musica in cuffia dal volume a dir poco eccessivo, che oltretutto non è possibile abbassare in alcun modo, nemmeno accedendo alle opzioni, si è subito invitati a selezionare una delle 4 automobili inizialmente disponibili.
Purtroppo, dopo averti accennato della buona varietà che caratterizza la scelta del proprio mezzo, si potrebbe tranquillamente dire che pressoché la metà dei pregi di Music Racer siano già stati affrontati. Eh già, perché come vedremo ora: una volta deciso quale sarà il nostro bolide, avergli eventualmente applicato una banale verniciatura monocolore a scocca e cerchioni, scelto la difficoltà e selezionato traccia e tracciato, saremo pronti a gettarci nel vivo del deludente gameplay.
… sviluppata però nel peggiore dei modi
Personalmente, la primissima delusione provata durante i minuti iniziali del gioco è stata proprio quella di rendersi conto che nonostante la vasta gamma di veicoli e il richiamo esplicito nel suo titolo, in Music Racer non c’è neanche l’ombra di una corsa automobilistica.
A prima vista, il gameplay vero e proprio si presenta infatti come quello di un qualsiasi altro rhythm game in cui, per guadagnare punti, toccherà collezionare quante più luci possibili (che qui prendono il nome di Beat) tra quelle disseminate lungo le tre diverse corsie della pista. Ovviamente, questo non basta certo a rendere Music Racer un videogioco da evitare né tantomeno è sufficiente per poter motivare quello che sarà il mio voto finale. Quali sono quindi i veri problemi di questo gioco?
In un primo momento la sensazione era certamente quella che io fossi davvero negato per certi titoli ma, in realtà, ti assicuro che dopo qualche ora passata sul gioco e l’aver provato diverse canzoni e tracciati, ho iniziato a capire che in Music Racer qualcosa non andava. Nonostante i già citati Beat siano infatti posizionati effettivamente a tempo, l’elevata velocità del veicolo e il dover continuamente cambiare corsia fanno sì che le azioni del giocatore non seguano minimamente il ritmo delle canzoni ma anzi lo anticipino nel disperato tentativo di riposizionarsi.
Le conseguenze? Concentrarsi troppo sulla musica equivarrà al mancare clamorosamente i Beat mentre l’impegnare i propri occhi nel seguire il tracciato, affidandosi quindi esclusivamente ai propri riflessi senza basarsi sul ritmo, risulterà estremamente complesso e porterà (a lungo andare) a una spiacevole sensazione di nausea. Sebbene una visita alle impostazioni di gioco possa ovviare almeno in parte al fastidio provocato da tutte quelle luci in rapido movimento, rimane il fatto che un rhythm game in cui non si è spinti a seguire il ritmo rappresenta un vero e proprio ossimoro e per questo motivo, non può che venir recepito come un grave fallimento.
Il comparto tecnico
Eccoci arrivati all’ultimo paragrafo di questa mia recensione, come sempre dedicato al comparto tecnico del titolo preso sotto esame. Nonostante i suoi difetti non trascurabili, Music Racer vanta un comparto tecnico tutto sommato convincente che, sia per quanto riguarda la grafica ricca di luci al neon (in pieno stile synthwave) sia per le varie tracce musicali presenti nel titolo, riesce se non altro a non risultare anonimo.
Come hai già avuto modo di leggere anche tu però, questi possibili pregi del gioco non possono che venire inevitabilmente messi in ombra dai suoi difetti e passare quindi in secondo piano rispetto a quelli che sono i problemi di un titolo che, al giorno d’oggi, fatica davvero molto a competere con la concorrenza. Forse, se gli sviluppatori di Music Racer si fossero concentrati sull’aspetto ritmico del gioco quanto lo hanno fatto su quello puramente estetico, a quest’ora gli appassionati del genere avrebbero avuto una piccola perla da giocare anche su PlayStation 4.