Gloomy Eyes è un cortometraggio in realtà virtuale sbarcato alcuni mesi fa per SteamVR. Ora che il titolo è arrivato anche su Oculus Store, ti andremo a parlare di questa piccola perla di animazione in VR.
Gloomy Eyes ha sempre portato sulle sue spalle delle grandissime aspettative, tanto che il progetto ha persino coinvolto l’attore Colin Farrell che ha, in questo caso, avuto il compito di interpretare la voce del narratore.
In più il titolo ha vinto numerosi premi fra cui l’Artistic Achievement e l’Audio Achievement ai Raindance Immersive Awards 2019 ed è stato presentato in occasione di eventi cinematografici piuttosto rilevanti, come il Sundance 2019 festival e il South by Southwest 2019 festival. Perché tutto quest’entusiasmo? Scopriamolo insieme!
Due occhi che gettano luce in un mondo oscuro
Gloomy Eyes è una storia d’amore tra un bambino zombie di nome Gloomy e una bambina mortale di nome Nena. La storia si svolge in un mondo in cui il sole si è stancato di illuminare gli umani, ha deciso di nascondersi e non sorgere mai più. Poco dopo questa disgrazia, comincia a diffondersi la piaga dei non morti.
Corre l’anno 1983, Gloomy e Nena si trovano a Woodland City; in questo luogo essere uno zombie è contro la legge, tanto che esiste una squadra di cacciatori di zombie capitanata nientemeno che dallo zio di Nena, suo tutore adottivo. Già dal prologo scopriamo che i non morti sono in circolazione da più di un decennio e che non riescono a convivere in modo pacifico con le persone ancora in vita.
Il povero Gloomy al contrario degli altri è uno zombie molto speciale, visto che non riesce a convivere né con i vivi né con i suoi compagni non morti. Il piccolo sembra essere dotato di una particolare luce interiore e, se gli occhi sono lo specchio dell’anima, i suoi grandi e luminosi suggeriscono in lui più vita di quanta non ne sia rimasta nei tenebrosi esseri viventi presenti nel corto. In qualche modo è come se la forza del sole risiedesse al suo interno.
Senza cadere nello spoiler ti dico soltanto che, al di là della magnifica esperienza visiva, il titolo presenta una storia davvero dolce, di una delicatezza molto particolare. Anche se in soli 30 minuti di visione, tutto risulta estremamente curato, dall’universo narrativo ai personaggi, tutti affascinanti e dal design esplicativo.
Peccato per una scelta in particolare che va a minare la qualità della trama. La scelta di suddividere questo cortometraggio in capitoli non si rivela azzeccata, almeno nella modalità in cui è stata resa; al termine di ognuno, verrai sbalzato nel menù principale di gioco, andando così a frenare un ritmo della narrazione che di per sé funzionerebbe alla grande. Un’unica storia, con la possibilità di fermare la visione e riprenderla nel punto in cui la si era interrotta, sarebbe stata una scelta di gran lunga più apprezzata.
Escludendo il primo episodio, che si prende il doveroso tempo necessario per seminare le premesse narrative, il secondo e il terzo episodio sono quasi uguali. Entrambi hanno un ritmo dinamico, presentano una qualità e una durata simile e godono di una migliore struttura narrativa.
Gloomy Eyes è stupendo da guardare (e da sentire)
Il punto più forte dell’offerta di Gloomy Eyes è quello tecnico. Lo stile artistico ricorda in modo molto palese quello di Nightmare Before Christmas di Tim Burton, ma con animazioni odierne e un design ancora più particolare ed eccentrico. Sono quasi sobbalzato scoprendo che il titolo è interamente realizzato in Unity Engine, qui portato al suo estremo assoluto. La qualità dei modelli e del mondo di gioco è impressionante, con una quantità di dettagli a schermo piuttosto sbalorditiva, che fa venire voglia di mettere in pausa e osservare tutto quello che c’è nei vari scenari.
Per quanto riguarda gli scenari, questi vengono visualizzati come fossero degli enormi diorami sospesi nel nulla, immersi nella fonda oscurità di un mondo privo di sole. Saranno proprio le luci molto spesso a impostare i cambi di scena, a trascinare insieme ai meravigliosi suoni di gioco il nostro sguardo verso il prossimo scenario, in un flusso di continuità che riesce a coinvolgere e a stupire. Una scena in particolare, presente nel secondo episodio, unisce luce, musica e spazio in un modo indimenticabile, in grado di sfruttare appieno le possibilità offerte dalla realtà virtuale. In questi momenti, Gloomy Eyes raggiunge vette inaspettate.
A tal proposito ti ricordo che Gloomy Eyes è un’esperienza a 6 dimensioni di libertà, per cui preparati a dovere con una sedia con cui girarti a 360 gradi.
Il comparto sonoro è d’eccellenza, la spazialità dei suoni è impressionante e le musiche sono sempre adatte alle scene che accompagnano, andando a creare spesso e volentieri una sinergia travolgente fra suono e immagine. Il tutto coadiuvato dalla voce calda e rassicurante di Colin Farrel, anche se a volte le sue frasi risultato ridondanti, perché talvolta un chicco in ritardo rispetto alle immagini mostrate in scena.