Dopo averti parlato del Dreamcast, oggi ti porto nuovamente negli anni novanta, agli albori della grafica tridimensionale. Che tempi che erano, con PlayStation e Nintendo 64 che se le davano di santa ragione, mentre tutti gli altri, chi più chi meno, rimanevano in disparte a guardare. La prima Playstation, conosciuta anche come Ps1, fu la prima console console prodotta da Sony e venne rilasciata tra il 1994 ed il 1995.
Era una macchina a 32 bit, per l’epoca decisamente avanzata, in grado di gestire fluidamente grafiche 3d discretamente complesse. Ad oggi il comparto visivo della scatola grigia di Sony fa sorridere, se non piangere, se paragonato a ciò che vediamo in azione su PlayStation 4 e compagnia, ma per il tempo si trattava di una gioia per gli occhi. D’altronde stiamo parlando di un altro periodo storico, praticamente più di venti anni fa!
E’ ammirevole vedere come, da un hardware tanto risicato e limitato, rispetto a quelli odierni, gli sviluppatori siano riusciti a tirar fuori non solo dei capolavori di giocabilità, ma anche dei veri e propri miracoli tecnologici, in grado di proporre, già con quel poco che c’era all’epoca, atmosfere immersive ed immagini appaganti.
Nel giro di pochi anni i team riuscirono a passare da sprite bidimensionali e poligoni basilari ad illuminazioni convincenti, scene completamente tridimensionali ed effettistica di alto livello. La sfida del tempo era di passare dai pixel ai personaggi, da blocchi squadrati ad ambientazioni.
Fu un’epoca d’oro di sperimentazione e di ricerca che tra l’altro trasformò per sempre il videogioco da giocattolo per ragazzini a prodotto destinato alle grandi masse. Ma non perdiamo altro tempo ed immergiamoci in questo tour che ci porterà a ripercorrere le migliori grafiche disponibili sulla prima Playstation!
10) Alien Resurrection
Ti trovi a bordo di una nave spaziale dove il contagio alieno non ha lasciato scampo. Dovrai cercare la salvezza insieme ad alcuni membri dell’equipaggio, mentre affronti soldati infetti e cerchi di non morire di paura per i temibili incontri con gli Alien. Atmosfere buie e cupe. Situazioni da brivido. A questo titolo non mancava nulla per mandare in brodo di giuggiole gli appassionati.
Unico grosso difetto, un sistema di puntamento dell’arma che definire impreciso era fare un complimento. Al di là di questo, graficamente, il titolo era molte spanne sopra la concorrenza, con una gestione dell’illuminazione favolosa, effetti di alto livello e modelli poligonali molto dettagliati per l’epoca. Anche le animazioni facevano la loro parte ed incontrare un Alien era davvero uno spettacolo. Tutta questa mole di dettagli però si rivelava piuttosto pesante, scaturendo a volte in rallentamenti nel framerate.
9) TOCA World Touring Cars
Per quanto sbandierasse il nome TOCA nel titolo, tra i vari campionati inclusi nel gioco, mancava proprio il British Touring Car Championship. Questo lasciò i fan un po’ spiazzati, ma il successo arrivò lo stesso. La progressione di gioco era interessante ed il modello di guida decisamente più accessibile e arcade. Graficamente poi Toca World Touring Cars viaggiava ad altissimi livelli con auto e circuiti estremante dettagliati, effetti di danneggiamento delle vetture molto accurati ed una notevole distanza di visualizzazione degli elementi a schermo.
Erano presenti abitacoli delle vetture tridimensionali, con tanto di movimento delle mani del pilota. Ottimi i riflessi sulla carrozzerie e i vetri del veicolo e ben riprodotti gli effetti atmosferici. Andava a completare il quadro un’ottima fluidità d’insieme.
8) 007: The World Is Not Enough
Dopo un prodotto, a mio parere di bassa lega, come 007: Tomorrow Never Dies, pur non riuscendo a raggiungere i fasti di 007: Goldeneye per Nintendo 64, Electronic Arts riuscì a portare su PlayStation una bella esperienza single player, dedicata ad uno degli agenti segreti più famosi di sempre.
La parte del leone la facevano i numerosi gadget e la notevole varietà dei livelli, con situazioni che potevano andare dalle classiche sparatorie al fuggire a bordo di sci, dal combattere contro un elicottero al giocare a Black Jack al Casinò. Graficamente 007: The World Is Not Enough faceva tutto il possibile per far tirare fuori gli artigli alla Playstation, portando su schermo texture molto definite e modelli poligonali dettagliati. Molto curate anche le animazioni e l’illuminazione. Ogni elemento contribuiva a farti sentire dentro un film di James Bond.
7) Chrono Cross
Prodotto da Square, il seguito di Chrono Trigger, uno dei JRPG più famosi di sempre per i 16 bit, trovò una casa nella console a 32 bit di Sony, portandosi dietro una trama fantastica, personaggi ed ambienti evocativi, ma soprattutto uno dei sistemi grafici più rifiniti dell’epoca.
Mai rilasciato in Europa, in Giappone il titolo ottenne un successo schiacciante, venendo acclamato dalla critica in maniera grandiosa. Visivamente, come nella tradizione dei Final Fantasy, viene presentata un’alternanza tra sfondi prerenderizzati di altissimo livello e personaggi tridimensionali, realizzati con grande cura. Nelle battaglie poi tutto diventa 3d con un livello di dettaglio tanto elevato, da mettere alle strette la console più di una volta. Chrono Trigger, volendo, era ancora più bello da vedere di Final Fantasy IX.
6) Vagrant Story
Sempre sviluppato da Square, Vagrant Story era un curioso mix tra gioco di ruolo e action adventure, incentrato sull’esplorazione, la gestione del personaggio, la risoluzione di enigmi ed un sistema di combattimento tutto particolare. Graficamente siamo davvero ai limiti massimi della prima PlayStation.
Se non fosse per texture e poligoni traballanti, tipici dell’hardware dove girava il tutto, si sarebbe potuto praticamente parlare di un gioco per PlayStation 2. I personaggi erano dettagliati ed espressivi, le ambientazioni incredibilmente rifinite e c’erano persino accenni di Motion Blur e profondità di campo. I filmati realizzati col motore di gioco erano incredibili. Tutto poi poteva essere osservato anche da una prospettiva in prima persona.
5) Tekken 3
Il re incontrastato dei giochi di lotta. Tekken 3 non ha bisogno di presentazioni, tuttora si tratta di un gioco moderno, caratterizzato da personaggi tamarri quanto basta e da una giocabilità inossidabile. La cosa più incredibile poi è che graficamente è ancora piacevole. Poche rinunce rispetto alla controparte arcade permisero di portare su Playstation un gioco fluidissimo a 60 fotogrammi al secondo con modelli poligonali di alta qualità e sfondi molto definiti.
Le animazioni poi erano fantastiche, merito anche dell’utilizzo del motion capture che riproduceva in maniera verosimile le movenze di lottatori reali. Insomma, audiovisivamente un must, bellissimo da vedere e gasante da sentire, anche grazie ad un eccezionale remix della colonna sonora originale.
4) Ridge Racer Type 4
Namco aveva inaugurato la Playstation nel 1994 portando direttamente dalla sala giochi il suo velocissimo e derapante Ridge Racer, un gioco di corse coloratissimo e soprattutto tridimensionale. Il successo fu enorme e portò alla produzione di diversi seguiti di un certo livello finchè, alla fine del 1998, non arrivò un vero e proprio diamante levigato, ovvero Ridge Rager Type 4. Si trattava della quintessenza dei giochi di corse arcade, velocissimo, emozionante, con 8 circuiti e numerose stilose vetture.
Graficamente miracoloso, granitico nel framerate, con giochi di luce e ombra eccezionali per l’epoca. Texture e modelli poligonali erano assurdi e l’effetto scia delle luci lasciava senza parole. Ogni circuito aveva un mood ed una palette cromatica diversi. Nei replay le vetture avevano persino i riflessi sulla carrozzeria, il pop up e le distorsioni dell’immagine erano state limitate al minimo, insomma un must da vedere e da sentire!
3) Metal Gear Solid
Metal Gear Solid non ha bisogno di presentazioni: Hideo Kojima, attualmente amato/odiato per quel giocone che è Death Stranding, sulla prima Playstation fece il botto, con un gioco stealth cinematografico e per l’epoca avanzatissimo. Nei panni di Solid Snake dovevi infiltrarti nella base di Shadow Moses confrontandoti con il freddo e con numerosi nemici. Graficamente era sensazionale, completamente tridimensionale, addirittura con la possibilità di guardarsi attorno in prima persona.
Ricco e convincente da vedere, traboccava di piccoli dettagli che aumentavano il senso di realismo, come le pozzanghere, i topi che passavano sulle tubature, le impronte lasciate sulla neve e gli effetti atmosferici avversi. Illuminazione, riflessi ed effetti particellari, tutto era al posto giusto e contribuiva ampiamente ad immergere il giocatore in un’esperienza da togliere il fiato!
2) Crash Bandicoot 3
Crash Bandicoot 3 era la summa dei platform 3d dell’epoca. Stavolta Crash e sua sorella avrebbero dovuto affrontare il Dottor Neo Cortex ed i suoi scagnozzi in un’avventura a spasso per il mondo e tra le epoche. Divertentissimo ed ultra colorato, Crash Bandicoot 3 aveva probabilmente la miglior grafica tridimensionale che una povera PlayStation potesse riuscire a contenere.
Anche grazie agli ambienti ristretti, la console caricava e scaricava in continuazione gli elementi grafici dalla memoria, consentendo così un livello di dettaglio superbo, texture incredibili e una fluidità notevole. Ancora oggi Crash Bandicoot 3 è divertente e spettacolare. Per quanto sia stato riproposto con un remake eccezionale, l’originale era già stellare!
1) Fear Effect 2: Retro Helix
Prequel del primo Fear Effect, Fear Effect 2: Retro Helix, è un action adventure a metà tra il fantastico e l’horror che porta la Playstation ad un livello superiore. A guardarlo ci si chiede davvero se questo non possa essere un gioco per PlayStation 2. Viene usata una combinazione di sfondi prerenderizzati dettagliatissimi, interattivi e completamente animati, che si alternano senza tempi di caricamento e di magnifici personaggi in cel-shading, curatissimi nell’aspetto visivo e fluidi nelle animazioni, grazie all’uso del motion capture.
Filmati e momenti di gioco si alternano senza soluzione di continuità garantendo un esperienza che per il tempo era praticamente next generation. A mio parere, audiovisivamente, Fear Effect 2: Retro Helix era quanto di meglio si potesse trovare sulla prima Playstation.
Quanti ricordi…
A ripensare a questi giochi mi scende una lacrimuccia: con la PlayStation ci sono cresciuto, è stata la mia prima esperienza da videogiocatore. Al tempo i giochi bidimensionali ancora si vedevano in giro, ma la scatola grigia aveva oramai tracciato un solco, un abisso, da cui non si poteva tornare indietro.
I videogame avevano guadagnato una dimensione in più e soprattutto si erano aperti ad un pubblico più vasto. Grazie alla maggior capienza offerta dal cd-rom i giochi potevano disporre di un comparto video variegato e di audio realistico, comprensivo per la prima volta di lunghi doppiaggi.
Di giochi belli da vedere, durante il ciclo vitale della console, pur non raggiungendo le vette dei titoli elencati sopra, ce n’erano molti: come non ricordare Final Fantasy IX, Gran Turismo 2, Tomb Raider Chronicles, Medievil, Spyro e altri ancora. Certo, c’era la distorsione delle texture, i modelli poligonali erano traballanti e la risoluzione delle immagini era ridicola, ma per l’epoca si trattava di una rivoluzione. Un consiglio? Se non ce l’hai, recupera una PlayStation usata e riscopri le origini della grafica 3d!