Sarahah, l’app che permette di inviare messaggi completamente anonimi
Nasce nel 2016, con l’intento di aiutare le aziende a migliorare la propria qualità gestionale, grazie ai feedback dei propri dipendenti. Ma lo sviluppatore, Zain al-Abidin Tawfiq, ne ha poi subito visto le potenzialità anche fuori dal mondo del lavoro. Oggi Sarahah, sta spopolando sui Social proprio grazie alla sua caratteristica, inedita nel mondo della messaggistica.
Essa permette infatti, di inviare messaggi in maniera del tutto anonima agli altri utenti registrati, per dare libero sfogo ai propri pensieri più profondi, senza possibilità di risposta o di risalire al mittente. È utilizzabile sia attraverso l’app, che da browser, e con l’ultimo aggiornamento di Snapchat, che permette di inserire link esterni, ha avuto il suo definitivo boom.
Il termine vuol dire in arabo “freschezza” o “onestà”, proprio a sottolineare le peculiarità del prodotto. In pochissimo tempo ha scalato le classifiche delle App più scaricate, sia in App Store che in Play Store.
Secondo lo sviluppatore, essa conta ad oggi circa 20 milioni di utenti, in constante crescita, ma i rischi da valutare non sembrano essere pochi. Possiamo infatti contare, diversi episodi di stalking, spoiler, cyberbullismo e tanto altro, è per questo che ne consigliamo un uso moderato.
Eppure, sembra che ci sia un modo per scoprire chi abbia inviato i messaggi… sembra…
Eh sì, perchè stanno girando su internet tanti link che promettono di rivelare il nome del mittente, in modo da poter risalire a chi si nasconde dietro una tastiera per compiere queste azioni discutibili.
Vi invitiamo caldamente, a non dare conto a questi siti, perchè attualmente, non vi è alcuna possibilità di scoprire chi invia i messaggi. D’altronde, l’app è stata pensata proprio per evitare che ciò accadesse!
Detto questo però, vi rinnoviamo comunque l’invito a pensare prima di scrivere, perchè le nostre parole, spesso, si possono ripercuotere sulle persone vittime appunto di questi spregevoli avvenimenti.
In ogni caso, è giusto però dire, che i colpevoli, nei casi più gravi, sono perseguibili a norma di legge. Quindi, lì dove non può arrivare un link, trovato per caso navigando su internet, possono arrivare le forze dell’ordine.