La premessa di Deviler Us The Moon è davvero affascinante. Chi da piccolo non hai mai sognato di essere un astronauta e vagare per lo spazio? Certo, poi abbiamo scoperto che per raggiungere tale obiettivo avremmo dovuto studiare e prepararci ad una grossa gavetta. La vita nello spazio non è certo come ce la immaginiamo da piccoli. Niente alieni, niente pianeti bizzarri, ma solo il vuoto nero e assoluto di quello che c’é fuori dalla gravità terrestre. Spaventoso quanto affascinante. Un vuoto che ancora oggi attira l’immaginazione di disegnatori, scrittori, programmatori, ecc… che vedono in esso un universo infinito di possibilità.
L’idea di unire il fascino e la paura dell’infinito alla passione per gli astronauti deve essere quello che ha motivato KeokeN Interactive, un piccolo studio indie olandese fondato nel 2013 da Keon Deetman, Paul Deetman e Johan Terink, a creare Deliver Us The Moon. Il gioco uscì inizialmente in versione incompleta e in modo indipendente nel 2018 (con la promessa di un dlc finale), ma le critiche e le scarse vendite li spinsero a cercare un distributore, Wired Productions (Close to the Sun, GRIP: Combat Racing, Victor Vran: Overkill Edition, Max: The Curse of Brotherhood, Shaq Fu: A Legend Reborn, The Town of Light). Il gioco quindi venne ridistribuito in versione completa su Steam e ottenne un incredibile successo, al punto che ora è stato reso disponibile anche per Xbox One e PlayStation 4.
Un Mistero per la Salvezza del Mondo
Deviler Us The Moon si pone sulla scia di una serie di prodotti recenti che mostrano una fantascienza “realistica”. Film come Gravity, Arrival, Interstellar e The Martian sono tra i principali punti di riferimento di questo videogioco. La storia è ambientata in un futuro apocalittico molto prossimo dove le risorse naturali della Terra si sono esaurite. In un disperato tentativo di risolvere la crisi energetica, le potenze globali hanno creato la World Space Agency attraverso la quale hanno colonizzato la luna per poi iniziare a “usarla” come fonte di nuove risorse energetiche da inviare verso la terra.
Un giorno però tutte le comunicazioni dalla Luna alla Terra si sono improvvisamente interrotte, così come si è interrotto il flusso di risorse energetiche. Da quel fatidico evento, sono passati molti anni e la Terra è letteralmente diventata un gigantesco deserto, un territorio arido e desolato dove la vita umana ha ben poche speranze di sopravvivere. Andremo quindi a vestire i panni dell’ultimo eroico astronauta che partirà per una missione disperata verso la Luna per scoprire cosa è successo e ripristinare il flusso di risorse necessarie alla sopravvivenza umana. L’ultima speranza per il pianeta Terra.
Everybody’s Gone to… the Moon?
Se ti aspetti un titolo pieno di azione e movimento, un moderno sparatutto in prima o terza persona ambientato nello spazio, cambia idea. Considera che per la maggior parte del tempo, in Deliver Us The Moon, sarete soli, intenti a vagare per enormi ambienti desolati e deserti mentre cercate di risolvere un mistero di cui sapete davvero poco o nulla. Più avanti nel corso del gioco otterrete una piccola compagnia artificiale in un robot sferico, chiamato unità ASE, ma anche questo non allenterà la sensazione di assoluta solitudine. Non ci sono nemici da uccidere e i pericoli che dovrete affrontare sono tutti ambientali come la scarsità di ossigeno, guasti vari o qualche meccanismo impazzito.
Il ritmo di gioco rilassato e le aree civilizzate, ma allo stesso tempo desertiche, mi hanno immediatamente ricordato di Everbody’s Gone to the Rapture e di simili giochi di completa esplorazione. Il nostro obiettivo alla fine è semplicemente capire dove andare, come andarci e leggere/ascoltare/analizzare tutto quello che incrociamo. Questo ci permetterà di comprendere cosa è successo prima, durante e dopo la crisi arrivando alla fine a risolvere il mistero principale, ma anche a conoscere un mondo di gioco davvero ben strutturato e realistico. Il problema è che dovremo fare tutto questo leggendo spesso grosse schermate di testo (che fortunatamente vengono regolarmente inserite in un database e possono essere recuperate in qualsiasi momento). Certo, la traduzione italiana è ottima, ma non cambia il fatto che Deliver Us The Moon richiede i suoi tempi per essere giocato.
Tale calma di fondo è insita anche nel gameplay di Deliver Us The Moon. Ogni azione, anche la più semplice, potrà risultare complessa una volta che saremo nella nostra tuta da astronauta… e lo sarà ancora di più quando magari ci troveremo a gravità zero con l’ossigeno che inizia a diminuire o con un countdown a schermo che ci avverte che a breve succederà qualche disgrazia. Fortunatamente i comandi sono semplici ed intuitivi ed il gioco li ricorderà sempre a schermo così da venire in soccorso al proprio giocatore. Inizialmente l’astronauta potrà correre, scattare, interagire con gli oggetti e sfruttare una torcia. Più avanti otterrà anche una specie di raggio, da usare però esclusivamente per aprire alcuni passaggi. Non mancano anche alcune fasi che ci vedranno alla guida di determinati veicoli spaziali o della già accennata unità ASE o delle sequenze che presenteranno dei pulsanti da premere con il giusto tempismo. Un piacevole diversivo.
Mancando quasi completamente di nemici, in Deliver Us The Moon la sfida principale è composta da una serie di puzzle che si metteranno tra il nostro protagonista ed il suo obiettivo. Questi in realtà sono tutti abbastanza semplici e ripetitivi e ci chiederanno di interagire con determinati oggetti, trasportare e inserire delle grosse batterie di alimentazione o scoprire codici di accesso ed altre informazioni nascoste da qualche parte nell’area. Niente di troppo impegnativo. La difficoltà di Deliver Us The Moon è davvero bassa e di base è un gioco in cui è difficile fallire nella propria progressione della storia se non una o due volte. In ogni caso, stai tranquillo, il gioco salva automaticamente quando si entra in ogni nuova area anche se questo causerà un massiccio rallentamento visivo.
Come un Vero Paesaggio Lunare
Il principale pregio di Deliver Us The Moon è l’incredibile capacità di immersione che fornisce al giocatore, soprattutto nelle fasi in prima persona. Il gioco alterna infatti autonomamente tra la prima persona (usata soprattutto negli interni più angusti) e la terza persona. Nelle fasi in cui ti ritroverai a “respirare” dentro il casco la sensazione di solitudine e l’ansia da abbandono si faranno sentire in modo massiccio. Ti sembrerà di essere davvero immerso nel vuoto cosmico, portatore solitario e disperato di tutte le speranze di un mondo morente.
Purtroppo tale passaggio da prima a terza persona non presenta solo dei pregi, ma anche dei grossi svantaggi. Se infatti Deliver Us The Moon brilla soprattutto quando si cimenta nella prima, è nella terza persona che mostra tutte le sue debolezze. Con una resa grafica abbastanza scarna, ripetitiva e spoglia, anche per un vero paesaggio lunare. Non aiuta che le animazioni in terza persona del nostro astronauta sono spesso molto scattose e risaltano quasi fuori luogo rispetto allo scenario. Peraltro, io sapevo che il vetro dei caschi degli astronauti rifletteva la luce, ma nel gioco questo non avviene. Probabilmente sarebbe stato meglio ridursi esclusivamente alla prima persona, per quanto capisca l’idea dietro l’uso della terza.
La fotografia di Deliver Us The Moon è infatti magnifica e alcuni ambienti di gioco sono capaci di lasciare a bocca aperta per come sono stati realizzati e per gli effetti di luce che li popolano. Vedere il proprio protagonista piccolo, piccolo in una sconfinata distesa lunare è un’immagine di sicuro impatto. Purtroppo però tutta questa bellezza fa risaltare ancora di più i difetti scritti sopra. Ad una fotografia così stupenda, non corrispondono un’animazione ed una messa in scena delle aree di gioco altrettanto efficace. Peccato, perché anche la varietà di ambienti realizzati dagli sviluppatori è sorprendentemente vasta considerando le premesse. Ogni livello ha un proprio setting diverso e riconoscibile.
Un ultimo appunto va infine fatto sul comparto sonoro di Deliver Us The Moon che è davvero ottimo. La soundtrack originale è epica, rilassante ed allo stesso tempo desolante, perfetta per la storia del gioco. Incarna con una precisione incredibile ogni singolo momento e sarebbe degna di un prodotto cinematografico. Anche gli effetti sonori e le voci sono davvero ben fatte così come la recitazione dei vari attori coinvolti. Un ulteriore contributo all’immersione e alle emozioni che questo titolo può suscitare in chi lo gioca.
Lasciato un Po’ alla Deriva
Deviler Us The Moon è un gioco che presenta delle vette di qualità davvero enormi, ma che allo stesso tempo ha dei difetti impossibili da non notare. Anche la trama ambientalista è interessante ed attuale, ma non viene approfondita a sufficienza. Senza fare spoiler, avrei preferito gli fosse data più importanza e che il mistero si fosse risolto in modo diverso. Inoltre, per un gioco che basa tutta la sua esperienza ludica sulla storia, questa sa davvero tanto di già visto e mancano guizzi di originalità. Non che Deliver Us The Moon sia un brutto gioco, ma vale quei 25 euro?
Va infatti anche considerato che Deviler Us The Moon dura in tutto una decina di ore e successivamente ci sono ben pochi motivi per rigiocarlo. Per chi è appassionato di questo genere ed è rimasto senza validi alternative, sicuramente è un legittimo acquisto, ma in qualsiasi altro caso? In tal caso no. Se si deve scegliere tra questo e un altro titolo simile o se non si è fan di questa tipologia di videogiochi, ci penserei bene prima di fare l’acquisto e magari aspetterei qualche offerta. Perché Deliver Us The Moon merita di essere provato, lo merita davvero, ma purtroppo ha delle mancanze troppo grosse per risultare, non dico perfetto, ma almeno pienamente soddisfacente. Resta comunque un signor gioco considerando che è il primo prodotto serio di KeokeN Interactive, a cui auguro di proseguire su questa strada e migliorarsi costantemente.