Dopo diverso tempo dall’uscita del primo capitolo, la saga di Nioh torna nuovamente tra le mani dei giocatori (sul nostro sito puoi già trovare una guida per la scelta delle armi e una per Gozuki) appassionati di souls-like, con tutto il suo stile inconfondibile. Di fatto, il gioco è riuscito a ritagliarsi un posto nell’olimpo del genere, grazie al suo sistema di combattimento profondo e divertente, in grado di regalare al giocatore tante soddisfazioni. Ad altri, invece, è piaciuto lo stile peculiare che ci porta in un Giappone medioevale, con tutte le creature folkloristiche annesse.
Vale la pena tornare ad affrontare gli Yokai in questa nuova incarnazione della serie? Vediamolo insieme.
Nel Giappone medioevale
La trama di Nioh 2 è data da un intreccio estremamente classico, che ci mette di fronte alla figura di un eroe praticamente solitario, contro le forze del male. Il nostro protagonista, infatti, è il figlio di un umano e di una Yokai e pertanto è un’essere a metà tra i due.
Purtroppo, i genitori del nostro eroe vengono uccisi da un essere demoniaco quando lui (o lei) era ancora giovane. Durante il trambusto, però, la madre riesce a donare un pugnale fatto di Pietra dello Spirito, perfetto per uccidere gli Yokai. Da questo momento in poi la storia fa un flashfoward di diversi anni, mostrandoci il protagonista ormai cresciuto. Questo è ormai diventato un cacciatore di Yokai che, in modo simile a quanto farebbe un witcher, si reca nei luoghi martoriati dalla loro presenza per fare piazza pulita.
Sarà proprio in una di queste missioni che incontreremo un mercante di Pietre dello Spirito. L’uomo ci aiuterà in un momento del bisogno, per poi diventare un compagno fedele che, di fatto, farà da collegamento per le vicende della trama; le quali ci porteranno in un giappone quasi distrutto dalla presenza di conflitti e di Yokai.
La storia, purtroppo, è reccontata in modo fin troppo superficiale e, spesso, tra le varie cutscene abbiamo la sensazione di aver perso dei pezzi. La narrazione, in pratica non è il piatto forte di Nioh 2 e richiede al giocatore un grande lavoro di “ricostruzione” dei vuoti.
A questo, però, fa da contraltare un’atmosfera davvero stupenda, data dai continui rimandi al folklore giapponese e ad alcuni fatti o personaggi storici. Si aggiungono delle ambientazioni davvero ben fatte, che racchiudono tanti piccoli dettagli che contribuiscono a delineare lo stile dell’avventura.
Proprio per la poca importanza data all’intreccio di fatti, Nioh 2 si pone come un perfetto punto d’inizio per i neofiti della saga. Infatti, come vediamo tra poco, il gameplay è stato migliorato in tutto, creando un’esperienza migliore sotto tutti i punti di vista.
Tra spade e magie
Il piatto forte di Nioh 2 è senza dubbio il suo gameplay, che possiamo riassumere in difficile ma appagante. In questo secondo capitolo gli sviluppatori hanno preso tutto quello che andava bene nel primo e hanno ampliato e perfezionato il tutto. Il risultato, detto in parole povere, è un more of the same ben fatto capace di offrire un’esperienza che piacerà sicuramente a tutti gli appassionati del genere.
Come forse saprai, il gioco utilizza la classica combinazione di barra vitale e stamina (in questo caso chiamata Ki) già vista negli altri souls-like. In poche parole, ogni attacco, parata, scatto o schivata consuma una porzione della barra Ki. Una volta esaurita saremo vulnerabili agli attacchi nemici per un breve periodo di tempo (sufficiente a ucciderci, quasi sempre) e, per questo motivo, bisogna evitare di attaccare a caso, in modo da consentire al Ki di ricaricarsi.
Il sistema di combattimento di Nioh 2 parte da basi rodate e apprezzate, ma riesce a sviluppare un’identità propria che lo rende unico. Abbiamo un tasto per attacchi leggeri e uno per attacchi pesanti. A questo si aggiunge la possibilità di schivare e di parare i colpi.
A queste basi si aggiungono tre stance: alta, media e bassa. Ognuna di esse ha caratteristiche uniche, che privilegiano attacco, difesa o velocità variando in modo considerevole il moveset degli attacchi. Quindi, ogni singola arma di Nioh 2 ha accesso a tre moveset diversi, dati proprio dalle diverse stance. Ecco quindi che le possibilità tattiche offerte al giocatore si alzano di molto.
Per aggiungere altra carne al fuoco, è possibile equipaggiare due armi, che sono alternabili al volo dopo aver concluso una combo. Inoltre, anche le stance possono essere cambiate velocemente, anzi possiamo trovare delle abilità che donano dei bonus facendolo.
A tutto questo si aggiungono le diverse abilità d’attacco che è possibile eseguire premendo specifiche combinazioni di tasti. Per esempio, con la Katana è possibile effettuare un rapido scatto dietro il nostro avversario, oppure colpirlo con un’onda d’urto per sbilanciarlo o con un calcio. Anche in questo caso, sia la tipologia di arma che la stance fanno la differenza.
Come si può capire, Nioh 2 lascia al giocatore assoluta libertà per quanto riguarda lo stile di gioco, dandogli in pasto tanti strumenti di morte e non ponendo nessun limite. Teoricamente, potremmo eseguire la combo con l’arma principale, alternarla con la secondaria, cambiare stance ed utilizzare un’abilità. Oppure, se tutto questo è eccessivo, potremmo semplicemente utilizzare una strategia difensiva e contrattaccare gli attacchi nemici. Il limite a tutto questo, ovviamente, è il Ki.
Tutto ciò è solo teoria, visto che bisogna essere abili: i nemici non perdonano i nostri errori e sono pronti a toglierci una buona porzione della barra vitale con un paio di attacchi.
Un’altra meccanica che rende interessantissimo il sistema di combattimento di Nioh 2 è il Ritmo Ki: premendo R1 (o schivando, con alcune abilità passive) poco dopo una combo possiamo tornare immediatamente nella posizione di combattimento, in modo da recupare velocemente una buona porzione di Ki. Essere abili a gestire attacchi, schivate e Ritmo Ki ci permette di attaccare molto spesso i nemici, rendendo tutto più appagante e divertente.
Tante armi, tante abilità
All’eccellente comparto action, Nioh 2 affianca anche una componente GDR migliorata e sfaccettata. Tutte le abilità accennate prima, infatti, sono sbloccabili da un menù apposito che ci consente di accedere a diversi alberi di abilità, dedicati alle varie armi. Non solo ogni arma possiede un albero tutto suo, con abilità proprie, ma i singoli alberi sono davvero densi e ramificati, pieni di scelte che ci consentono di personalizzare il nostro personaggio come meglio crediamo.
Questo si unisce perfettamente con i combattimenti veri e propri, dato che l’unico modo di “livellare” le armi, è semplicemente quello di usarle. Con l’uso di ottengono punti abilità, che poi possono essere spesi per acquisire nuove skill per diventare più efficienti.
Se questo ancora non ti basta, in Nioh 2 torna anche il Ninjitsu e l’Omnyo, con tutti i buff e debuff associati. Tra i tanti alberi di abilità, infatti, possiamo vedere anche questi due rami che potremmo chiamare “magici”. Entrambi permettono di creare magie offensive per aumentare le nostre possibilità in battaglia, oppure altre per potenziare le nostre armi o indebolire i nemici. In poche parole, sono molto utili. Anche in questo caso, chiaramente, non abbiamo usi infiniti, ma solo una barra che ci consente di portare con un un numero limitato di incantesimi.
Che si tratti di fare più danno con le armi, di avere più Ki o di poter utilizzare più Ninjitsu e Omnyo, non importa: tutto si può migliorare aumentando la statistica corrispondente. Infatti, uccidendo i nemici possiamo ottenere Amrita, che poi possono essere spesi a un santuario allo scopo di aumentare le nostre statistiche di base. Possiamo dire che praticamente ogni azione di gioco corrisponde a una statistica che ne aumenta l’efficacia: aumentare il Ki dona anche un bonus di danno alla Katana, migliorare la destrezza fornisce dei bonus ai Ninjitsu e così via.
Anche in questo caso la possibilità di personalizzazione non manca e abbiamo davvero tante combinazioni possibili. Possiamo creare un personaggio specializzato in una o due armi, oppure possiamo aumentare anche la Magia per poterci aiutare con i buff Omnyo. Questo secondo capitolo, peraltro, introduce (tra le altre cose) una nuova arma che “scala” il proprio dano aumentando quest’ultima statistica. Questo vuol dire che sarà più semplice creare una build magica senza dover necessariamente rinunciare alla forza bruta.
L’aumento delle statistiche può essere effettuato soltanto presso i santuari, paragonabili ai falò di Dark Souls. Qui, infatti, possiamo ricaricare i nostri Elisir, gli oggetti magici, livellare, recuperare salute e gestire altre piccole cose di cui parleremo a breve. Come vuole la tradizione del genere, morire in Nioh significa ripartire dall’ultimo santuario visitato, perdendo tutti gli Amrita e i nuclei d’anima raccolti. Tuttavia, se si torna alla tomba della nostra morte è possibile recuperare tutto; in caso di una seconda morte, però, la perdita sarà definitiva.
Fermarsi a un santuario, quindi, diventa una tappa importante di ogni viaggio, dato che ci consente di spendere gli Amrita prima che sia troppo tardi e di rifornirci in caso di necessità. Spesso, infatti, le shortcut dei livelli servono “semplicemente” ad accorciarci la strada verso un santuario precedentemente visitato, in modo da rendere accessibile un prezioso punto di rifornimento.
Nei santuari, peraltro, abbiamo anche la possibilità di offrire ai Kodama il nostro equipaggiamento in eccesso (e ne avremo davvero tantissimo) in modo da ricevere in cambio del riso da poter spendere per gli oggetti più disparati: dagli Elisir per curarci, alle Tazze per richiamare l’aiuto degli altri giocatori. L’incredibile quantitativo di loot lasciato dai nemici, quindi, serve anche per darci una mano a restare sempre riforniti nei momenti più difficili.
In pratica, combattendo faremo aumentare di livello i singoli alberi di abilità, le statistiche del nostro personaggio e otterremo anche prezioso equipaggiamento da donare ai Kodama. Un ecosistema che funziona benissimo, dando ai giocatori più pazienti diverse ore extra per sviluppare il proprio personaggio.
Un protagonista metà Yokai
Una meccanica davvero azzeccata di Nioh 2 è data dalla forma Yokai. Il nostro protagonista, infatti, è un mezzo-demone in grado di utilizzare per brevi periodi una forma demoniaca e alcune abilità rubate ai nemici.
Il Contrattacco Esplosivo è sicuramente la mecanica più importante delle nostre capacità demoniache. Premendo R2 + Cerchio, infatti, possiamo utilizzare un potente attacco che varia in base al tipo del nostro spirito guardiano. Questa mossa può essere utilizzata per intercettare alcuni attacchi nemici, in modo da bloccarli sul posto e darci modo di infliggere danni considerevoli. Premere i tasti con troppo anticipo o troppo ritardo, però, ci farà prendere in pieno il danno nemico.
Oltre a questo, dopo aver riempito un’apposita barra, abbiamo la possibilità di entrare in forma Yokai, anche questa diversa in base al nostro spirito guardiano. In questo stato infliggiamo molti più danni in brevissimo tempo e abbiamo accesso a moveset completamente differenti da quelli normali. In pratica, una sorta di Devil Trigger simile a quello dei Devil May Cry.
In ultimo, il nostro sangue Yokai ci permette anche di appropiarci delle abilità di alcuni nemici demoniaci. Sconfiggendo alcuni avversari particolarmente potenti, infatti, possiamo ottenere dei Nuclei D’anima. Questi possono essere portati ai santuari per essere purificati e utilizzati durante il combattimento.
Le abilità Yokai sono davvero tante, molto diverse tra loro, e di elementi diversi a cui differenti nemici sono deboli. In poche parole, i combattimenti si arricchiscono di un’ulteriore possibilità tattica. Infatti, anche gli Yokai hanno una barra Ki, che può essere permanentemente ridotta tramite l’utilizzo di queste abilità. Questo, ovviamente, fa una bella differenza contro i boss e i nemici più coriacei.
Il potere, però, ha un prezzo. Sia il Contrattacco Esplosivo, sia l’utilizzo delle abilità Yokai consuma una porzione della barra Anima. Questa non si ripristina velocemente come il Ki, quindi l’utilizzo di questi poteri deve essere un pò più limitato.
In sintesi, il gameplay di Nioh 2 amplia e perfeziona a dismisura quello del primo, proponendo all’utente una personalizzazione davvero vasta del protagonista e un sistema di combattimento ancora più profondo e appagante. A tutto questo, però, fa da contraltare una struttura di gioco ripetitiva e, peraltro, davvero molto simile al primo capitolo.
Se ti piace il sistema di combattimento tenderai a non farci caso e a goderti l’esplorazione e le lotte. Tuttavia, se cerchi un pizzico di varietà in più, allora il gioco potrebbe stancarti dopo qualche decina di ore (che comunque non sono poche). Sta di fatto che siamo di fronte a un GDR divertente e curato, che piacerà sicuramente a tutti gli appassionati del genere. Chiaramente, a patto di apprezzare l’incredibile difficoltà delle sfide proposte.
Un Giappone bello da vedere
La realizzazione tecnica di Nioh 2 è altalenante. Abbiamo delle texture e dei poligoni migliorabili, che compongono ambientazioni accettabili che, nel complesso, sono al di sotto di quanto visto in altri titoli di questa generazione.
A questo però, fa da contrappeso una direzione artistica superlativa, che ci regala delle ambientazioni, dei nemici e dei personaggi che hanno stile da vendere. Tra i continui rimandi al folklore e alla storia giapponese e alcuni paesaggi davvero belli, Nioh 2 ha un comparto artistico eccellente.
In ultimo, il comparto sonoro è ottimo, con musiche memorabili e sempre calzanti alle diverse situazioni.