Il mondo dei videogiochi è costellato da tantissimi generi diversi, alcuni abbastanza recenti e altri usciti da diversi anni, insomma ci sono giochi per tutti i gusti. Uno dei generi che è comparso relativamente da poco è quello dei simulatori, ma di tipo parodistico, un esempio abbastanza famoso è Goat Simulator. Questi titoli puntano molto sul divertimento, andando a creare situazioni palesemente esagerate, scaturite magari da bug o in maniera totalmente intenzionale. Speaking Simulator è proprio uno di questi giochi, ma sarà riuscito ad adempiere al suo compito ovvero divertire? Continua a leggere e lo scoprirai!
Di che cosa si tratta?
Speaking Simulator non possiede una vera e propria trama, ovviamente ciò non rappresenta assolutamente un problema data la tipologia di gioco. Semplicemente interpreteremo una sorta di umano robotico, il cui obiettivo sarà quello di infiltrarsi nella nostra società nei modi più disparati possibili. Per farlo però dovremo assomigliare il più possibile ad un umano, soprattutto per quanto riguarda il modo di parlare. Il gioco consisterà dunque nel cercare di esprimersi nel modo meno sospetto possibile, provando a riprodurre i movimenti della bocca in maniera “naturale”. Ovviamente il titolo fin da subito farà capire che il fulcro del divertimento sarà guardare le buffe facce che farà il protagonista e leggere i dialoghi che verranno fuori da queste assurde situazioni.
Il gameplay di Speaking Simulator è relativamente semplice, infatti per comandare il nostro umano robot ci verranno mostrate delle istruzioni a schermo, che con il passare dei livelli potrebbero aumentare di difficoltà. Di solito i comandi da seguire sono molto basilari, basterà utilizzare lo stick analogico del Nintendo Switch per effettuare quasi tutte le azioni richieste. I vari comandi che eseguiremo serviranno a muovere la nostra bocca o lingua, per cercare di pronunciare le frasi richieste durante il livello, portando ovviamente il nostro personaggio a creare delle espressioni facciali davvero buffe.
Il gameplay di Speaking Simulator
Il gameplay è davvero facile da approcciare e anche ai livelli più alti la difficoltà si fa sentire a stento, facendo capire che lo scopo del gioco dovrebbe essere quello di far ridere il giocatore, senza puntare ad offrirgli una qualsivoglia sfida. Purtroppo però la componente comica di Speaking Simulator si esaurisce già dopo pochi minuti di gioco, saremo infatti troppo concentrati nell’eseguire i comandi a schermo e a stento riusciremo a notare le buffe facce fatte dal robot. Anche i dialoghi raramente riescono a far divertire sulla lunga durata, il gioco sembra quindi intrattenere solo per il fattore novità che offre.
Il gameplay di Speaking Simulator si evolve leggermente con l’avanzare dei livelli, rimanendo però comunque ripetitivo, dato che non verranno proposte delle vere e proprie meccaniche nuove. Molti giochi di questo genere soffrono del difetto della ripetitività, bisogna anche dire però che in altri progetti quest’ultima si fa sentire dopo almeno diverse ore di gioco, quindi Speaking Simulator non può nemmeno essere giustificato dato che annoia dopo già qualche minuto.
I livelli proposti dal titolo sono un discreto numero, ma risultano davvero troppo simili come livello di sfida e di gameplay. Ogni livello è ambientato in un luogo diverso, come per esempio un ristorante o una azienda, dove si andranno creare i siparietti comici grazie ai movimenti buffi del protagonista. Come accennato precedentemente però, le risate si fermeranno già dopo pochi minuti ed arriverà subito la noia data dalla ripetitività del gioco (oltre che al grado di sfida praticamente inesistente). Insomma un gioco parodistico che fallisce sia nel gameplay, che nel divertire il giocatore, sicuramente è un prodotto poco meritevole. Ovviamente la parte puramente umoristica è difficile considerarla in maniera oggettiva, ma è abbastanza limpido il fatto che gli stessi sviluppatori dopo l’idea di partenza (che per me è anche geniale), non sono riusciti a ricavare nient’altro.
Aspetto tecnico e conclusioni
La grafica del gioco è la parte sicuramente più riuscita, infatti risulta particolarmente leggera, ma con uno stile alquanto bizzarro e divertente. Le primissime volte sarà infatti molto spassoso guardare il robot parlare e vedere i suoi pezzi cominciare a staccarsi, magari a causa di qualche comando che non abbiamo seguito al momento opportuno. Su Nintendo Switch Speaking Simulator non ha problemi di frame rate, sia in modalità portatile che in modalità TV. I comandi di gioco risultano ben mappati, rendendo l’approccio al titolo molto comodo, senza creare nessun fastidio al videogiocatore (ciò è dovuto anche al fatto che useremo pochi tasti durante la partita).
L’audio del gioco è ben realizzato e riesce alcune volte a strappare qualche risata, grazie a dei suoni particolarmente azzeccati durante le scene comiche. In conclusione Speaking Simulator purtroppo fallisce in quello che dovrebbe fare meglio, ovvero divertire il giocatore. Nemmeno il gameplay si salva risultando davvero monotono, pure dopo pochi minuti di gioco e la difficoltà quasi inesistente rende il tutto ancora più noioso. L’unico fattore positivo è la grafica che fa il suo lavoro, risultando anche simpatica in alcuni momenti, non riuscendo però a salvare un gioco che di bello ha: fondamentalmente solo la sua idea di partenza.