Che popolo meraviglioso quello giapponese. In grado di sposare la loro tradizione millenaria, con città all’avanguardia e super hi-tech, creando dei paradisi per noi, piccoli nutellosi nerd, come Akihabara e nello stesso quartiere templi bellissimi e pieni di storia. Tuttavia, come ben saprai, il Giappone, ha una cultura estremamente particolare e cose che per loro sono assolutamente normali, per noi Gaijin, sono considerate stramberie davvero forti. Questa cosa, manco a dirlo, si riversa in parecchie produzioni videoludiche giapponesi.
Quindi per allietarti il week end eccoti una lista, totalmente a caso, di videogiochi made in Japan, assolutamente weird e che ti faranno esclamare un sonoro: “Ma perchè?”
LSD: Dream Simulator
Se si parla di concetti strani, perché non iniziare con un bel simulatore di drogato ad un rave party clandestino, a base di musica techno hardcore, come succedeva nelle peggiori discoteche del nord Italia alla fine degli anni ’90 (sì Number One, sto parlando proprio di te)? In questo LSD: Dream Simulator, gioco uscito per la prima PlayStation, verranno ricreati gli effetti proprio che si hanno sotto LSD. Il titolo non ha un obiettivo ben specifico e per aumentare il coinvolgimento, sarà in prima persona. I have a dream…fatelo per VR! Smascellata e ricovero in ospedale non sono compresi nella confezione.
Mister Mosquito
Che bella l’estate! Il caldo, la spiaggia, le donzelle che lasciano i maglioni per abitini più succinti e le zanzare…no quelle sono la cosa più odiosa della stagione. Quindi perché non vedere cosa si prova a diventare questo odioso insetto, il cui unico scopo nella vita e succhiare il sangue alle persone?
In Giappone hanno provato a dare una risposta a questa domanda con Mister Mosquito (tra l’altro commercializzato pure qui da noi, copie vendute 2) e come avrai ben capito, saremo una zanzara che dovrà girovagare per gli ambienti di gioco a pungere le persone.
Boong-Ga Boong-Ga
Si scrive Boon-Ga Boon-Ga, ma si legge Bunga Bunga. E no, non è una simulazione di festini hot tanto cari al nostro ex Premier Silvio Berlusconi, ma ci andiamo vicino. Creato in Korea, ma commercializzato solo ed esclusivamente in Giappone, perché probabilmente gli sviluppatori avranno capito che l’unico paese dove poteva avere successo era la terra del Sushi (oltre ad Arcore si intende) e l’obiettivo del gioco è, non sto scherzando, fare la pratica del Kancho.
Non sai cos’è il Kancho? Beh, è una forma di scherzo asiatico, che consiste nell’infilare due dita nell’ano del malcapitato che subisce il prank (proprio dei burloni questi asiatici). Presente solo in versione arcade, il cabinato monta una bella riproduzione di natiche…e si si potranno pure schiaffeggiare. Lo scopo del gioco è prendere a schiaffi un culo…che ti devo dire.
Muscle March
La vita del palestrato a base di carne, uova, tonno, pollo e proteine in polvere. Ma se a te palestrato, ti rubano lo shacker proteico, che cosa succede? Una persona normale se ne fa un altro, in questo gioco, invece, rincorreremo il ladro per la città per riprenderci la nostra fonte anabolica, ma a suon di pose da Mister Olimpia. Gioco fatto per Wii, lo scopo sarà di ricreare i movimenti che ci verranno proposti e con essi sfondare i muri. I personaggi sono tutti palestrati e c’è anche un orso polare, che ci sta sempre bene. Alla fine piacciono a tutti.
Cho Chabudai Gaeshi
Per descrivere questo gioco basterebbe un meme:
Sì, lo scopo del gioco è questo qui. Sfogare la nostra frustrazione, in base alla modalità scelta, che cambia dal dipendente stressato, allo studente con la famiglia assillante e dovremo, inizialmente, sbattere le nostre mani sul tavolo (ricreato alla perfezione alla base del cabinato) per poi, raggiunto un determinato punto del titolo, farlo saltare, con tutto il rage che ne consegue. Antistress assicurato.
Seaman
Probabilmente il gioco più famoso su questa lista, Seaman è praticamente un Tamagotchi. Solo che al posto dei tenerosissimi animaletti pixellati, ci sarà un pesce parlante con una faccia umana.
Uscito per Dreamcast nel lontano 1999, prese dei voti altissimi, perché veniva venduto in bundle con un microfono e grazie a quello, potevamo impartire dei comandi al nostro pesce, alieno, uomo, cosa? Dio solo sa cos’era. Ah, ma cosa più importante era che dovevamo accudirlo, altrimenti sarebbe morto dopo pochi giorni di nostra non curanza. E ciliegina sulla torta, Seaman era pure cannibale. Don’t Ask.
Hatoful Boyfriend
Mai giocato in vita mia un dating-sim, la cosa che si avvicina di più, sono probabilmente le romance dei vari Persona. Ma in Giappone è un genere di giochi che va tantissimo. Quindi perché non fare una bella deviazione sul tema e al posto di carine loli e waifu, non ci mettiamo dei piccioni?
Ah il personaggio principale resta un umano, quindi lo scopo sarà metterci insieme ad un piccione…o ad una picciona (sempre che si chiami così la femmina del piccione). Dovremo girovagare per la St PiegonNation, scuola per volatili dotati e qui dovremo provarci con l’uccellina che più ci aggrada.
Akiba’s Trip
Questo probabilmente è il gioco più “normale” di questa lista, ma è comunque fuori di testa…e ammetto che l’ho giocato ed è divertentissimo! Non scherzo! Uscito per la sfortunata PSVita, saremo un giovane nerd in giro per Akihabara, il noto quartiere di Tokio dedicato a Anime e Videogiochi. Dovremo picchiare persone e spogliarle di tutti i loro vestiti. Questo perché potrebbero essere dei vampiri e si sa che questi sono deboli alla luce del sole.
Incredible Crisis
Uscito originariamente su PlayStation (adesso che ci penso la grigia console Sony è piena di trashate uniche), saremo un’allegra famigliola giapponese e ci dovremo organizzare per fare un bel regalo a nostra nonna. Questo si tramuterà in parecchi minigiochi tipo: un ballo durante il lavoro, l’essere inseguiti da un masso gigante come dei novelli Indiana Jones oppure rispondere a delle domande mentre ci portano via in ambulanza. Ah che cosa non si fa per fare contenta la nostra cara, vecchia, nonnina!
Toilet Kids
Hai mai giocato 1942 o comunque uno di quei titoli dove dovevamo sparare a qualsiasi cosa si muovesse su schermo? Beh, sostituisci gli aerei con dei bambini volanti, i nemici con delle cacche e riempilo di tutto il nonsense che ti passa per la mente. Fai conto che uno dei boss finali è un elicottero con al posto della cabina di pilotaggio ha delle natiche.
Cho Aniki
E qui arriviamo proprio al massimo del trash made in Japan. Non esiste nulla che abbia il minimo senso in questo titolo (beh, non che gli altri fossero messi meglio, ma questo è peggio) a partire dall’introduzione, passando per la grafica in stile Mortal Kombat o anche ai personaggi. Cho Aniki è uno shoot ’em up alla R-Type per capirci, ma al posto delle navicelle spaziali, useremo due body builder mezzi nudi.
E anche i nemici saranno quanto di più nonsense si possa immaginare…anzi se ci provi ad immaginarli, manco ci riesci! Un dei boss di fine livello è un altro body builder con un pene robotico, che spara proiettili dall’ano. E gli intermezzi, tra un livello e l’altro, vedranno una carrellata di immagini assolutamente decontestualizzate che ti faranno chiedere più di una volta: “Ma perché? Ma a cosa sto giocando?”. Una piramide fatta di uomini mezzi nudi? C’è. Due gemelli con un inquietante sorriso? Presenti pure quelli. Donne a gambe divaricate? Check. Bambini vestiti da angeli? C’è tutto! Qui sotto, giusto per fati capire di cosa sto parlando, ti lascio la intro del gioco: