The Hand of Glory è un videogioco di produzione italiana presentato per la prima volta alla Milano Games Week del 2018 dopo aver completato la raccolta fondi tramite Kickstarter, come molti dei videogiochi Indie. MadIt Entartaiment, capitanata da Stefano Rossitto, debutta con questo suo primo titolo diviso in due capitoli ambientato a Miami e in Italia. In collaborazione con Daring Touch, che ha curato i doppiaggi, nasce quest’avventura grafica in 2D ad alta risoluzione che ti farà affezionare ai personaggi che caratterizzano la trama ben sviluppata. In questa recensione analizzeremo The Hand of Glory in ogni suo aspetto.
Una trama ben concepita
The Hand of Glory inizia con un piccolo tutorial esplicativo che ti farà immergere fin da subito nella storia del gioco introducendo Lazarus Bundy, ovvero il sarcastico detective con il quale dovremo risolvere enigmi più o meno difficili per venir a capo e risolvere il misterioso rapimento di Kathrin Mulzberg.
Oramai sull’orlo di una crisi esistenziale, dopo aver fallito l’ultimo caso, Lazarus Bundy decide di tornare alla ribalta intraprendendo le indagini in maniera “non ufficiale”, dopo essere stato radiato dal suo dipartimento, per salvare la sua carriera. In suo aiuto ci sarà la stagista Alice Sharp, figlia di un noto detective della HPD, desiderosa di mostrare il suo valore con le doti informatiche e di cinesica. Tra esoterismo ed enigmi da risolvere, la trama si infittisce man mano che si prosegue nella storia di questo primo capitolo di The Hand of Glory che inizia a Miami per poi spostarsi in Italia.
Un gameplay semplice e lineare
Il gameplay è molto semplice e intuitivo e fa capire fin da subito le dinamiche di gioco con le quali affrontare le sfide: avrai a disposizione un inventario di oggetti che potrai utilizzare con l’ambiente circostante, o combinarli fra loro, per risolvere gli enigmi che ci vengono proposti utilizzando il vecchio e caro mouse, come ogni punta e clicca che si rispetti. La difficoltà dei vari quesiti aumenta in maniera crescente e a volte dovrai tornare sui tuoi passi e parlare con i vari personaggi dislocati nelle scene per capire quale sarà la prossima azione da compiere per proseguire. Non sarà sempre semplice risolvere gli enigmi e dovrai acuire il tuo spirito di osservazione e stare molto attento ai dialoghi pensando anche fuori dagli schemi.
Comparto grafico non eccelso a confronto di una colonna sonora ben realizzata
Essendo oramai abituati a titoli graficamente impegnativi come gli ultimi FPS e gli “Open World” di ultima generazione, la grafica di The Hand of Glory non sfigura anche se non risulta essere eccelsa. I disegni delle ambientazioni e dei personaggi non risultano essere perfettamente realizzati e sicuramente ci si poteva aspettare un qualcosa in più, ma l’impegno e la cura nei dettagli rimane sicuramente di buona fattura. Tuttavia il comparto sonoro dei dialoghi e la musica sono il fiore all’occhiello di questo titolo e colmano il piccolo vuoto dei disegni poco appaganti.
Dialoghi ben strutturati e un ottimo doppiaggio
L’attenzione nel creare i dialoghi scritti riposta dal team di sviluppo è stata davvero tanta e i risultati sono evidenti: sarcasmo e cinismo si mescolano alla perfezione in maniera fluida facendo affezionare i giocatori ai personaggi. A chiudere il cerchio arriva il doppiaggio in inglese, con sottotitoli in italiano, davvero ben eseguito e in sincronia per un coinvolgimento niente male. Unica piccola pecca la mancanza di un doppiaggio in lingua italiana che sarebbe stata piuttosto gradita dal pubblico del bel Paese.
Il salva/carica vecchio stile dal menù opzioni
Per salvare i progressi ti basterà semplicemente cliccare sul tasto ESC per accedere al menù delle opzioni ed eseguire il salvataggio su uno slot libero. Non si sente infatti la necessità di un autosalvataggio durante il gioco dato che avremo molto tempo per decidere le azioni da compiere, tranne in alcuni frangenti dove, se non si agisce in maniera repentina, moriremo ricominciando dalla scena precedente.
Easter egg sparsi ovunque
Durante il gioco sono presenti parecchi Easter Egg sbloccabili a volte utilizzando in maniera inusuale i propri oggetti dell’inventario come ad esempio utilizzando il distintivo sulla tv di Blowtorch. Curioso che lo sviluppatore abbia utilizzato gli Easter Egg anche per raccontare un po’ della sua biografia (foto sul comodino di Lars, e non dico altro) e le menzioni ai film e al mondo del cinema in generale è davvero divertente e dona al gioco un tono scanzonato che non guasta mai.