Il parco titoli indie per Nintendo Switch si arricchisce di un titolo dal gameplay interessante, peccato per alcune pecche che minano la godibilità del titolo.
Il titolo uscirà il 3 luglio 2020 per Nintendo Switch e sarà disponibile all’acquisto al prezzo di 12 €.
La speranza è l’ultima a morire
Sulla trama di Infinity si potrebbe dire tutto e niente, ma noi cercheremo di dire il giusto.
La storia del titolo ruota attorno ad una caduta pressoché infinita, un continuo andare verso il basso che condiziona Hope, il protagonista del gioco, che cerca di uscire da questa spirale senza fine cercando dentro se stesso.
Durante il nostro viaggio, senza spoilerare niente, incontreremo personaggi come Poetry e Memory che ci aiuteranno, tramite metodi che vanno dalla meditazione alle pozioni, a mettere fine al nostro fardello che lentamente ma inesorabilmente ci allontana dalla realtà.
La trama è allo stesso tempo un pro ed un contro in quanto ad una premessa davvero interessante si contrappone una sporadicità troppo elevata dei dialoghi ed una difficoltà di interpretazione degli eventi veramente notevole che fanno passare in secondo piano la storia e che quindi diventa un semplice elemento di contorno ai puzzle che ci propongono i ragazzi di Barnaque.
Il mancato supporto della lingua italiana rischia di rovinare l’esperienza di gioco a chi non è affine con la lingua.
Grafica che vaga tra genio e sregolatezza
Sicuramente il comparto grafico di Infini è da lodare, mai banale e sempre attento ai dettagli.
Dal design dei personaggi a quello dei fondali, il titolo ci porta in un viaggio psichedelico dove la realtà è solo un caro ricordo, ci immergeremo in mondi pieni di creature mai viste prima.
Le animazioni e i disegni alla base sono semplici, ma l’inventiva dietro ad ogni personaggio e ad ogni ambientazione è sbalorditiva, la semplicità unità alla più pura immaginazione è una combo che funziona più che bene.
Il titolo è sicuramente un piacere da vedere e ci spinge ad usare la nostra mente per capire l’origine di alcuni npc, vista l’atmosfera che sembra ricordare in alcuni tratti un misto fra tradizioni Buddiste ed una cerimonia sciamanica a base di Ayahuasca; Infini ci spinge ad indagare su quali religioni o ideologie siano state prese come spunto per costruire alcuni personaggi.
Un suono tutt’altro che celestiale
Sicuramente la pecca più grande del titolo è il comparto sonoro, i suoni molto semplici e non osano mai più di tanto, al contrario della colonna sonora, che forse osa fin troppo.
La colonna sonora non riesce neanche lontanamente a reggere il passo con il comparto grafico del titolo, le tracce diventando tediose e ripetitive dopo poco tempo, sicuramente il titolo è più godibile facendo andare a cannone la propria playlist rilassante di fiducia, questo castra l’esperienza di gioco che sarebbe sicuramente salita di livello se supportata da un sonoro adeguato.
Un puzzle Infini-to
Come già detto precedentemente, il titolo è un puzzle game strutturato a livelli che metteranno alla prova persino un giocatore navigato.
Infini comprende circa un centinaio di livelli che, con il proseguire della storia, oltre a salire di difficoltà implementeranno sempre nuove meccaniche di gioco che renderanno più strutturato un gameplay solido che regalerà ore di divertimento.
La premessa iniziale è molto semplice, durante la nostra caduta dovremo centrare un piccolo anello posto a mezz’aria, con l’avanzare dei livelli impareremo sempre nuove tecniche come il rallentamento o la velocizzazione.
Oltre alle abilità sopracitate, dovremo anche imparare a giocare con lo zoom della telecamera che ci permetterà di rendere intangibili i muri che saranno fuori dal nostro campo visivo.
Il livello di sfida sarà discretamente elevato visto che il tempismo, la conoscenza e la manualità per concatenare le diverse abilità saranno un prerequisito fondamentale per proseguire nel titolo, la curva di apprendimento è ben fatta e non troppo punitiva verso i novizi dei puzzle game anche se con il proseguire dei livelli anche i giocatori più avvezzi al genere troveranno non poche difficoltà.
Una possibile gemma sprecata
Sicuramente, visto anche il prezzo esiguo, Infini resta un buon titolo con un rapporto qualità/prezzo più che soddisfacente, alcune pecche come il comparto sonoro ed un trama di difficile comprensione allontanano il gioco dall’eccellenza che avrebbe potuto raggiungere con alcuni accorgimenti.
Indubbiamente i ragazzi di Barnaque con il loro prossimo titolo riusciranno ad imparare dai loro errori e a regalarci un titolo che non avrà niente da invidiare ad un gioco tripla A.