Ieri sera alle ore 22.00 è andato in onda, sui canali ufficiali PlayStation, il nuovo State of Play dedicato esclusivamente a The Last of Us 2. Analizziamo insieme quanto ci è stato mostrato.
La presentazione si apre riproponendo integralmente l’ultimo story trailer rilasciato giusto qualche settimana fa.
Subito dopo è lo stesso director del gioco e vicepresidente di Naughty Dog, Neil Druckmann, ad aprire le danze accompagnandoci nella visione di quelle che saranno alcune fondamentali feature del gioco in uscita fra tre settimane (preordinabile su Amazon tramite questo link) ed inedite finora.
Ambientazione ed esplorazione
Il gioco sarà ambientato diversi anni dopo la fine degli eventi del primo capitolo, anche se alcune immagini ci mostrano chiaramente gli ultimi eventi del primo The Last of Us in una nuova veste grafica. Ragion per cui possiamo legittimamente ipotizzare che ci saranno alcune fasi di gameplay (o semplici flashback) con cui potremo rivivere determinate fasi del primo capitolo.
Ellie e Joel si sono stabiliti definitivamente a Jackson, Wyoming, la dinamica comunità di sopravvissuti che abbiamo già avuto modo di conoscere nel primo The Last of Us che, con gli anni trascorsi, è cresciuta fino a diventare una vera e propria città, trovando una condizione di pace e stabilità. Ellie adesso ha 19 anni ed ha finalmente una vita “normale” all’interno delle recinzioni di Jackson, ma questa pace non è destinata a durare a lungo.
In seguito ad un “evento violento e traumatico”, stando alle parole di Druckmann, Ellie tornerà all’esterno in cerca di vendetta. Il che ci darà modo di visitare nuove zone, mai viste nel primo capitolo, e fare la conoscenza delle nuove fazioni ostili di umani che si sono sviluppate durante questi anni.
La storia si svolgerà, per la maggior parte del tempo, in quel che rimane di Seattle. In questa ex-zona di quarantena, Druckmann ci descrive come hanno reso le stesse ambientazioni molto più dinamiche, introducendo nuovi modi per esplorare il mondo circostante. Esattamente come Joel nel lontano 2013, Ellie potrà arrampicarsi e saltare, ma (decisamente in stile Death Stranding) adesso “potrà usare anche funi per scalare sezioni verticali ed oscillare, scoprendo nuove aree, risorse ed eventi secondari”.
Queste implementazioni, inoltre, fungeranno anche come nuovi approcci al combattimento e, soprattutto, alle fasi stealth.
Le nuove fazioni all’interno di The Last of Us 2
Combattimento che vedrà Ellie cimentarsi con queste due nuove fazioni sopracitate che si contenderanno il territorio e le risorse di Seattle, oltre gli immancabili infetti, impreziositi dall’aggiunta di nuove specie come i veloci Runner, i furtivi Stalker, i corazzati Shambler ed altre specie non mostrate.
Uno di questi gruppi è il WLF, Washington Liberation Front, che nasce come milizia di resistenza all’occupazione militare di Seattle. I component di WLF sono ben addestrati, organizzati ed equipaggiati con armi rubate all’esercito e, sostanzialmente, spareranno a vista agli intrusi.
Sul fronte opposto abbiamo un gruppo di fanatici religiosi noti come Serafiti (o Iene), caratterizzati dalle ferite che si autoinfliggono sul volto. Esattamente come il WLF, sono tribali e territoriali, ma a differenza di questi ultimi preferiscono muoversi furtivamente, nascondendosi nella vegetazione, usando armi silenziose (come archi o frecce).
Questo ci suggerisce in maniera palese quanto può cambiare drasticamente il nostro approccio al gameplay, a seconda delle diverse situazioni che ci troveremo ad affrontare in The Last of Us 2, dove molto spesso, ci suggerisce Druckmann, saremo costretti a fuggire e nasconderci.
Anche il sistema melee è stato migliorato ripensando quella che era la schivata del primo The Last of Us, integrandola in un sistema di contrattacchi molto più dinamico rispetto al passato, e che ci suggerisce quasi un feeling dove concatenare delle combo per evitare ad Ellie di subire danni.
Anche in The Last of Us 2 non saremo sempre soli contro i nemici e, così com’era la stessa Ellie per Joel, anche qui avremo diversi comprimari che ci forniranno supporto durante alcune fasi di gioco. Da quello che si è visto, il sistema di supporto è rimasto sostanzialmente invariato, apportando corpose migliorie all’IA e aggiungendo nuove animazioni.
Non mancheranno inoltre fasi in cui saremo chiamati a difenderci non solo da infetti, WLF e Serafiti singolarmente, ma anche da combinazioni di questi e, creando scompiglio, riuscire a metterli gli uni contro gli altri, dando al giocatore la possibilità di proseguire indisturbato attraverso la confusione generatasi.
Pressoché invariato anche il sistema di crafting, ma migliorato, reso più agevole ed impreziosito di numerosi dettagli, come il vedere fisicamente, ad esempio, il singolo componente dell’arma che stiamo migliorando venire smontato, modificato e rimontato. Il tutto con una resa grafica ed una minuzia per i dettagli altissima (del resto il gioco girava su PlayStation 4 Pro, con buona pace di tutti noi possessori di PlayStation 4 liscia che già pregustiamo gli innumerevoli cali di frame che ci aspettano).
Infine il buon Neil Druckmann si congeda lasciandoci alla visione di un’intera sequenza di gameplay, non commentata, inedita. Lascio il video con la suddetta sequenza in calce all’articolo e, prima di salutarti, ci tengo a farti tenere a mente due concetti chiave durante la visione: crudeltà e varietà di animazioni.
Buona visione.