“Il golf è un gioco noioso, che possiamo fare?”
Questa frase, pronunciata da uno dei computer presenti nel dedalo di stanze che compone What the Golf, sintentizza l’essenza di questo bizzarro titolo indicato dai suoi creatori come il gioco di golf per chi odia il golf.
Entrando in questa recensione dimentica Chicco Molinari, Tiger Woods, putt, birdie e tutto quello che sai sul golf, perché è un gioco troppo noioso per quelli di Triband. Uscito lo scorso anno per iOS e PC, l’esilarante What the Golf da il meglio di sé su Switch.
What The Golf arriva su Switch e dà il meglio di sé
Quello che già funzionava su Apple Arcade e computer è rimasto, in più ci sono alcune aggiunte che rendono la versione Switch la migliore.
La campagna per giocatore singolo è sostanzialmente invariata rispetto a quanto visto lo scorso anno, tuttavia la versione Switch ha qualche opzione di gameplay in più e alcune aggiunte. Lo scopo del gioco rimane sempre quello di avanzare con la nostra pallina attraverso le varie stanze, completando ogni livello man mano che ce li troviamo davanti.
E’ importante tenere a mente che ogni buca-livello è a sua volta suddivisa in 3 parti, che dovremo superare se vogliamo ottenere la corona che ne sigilla il completamento e che è indispensabile per sbloccare dei bonus. E’ un’attività che non pesa affatto, visto che i 3 sottolivelli, pur condividendo lo stesso tema, sono diversi tra di loro.
Tornando al gameplay, i giocatori potranno scegliere se giocare in modalità touchscreen oppure usando i controller, passando dall’uno all’altro sistema senza problemi.
Anche se è possibile giocare What the Golf con la console in modalità docked, alcuni livelli sviluppati in prima persona richiederanno l’utilizzo dei controlli di movimento, mentre altri necessiteranno che i Joy-Con siano connessi.
Personalmente ritengo che la modalità docked sia più indicata per il multiplayer, mentre quella portatile si adatta meglio alla campagna per giocatore singolo.
Se in un primo momento viene più immediato utilizzare i controlli touchscreen, man mano che si gioca diventa istintivo prediligere il controller fisico; questo non perché i controlli touch non funzionino a dovere, tutt’altro. Rimane comunque positivo avere più scelte.
Come accennavo in precedenza, per passare da un sistema di input all’altro non occorre entrare dentro menu vari o fare particolari operazioni: basta toccare lo schermo (o i tasti) per cambiare tipo di controllo. Il gioco supporta qualunque configurazione dei comandi che sia supportata da Switch, a dimostrazione della cura riposta in questo porting, con l’obiettivo di rendere il titolo come se fosse stato creato avendo in mente la console Nintendo.
La vibrazione HD aggiunge un ulteriore livello all’esperienza, pur se poco utilizzata, la piccola vibrazione che si fa sentire quando colpiremo nel punto giusto rende la sfida ancora più soddisfacente.
Una panoramica delle modalità
Tra le novità più importanti, il gioco arriva sull’ibrida Nintendo con la modalità Party a due giocatori, che non esisteva su PC e dispositivi Apple; questa modalità, come suggerisce il nome, vede due giocatori impugnare un Joy-Con ciascuno ed affrontarsi in una serie di livelli competitivi, ed è un vero spasso.
Entrambi i contendenti sono chiamati a completare 11 livelli casuali, basati su quelli presenti nella campagna, nel tentativo di raggiungere la buca per primi. Come nella campagna i livelli sono molto diversi tra di loro, con alcuni più simili a dei puzzle, altri basati sull’abilità e altri ancora che possono funzionare solo in multiplayer, come quello in cui comandiamo due oggetti legati l’uno all’altro e dovremo ribaltare il nostro avversario.
Ci sono talmente tanti livelli che in svariate ore di gioco non ho mai incontrato una ripetizione, di nessun tipo.
Proseguendo con lo spirito che anima What the Golf, pochi dei livelli della modalità Party sembrano realmente golf. Una volta completati gli 11 livelli, i due giocatori si affrontano per l’ultima volta in un’arena, con un numero di vite che dipendono da quanto fatto negli stage precedenti.
Le prove finali sono soltanto 3, tutte divertenti come quella in cui combatteremo su una sedia da ufficio, cercando di tirare palloni da spiaggia esplosivi al nostro avversario.
La vittoria dipende da come avremo disputato la prova finale e da quante vite avremo, se avremo vinto alcuni dei round precedenti.
Una partita completa nella modalità Party difficilmente prende più di 10 minuti, in cui necessiteremo solo dell’analogico e del tasto A: ci sono meno mini giochi, più micro giochi che spesso durano una manciata di secondi.
Quella multigiocatore è una modalità pensata per essere estremamente accessibile ed immediata, appetibile anche per chi non è un gamer incallito.
Certo, talvolta i livelli sono sbilanciati a favore di uno dei due contendenti e talvolta vorremmo avere la possibilità di saltare alcuni livelli, ma con una curva di apprendimento bassissima e il divertimento che sanno dare le partite si supera tutto con una risata.
E’ impossibile fare una partita veloce: si finisce sempre per continuare ad oltranza tra imprecazioni, risate e urla di varia natura.
Segnali di Stile
Da un titolo come What the Golf sarebbe stato impossibile pretendere uno stile diverso da quello utilizzato. La grafica cartoonesca e supercolorata rende alla perfezione lo spirito di un titolo leggero e divertente come pochi ne abbiamo visti negli ultimi anni; si registra solo qualche piccolo calo di frame e qualche glitch, ma nulla che pregiudichi l’esperienza di gioco.
Buono il comparto sonoro, composto principalmente dagli effetti sonori dei vari livelli.