Analizzando la grande tradizione dei film che successivamente diventano videogames, Sony ci ha portato Stuart Little 2 per PlayStation One il 17 luglio del 2002, creando quello che, forse, voleva essere un titolo speedrun in stile Super Mario. Come con la maggior parte dei giochi che sono stati rilasciati su PlayStation One in quel periodo, Stuart Little 2 è stato realizzato puntando a colpire una fascia ben definita di giocatori, ovvero, i bambini che hanno apprezzato il film.
Nonostante il gioco si sia ispirato ad altri titoli ben più famosi e affermati nel campo dei videogames, è riuscito ad attirare un pubblico che, a distanza di anni, ancora ricorda le ore trascorse a giocare insieme al topolino più simpatico di Manhattan.
Stuart Little a difesa della città
Basato sul film Stuart Little 2, il videogioco era una sorta di reinterpretazione di Super Mario in cui si doveva correre, saltare, nuotare, arrampicarsi ed esplorare i luoghi della città, ricercando i gioielli rubati dal malvagio Falcon. Il titolo mi ha praticamente cresciuto e la possibilità di poter rigiocare i livelli superati mi ha garantito ore di divertimento, grazie anche all’esplorazione lungo le strade di New York.
Come quasi tutti i giochi usciti in quel periodo l’obiettivo finale in ogni livello era quello di accumulare degli anelli, paragonabili alle stelle o alle monete di titoli simili, necessari per completare il livello e sbloccare il successivo, quindi, la ricerca di ogni singolo oggetto diventava una vera e propria sfida regalando soddisfazione al bambino che fosse riuscito a collezionare i fatidici oggetti richiesti.
Il segreto del perché Stuart Little 2 non mi ha mai stancato
Ovviamente il concetto della ricerca degli oggetti e il dover accumularli è qualcosa che già il mondo dei videogames conosceva grazie a Super Mario 64, disponibile soltanto su Nintendo. L’arrivo di un titolo come Stuart Little sulla console che poi diventerà la più veduta al mondo, ha fatto si che tutti coloro volessero giocare uno speedrun senza acquistare una Nintendo potessero soddisfare il loro desiderio.
Livello dopo livello, le meccaniche del gioco portano l’utente (il bambino) ad elaborare nuove strade e tecniche per aggirare il nemico che protegge l’anello da collezionare evitando, così, che il gioco diventi monotono a causa proprio della ripetitività delle strategie.
Stuart Little ha a disposizione una raccolta di mosse in stile platform utilizzabili nei livelli del gioco, infatti, in ogni livello era possibile raccogliere piccoli pezzi di frutta da lanciare contro i nemici oppure utilizzare l’abilità speciale per aggirare la minaccia.
Come ogni roditore che si rispetti, Stuart Little era anche capace di arrampicarsi sui pali e su una vasta varietà di superfici opportunamente contrassegnate ma, essendo un topolino speciale, Stuart poteva persino afferrare dei palloncini per volare attraversando la mappa.
Ricordare Stuart Little per ciò che è
Da piccolo dopo aver visto il film ho voluto assolutamente giocare il videogames che uscì per Playstation One, e a distanza di anni ci rigiocherei con la stessa passione e dedizione di 18 anni fa. La curiosità di un ventenne sicuramente non è paragonabile a quella di un bambino, ma di sicuro starei ore davanti allo schermo alla ricerca degli anelli rubati per riconsegnarli ai legittimi proprietari, un po’ come un onesto cittadino che riconsegna il portafogli caduto al passante.