Dunque abbiamo coperto la prima Playstation, la seconda (anzi auguri e buoni 20 anni) e la terza incarnazione della console di Sony. Adesso sarebbe il turno dell’attuale generazione e andare a scoprire le perle nascoste per Playstation 4 (e avrebbe pure più senso visto che magari durante questi anni ti sei perso qualcosa e potresti recuperarlo più facilmente), ma quello lo teniamo per l’articolo che uscirà fra qualche settimana. Questo perché prima c’è da coprire altre due incarnazioni delle console Sony…le portatili!
Oggi, visto che sono andato in ordine cronologico per tutto questo tempo, parleremo della più fortunata dei sistemi portatili marchiati Sony: PSP. PlayStationPortable è stata l’unica console, in quasi 30 anni, a riuscire un attimo ad impensierire il monopolio di Nintendo con il suo Game Boy prima e Nintendo DS dopo; questo perché era l’unica ad avere un parco titoli che poteva tenere testa alla scatoletta grigia di Nintendo.
PSP era semplicemente un sogno che si realizzava, dei giochi maturi, con una grafica importante, la quale era comparabile a quella della sorella maggiore Playstation 2, ma il tutto poteva essere sempre portato con noi. In gita, durante le noiose cene con i parenti o più semplicemente durante i nostri momenti di riflessione in bagno (if you know what I mean).
Abbiamo visto sorgere capolavori e spin off su questa magica console: Grand Theft Auto: Liberty City Stories e Vice City Stories, Metal Gear Portable Ops, versioni convincenti di FIFA e PES, per non parlare delle due incarnazioni di God of War e tanti, tantissimi altri. Come sempre questi li conosci, perché sono i blasonati, ma sai perfettamente che io voglio scavare e trovare quello che, forse, non conosci, quindi direi che ora di elencare 10 perle nascoste per PSP.
Split/Second
Partiamo con un gioco di macchine che per colpa di un periodo di uscita infelice (nello stesso periodo uscivano altri due titoli di corse), non ha avuto il rispetto che merita. Finito il tutorial avremo a che fare con un solidissimo racing game puramente arcade, dove l’obbiettivo primario non sarà quello di arrivare primi (o meglio, pure quello), ma di arrivarci facendo un gran caos e distruggendo i nostri avversari. Il tutto viene contornato da una grafica estremamente buona e da una miriade di esplosioni. Quando un Burnout incontra un Destruction Derby, quello che ci ritroviamo è Split/Second. Ignorante.
Darkstalkers Chronicle: The Chaos Tower
Se sei nato negli anni ‘80/’90 e hai vissuto i tempi gloriosi delle sale giochi (quelle vere, non le porcherie attuali strapiene di slot machine mangiasoldi e VLT) sicuramente ricorderai un titolo per il quale c’era sempre da fare la fila per riuscire a farci una partita. Darkstalkers era praticamente Street Fighter, ma con zombie, mummie e ammiccanti donnine furry. Bello, colorato, con uno humor grottesco ed era fatto sempre da Capcom. Peccato però che non abbia avuto la stessa fortuna del più blasonato cugino e non abbiamo mai avuto numerosi seguiti come in Street Fighter. Tuttavia quando questa serie esce su una qualsiasi console puoi stare certo che al 99% sarà un titolo divertente ed estremamente giocabile. In più la versione per PSP è probabilmente una delle migliori. Sfortunato.
Lumines: Puzzle Fusion
Fratellino di un altro gioco, sempre semi-sconosciuto, ma molto più famoso, REZ. Creato sempre dallo stesso autore Testuya Mizoguchi, testa calda che qualche anno fa aveva mandato a quel paese i suoi fan (per essere eleganti e non dire esplicitamente le sue parole) perché in pochi si erano accaparrati il suo gioco più famoso. Lumines è un puzzle game molto bello, con una soundtrack davvero epica. Uno strano incrocio, difficile da spiegare, che va a fondere una sottospecie di Tetris con un rhytm game, ma una volta capito il sistema diventa una vera e propria dipendenza. È stata fatta una versione per Playstation 2, un sequel e una remastered per Switch e Playstation 4. Droga in formato digitale.
Outrun 2006: Coast 2 Coast
I racing game di qualità su PSP davvero non mancavano. Come ti dicevo il sistema veniva trattato proprio come una home console e gli sviluppatori non si spaventavano a rischiare di mandare sulla piccolina di casa Sony nomi altisonanti e blasonati. Outrun, l’originale, è un classico senza tempo. Ci ha dato la possibilità di guidare una F40, sulle note di Splash Wave, con una bella bionda sul sedile di fianco, nonostante non avessimo i soldi nè per la Ferrari nè per la bionda. Questo seguito, che aggiunge molte più auto e uno stile arcade inconfondibile, sicuramente non sarà epico quanto l’originale, tuttavia è in grado di regalarci un’esperienza davvero ottima e ore e ore di sano divertimento. Amarcord.
Mega Man: Powered Up
Altro giro, altro tuffo nel passato. Però qui, al contrario di Outrun, avremo una conversione 1:1 con grafica super pompata dell’originale Mega Man uscito su NES. Divertente, molto colorato, dedicato specialmente a chi ha nostalgia dei vecchi side scrolling, visto che ormai di giochi del genere se ne vedono davvero pochissimi. Si, la difficoltà resta la medesima, nonostante la grafica super cartoon. Amarcord parte seconda.
Dante’s Inferno
Nel bel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura. Quando pensavi che fosse stato fatto tutto eccoti arrivare la versione videoludica della Divina Commedia redatta dall’italianissimo Dante Alighieri. Il fatto è che come gioco funziona dannatamente bene. Capiamoci è un clone super spudorato di God of War, anzi siamo ai limiti del plagio, ma il concept, gli ambienti, i personaggi e boss sono resi in maniera davvero divina. Se sei però un purista dell’opera del poeta fiorentino, sappi che gli sviluppatori si sono presi parecchie “licenze”. Ad esempio Dante Alighieri non sarà un poeta, ma un crociato di ritorno dalla guerra Santa e Beatrice viene rapita dal Diavolo per farne la sua sposa. Ci sta, dopotutto dovevano dare un plot avvincente e action al tutto. Proposto anche su Playstation 3 e Xbox 360, te lo cito qui perché la resa è davvero impressionante per una console portatile e le uniche rinunce consistono in qualche livello in meno. Divino.
Jeanne D’Arc
Dai creatori dell’apprezzatissimo e più recente Ni No Kuni, questo JRPG ci mette nei panni della famosa Giovanna D’Arco. Battle system a turni, ma con una forte componente tattica che ricorda moltissimo Final Fantasy Tactics per la prima gloriosa Playstation. Non per tutti vero, ma una chance devi dargliela, perché se riuscirai ad apprezzarlo con la sua grafica super deformed e i suoi combattimenti estremamente ragionati, ti ritroverai tra le mani una piccola, bellissima perla. Storico.
Chili Con Carnage
Se prima si parlava di azione ragionata, adesso passiamo all’esatto contrario. Prendi Max Payne 3 e la sua azione frenetica, mischialo con dei personaggi messicani, che sembrano usciti da un qualsiasi film alla Machete. Tanto basta per descrivere Chili Con Carnage. Divertente, tamarro e caciarone. Un mix perfetto per ore e ore di ignorantissimo divertimento. Machete con un altro nome.
Persona 3 Portable
Ok, potrai benissimo dirmi che ormai Persona lo conoscono tutti, ma la domanda che ti faccio io è: con quale Persona il grande pubblico ha conosciuto la serie? Esattamente, con il 5 (che poi fra poco esce la versione Royal e non vedo davvero l’ora). Se non sei avvezzo alla serie, sappi che si parla di studenti in grado di evocare delle entità chiamate Persona, i quali rispecchiano l’impeto dei portatori. Il bello di questa serie è che dovremo conciliare la nostra vita privata di tutti i giorni (andare a scuola, provarci con le ragazze, trovare dei lavoretti) e nel frattempo investigare sugli avvenimenti paranormali che succedono in città. Questo discorso è applicabile a tutti i capitoli di questa saga. Unico neo è la mancata localizzazione in italiano. Se non sei uno che mastica molto bene l’inglese, sappi che ti ritroverai davanti un grande ostacolo, visto che tutti i giochi sono cosparsi di una quantità impressionante di dialoghi e azioni scriptate. Meraviglioso.
Me & My Katamari
Concludiamo con un titolo che giusto dalle menti malate di qualche giapponese sotto acidi poteva saltare fuori. Lo scopo di Me & My Katamari è quello di fare l’accumulatore seriale. Sì hai capito bene. All’interno di una mappa dovremo correre spingendo una palla che ingloberà qualsiasi cosa che gli si parerà di fronte. Man mano che noi spingeremo questo ammasso di “cose”, l’ammucchio creato diventerà sempre più grande. Detto così potrà sembrare una noia mortale, ma lo stile tipicamente giapponese unito ad una grafica molto colorata, lo fanno diventare il classico gioco che una volta padroneggiato sarà l’ideale per una console portatile e la sua natura mordi e fuggi. Addicted.