Esistono scene videoludiche che ti rimangono dentro. Boss-fight pazzesche che ti strappano un sorriso quando ripensi a come, dopo 1000 tentativi, tu sia riuscito a vincerle. Cutscene cinematografiche ed emozionanti che riescono sempre a coinvolgerti, anche dopo averle viste e riviste. Spesso e volentieri, lo scenario si annulla e vieni trasportato dentro le vicende del tuo protagonista preferito, senza neanche rendertene conto; alcune volte è bene, altre un peccato.
È il caso dei campi di fiori bianchi, teatro di tante battaglie e tante, importantissime scene videoludiche: ecco qui la mia Top 5 di quelle più simboliche. Ricorda: leggi a tuo rischio e pericolo, l’articolo è pieno zeppo di spoiler.
5 – Boss Fight con Torkdrift in Super Mario Odyssey
Torkdrift è un disco volante robotico che ricorda un fiore e il secondo boss del regno della selva in Super Mario Odyssey. Durante il filmato “Ingresso al giardino segreto“, Torkdrift può essere visto volare nel campo e risucchiare i fiori bianchi presenti. In questo caso, il campo di fiori bianchi è funzionale allo scontro stesso, in quanto i candidi petali verranno sfruttati dal boss. In battaglia, Torkdrift attacca mirando e sparando raggi laser su Mario, ma in generale non è una boss-fight troppo ostica.
4 – Dante e Vergil combattono insieme nel finale di Devil May Cry 5
Cosa c’è di meglio di una bella riunione familiare eh? Magari non in questo periodo storico, per quanto ci riguarda, ma quelle tra i gemelli Dante e Vergil dell’universo Devil May Cry sono sicuramente le più agitate. In Devil May Cry 5, dopo l’ultima missione del gioco in cui facciamo “ragionare” Vergil utilizzando le brutte maniere, assisteremo ad una bellissima cutscene in cui questo regala il libro del suo alterego V al figlio Nero; si tratta di un simbolico “passaggio di consegna”: ora tocca a Nero proteggere l’umanità, avendo dimostrato la sua maturità e il suo potere rilasciando finalmente il suo Devil Trigger.
Dopo avergli regalato il libro, Dante e Vergil si lanciano negli inferi per sradicare l’albero demoniaco che sta devastando la città e qui, per la seconda volta durante tutta la saga originale di Devil May Cry, si ritroveranno alleati contro i demoni infernali. Questa piccola battaglia si svolge durante i titoli di coda, ma ciò che colpisce è l’ambientazione in cui si svolge lo scontro: un campo immenso di quelli che sembrano essere fiori bianchi demoniaci. Su cosa simboleggino ancora si discute, ció che è certo è che non sono stati inseriti casualmente; la purezza d’animo ritrovata da Vergil o semplicemente simboleggia il color argenteo dei capelli dei due gemelli?
3 – La promessa di Squall in Final Fantasy VIII
Chi ha un po’ di anni in più sul groppone, si ricorderà sicuramente di Final Fantasy VIII. Annoverato tra i Final Fantasy migliori mai rilasciati, ha una scena particolare ambientata in un campo di fiori bianchi (e gialli): la promessa di Squall a Rinoa. Quando si arriva al terzo disco e in questo immenso campo fiorito, ci si renderà conto immediatamente che il giardino infinito è lo stesso presente nell’opening di Final Fantasy VIII, quasi ad annunciare l’importanza dell’evento che di li a poco si svolgerà.
Squall incontra Rinoa nel giardino fiorito vicino all’orfanotrofio di Edea: lei gli parla di un brutto sogno che aveva fatto, in cui dovevano andare a vedere le stelle cadendi insieme; lei aveva messo i suoi migliori vestiti e l’anello di Squall ma, al momento di uscire, non si ricordava dove si dovevano incontrare e, nonostante l’avesse cercato ovunque, non lo trovó mai. Ed è in quel preciso momento che Squall, a parole sue, fa una promessa a Rinoa:
” Io ti aspetterò qui. Se verrai qui, mi troverai.”
Il campo di fiori bianchi e gialli, in questo bellissimo momento di Final Fantasy VIII, ha una forte simbologia per entrambi i personaggi: per Rinoa i fiori simboleggiano la liberazione da Artemisia e il riacquisto del controllo del proprio corpo mentre per Squall rappresentano la sua “sbocciatura”; da quel momento in poi, infatti, il protagonista darà molta più importanza a valori come l’amicizia, abbandonando un minimo il suo lato duro.
2 – La fine del sogno del cacciatore in Bloodborne
Il pluripremiato Bloodborne di From Software ha uno dei campi di fiori bianchi più simbolici (se non il più simbolico in assoluto). Si trova nell’ultimo parte del gioco, durante la boss-fight con Gehrman il primo cacciatore; a seconda di quale scelta prenderai sulla proposta di Gherman, potrai vedere fino a 3 finali diversi, scegliendo se continuare il sogno o iniziarne uno nuovo.
Il campo di fiori bianchi, con la luce lunare normale risultano opachi, quasi spenti nonostante il chiarore del satellite naturale. Durante la fase della “Luna Rossa” i fiori nel sogno reagiscono alla luce della nuova luna brillando se vengono osservati da dietro il personaggio, con la visuale allineata con il satellite. Il campo fiorito è composto da un solo tipo di fiore ma le teorie su quale tipo esso sia sono 4:
- Giglio di Pasqua: associato ai servizi funebri, simboleggia l’innocenza e la purezza e, in ambito cristiano, anche la resurrezione di Cristo
- Crocco della neve: simboleggia la verità, il nome deriva da una leggenda greca
- Fiore di flanella: non ha una simbologia forte, ma assomiglia ai fiori del campo di Bloodborne
- Stella di Betlemme: simboleggia la nascita di Cristo ed è detto anche “fiore che consola gli inconsolabili”; simboleggia la speranza e la purezza
Purtroppo non abbiamo informazioni certe su che tipo di fiore sia quello presente in Bloodborne, ma questo non toglie nulla al forte significato che ha il campo fiorito in quel determinato momento del videogioco.
1 – La morte di The Boss in Metal Gear Solid 3: Snake Eater
Il genio di Hideo Kojima, durante questa scena, raggiunge uno dei punti più alti della Metal Gear saga.
Da una parte c’è Naked Snake e dall’altra The Boss, la sua insegnante; Snake è quasi costretto dagli Stati Uniti a metter fine alla “criminale di guerra” The Boss. Prima della Boss-fight, The Joy (primo pseudonimo di The Boss, chiamata così per via della gioia provata combattendo) mostra la sua cicatrice a forma di serpente a Snake, rivelandogli di aver partorito in battaglia e che la sua diserzione dall’esercito americano a favore di quello russo era una totale messinscena per cercare la pace tra le due fazioni.
Come ogni elemento di tutte le opere di Hideo Kojima, anche il campo di fiori bianchi (che sono in realtà “Stelle di Betlemme”) non è messo lì casualmente: rappresenta la speranza di pace tra Stati Uniti e Russia di The Boss esattamente come al tempo della Germania nazista. Dopo lo scontro tra allievo e insegnante, finito con la vittoria di Snake e la morte di The Boss, il campo di fiori bianchi si tinteggia di rosso: ai più potrebbe sembrare il colore del sangue, simbolo di morte e sofferenza. In realtà simboleggia l’amore di The Boss per il suo paese, il sacrificio finale per il bene della patria che solo il suo allievo prediletto Jack (Naked Snake) poteva render possibile.
Una scena toccante, mozzafiato, degna conclusione di un’opera d’arte come Metal Gear Solid 3 e l’inizio della storia di quello che poi diventerà Big Boss.