Ricordi ancora il tripudio di suoni e rumori che sentivi entrando nella tua sala giochi preferita? “Bing”, “Pong”, “Bang”, “din din” faceva il flipper… tutti in fila dietro all’ultimo cabinato appena installato dal proprietario per provare il nuovo gioco… monetina sul “cruscotto” e si comincia!
Con questa piccola frase introduttiva sono sicuro di aver riportato alla mente momenti bellissimi di chi, come me, ha vissuto in pieno gli anni ’90, periodo in cui i videogiochi hanno cominciato a uscire dalle sale e a entrare, piano piano, nelle case di noi appassionati grazie alle prime console. Psikyo Shooting Stars Bravo, insieme al suo fratellone “Alpha”, rappresentano una piccola voce di quel rumoroso passato che è tornata per far sognare tutti noi ancora una volta, con il suo gameplay frenetico e il suo design 8-bit ricco di colori (…caro lettore, c’è stato un tempo in cui gli sviluppatori avevano solo un modo per catturare l’attenzione del pubblico e si chiamava Gameplay!).
In questa recensione mi concentrerò sulla versione “Bravo” della collection proposta dalla software house Psikyo per Nintendo Switch, la quale comprende le saghe videoludiche di Samurai Ace e GunBird (…con l’aggiunta dello spin-off Gunbarich). Diversamente, la versione “Alpha” contiene al suo interno le serie di: Strikers 1945, Sol Divide, Dragon Blaze, Zero Gunner.
Torna in “sala” con l’ultima collection Psikyo Shooting Stars Bravo
Parlare della trama di una Collection non è mai facile, visto che comprende un certo numero di titoli che, non sempre, sono legati dallo stesso “filo narrativo”. Per questo motivo e per semplificarti la vita, ho deciso di fare un piccolo accenno alla trama di ogni singolo gioco che appartiene all’offerta videoludica di Psikyo Shooting Stars Bravo. In ogni caso, tutti questi titoli non fanno della trama il loro punto di forza se consideriamo che sono stati creati in un’epoca in cui gli sviluppatori dovevano riuscire a creare un gioco in pochissimo spazio (…mica c’erano i GB) garantendo un gameplay accattivante.
- Samurai Aces Episode I: la figlia dello Shogun è stata rapita da una setta malvagia per essere offerta in sacrificio per risvegliare il Dio demone. Sarà compito di sei improbabili eroi salvarla e riportare la pace nel mondo.
- Samurai Aces Episode II “TENGAI”: come per il primo capitolo della saga, in questo la situazione è la medesima, con l’unica differenza che la figlia dello shogun è stata rapita da un’associazione militare chiamata Shinrano.
- Samurai Aces Episode III “SENGOKU CANNON”: questo potrebbe essere considerato il primo episodio della serie che esce ufficialmente dal mondo “Arcade” per entrare nelle case di milioni di persone, ciononostante la trama è la medesima di quella alla base dei precedenti capitoli.
- GUNBIRD: una strega, un robot, un avventuriero, un maestro marziale e un guerriero scimmia si uniscono per partire alla ricerca dei pezzi appartenenti a uno specchio magico capace di esprimere un desiderio.
- GUNBIRD 2: questo secondo capitolo della saga vede gli stessi interpreti del primo alla ricerca di una leggendaria pozione capace di soddisfare qualunque desiderio.
- GUNBARICH: piccola “chicca” della collezione proposta da Psikyo, questo titolo spin-off della serie “Gunbird” vede la giovane strega Marion e il suo compagno di classe Gurutan vivere un’intensa avventura per diventare il miglior mago del mondo, in un gioco che richiama il gameplay di Arkanoid.
Gli shoot ‘em up verticali sono tornati su Switch!
Come ho detto all’inizio di questa mia recensione, i giochi presenti all’interno di Psikyo Shooting Stars Bravo appartengono a quella categoria arcade che non mettono la trama al centro della propria raison d’etre, ma che si limitano solamente a fornire il minimo indispensabile al giocatore per cominciare la propria avventura. Per questo motivo, tutti gli episodi di Samurai Aces, GUNBIRD e GUNBARICH sono caratterizzati dal canonico gameplay che ha fatto la fortuna degli shoot ‘em up a scorrimento, con scenari dinamici, nemici variegati e la capacità di divertire che riesce ad attraversare il tempo e lo spazio.
Ovviamente l’intera offerta di Psikyo si basa su un emulatore che riesce senza problemi a far girare tutti i titoli presenti all’interno della Collection, offrendo altresì la possibilità di attivare alcune features molto interessanti e capaci di far sussultare qualunque maniaco del Retro Gaming. Tra queste c’è la possibilità di attivare il filtro CRT per poter giocare con un’atmosfera molto più vintage che richiama quella dei vecchi cabinati da sala, oppure la possibilità di poter ruotare la Switch e giocare direttamente in verticale. Proprio quest’ultima funzione è quella che mi ha dato alcuni problemi dal punto di vista tecnico, a causa di tasti configurati “a caso” e un sistema di riferimento (…del joycon) non ruotato opportunamente.
Dal punto di vista del design grafico, l’8-bit Style è sempre perfetto e posso dire con certezza che titoli come questi, con o senza “adattamento HD”, sono sempre piacevoli da giocare per la loro semplice capacità di far rivivere le stesse sensazioni di quell’epoca lontana dove una semplice monetina era la chiave per un mondo ricco di colori e suoni. Stesso discorso vale per il comparto audio, fedele a quello originale e ben restituito attraverso l’hardware di Nintendo Switch. Chiude il quadro una longevità veramente alta alta legata a un grado di sfida che farebbe impallidire gli stessi creatori dei titoli “Souls Like”.
Un’ultima critica, se così vogliamo definirla, è legata proprio alla decisione da parte della software house nipponica Psikyo di riproporre tutti i propri titoli in due Collection differenti che, nonostante il “fascino della divisione in volumi”, resta chiaramente una scelta guidata dal “Dio Denaro”. Ma per noi nostalgici appassionati… va bene così!