Da quando Infinity Ward ha rilasciato il nuovo battle royale della saga Call of Duty, l’utenza affezionata agli storici titoli di Activision ha letteralmente inondato le lobby del gioco facendolo salire sul podio dei videogames più giocati e stremmati del momento, superando, per un certo periodo, anche Fortnite. Tutto questo successo però ha portato alcuni hacker a sviluppare dei software di terze parti che semplificano la vita agli incompetenti che desiderano vincere a tutti i costi, rovinando così i buoni propositi di Infinity Ward.
In passato l’azienda, insieme ai team di sviluppo che supportano COD Warzone, ha tentato più volte di mettere i bastoni fra le ruote ai cheater, ma principalmente agli hacker che mettono sul mercato i cheat. Per far si che il messaggio di Activision arrivasse chiaro anche agli sviluppatori di cheat, l’azienda ha annunciato qualche settimana fa che la politica “tolleranza zero “, adottata già agli albori di COD Warzone, è ancora in atto. Ovviamente sia Raven Software che Treyarch appoggiano e supportano le dichiarazioni della software house e per fronteggiare i cheater sembra che gli aggiornamenti interni potrebbero arrivare con maggior frequenza.
La tanto odiata presenza dei cheater nelle lobby non è però stata affrontata nel modo corretto, infatti con il passare dei mesi alcuni cheat sembrano essersi evoluti, mentre dei nuovi continuano a presentarsi nelle lobby degli onesti giocatori. Ovviamente tutte queste complicazioni e il rischio di incontrare dei cheater all’inizio riguardava soltanto i PC player, visto che installare ed attivare dei cheat su PC risultava molto più semplice ed immediato che su console. A tal proposito però, la controparte che gioca a COD Warzone da console aveva deciso di filtrare i cheater disattivando il cross-play, ma ad oggi sembra che su PlayStation e Xbox siano presenti diversi cheat nelle lobby degli utenti.
Tutto ciò ovviamente ha avuto delle ripercussioni in passato, sia per i PC player che per i console player, infatti, secondo i dati forniti da Activision, gli utenti che accedevano al titolo da PC sono diminuiti nel tempo e gli utenti che giocavano da console hanno dovuto sorbirsi dei tempi di attesa che andavano dai 7 ai 10 minuti. Ad aggravare la situazione però si aggiunge anche il sistema di matchmaking che sembra essere ancora basato “sull’algoritmo delle segnalazioni”.
Una delle ultime contromisure adottate da infinity Ward riguardava l’abbinamento dei “furbetti” con i loro simili, infatti, tutti i presunti cheater nel corso delle proprie partite sono stati segnalati, si sono poi ritrovati all’interno di alcune lobby esclusive. Diversi insider avevano già presentato diverse lamentele alla software house riguardo al “sistema punitivo” applicato per chi (si presume) utilizzasse i cheat in partita, ma nonostante tutto questa contromisura non è mai stata rivista o disattivata dai team di sviluppo o dalla software house.
In passato avevo analizzato il matchmaking riservato ai presunti cheater e raccogliendo diversi pareri di numerosi utenti ero arrivato alla conclusione che lo “shadowban” non era poi così selettivo. Come avevo già spiegato tempo fa, dopo che un player si avvale delle hack per conquistare la vittoria su COD Warzone, il sistema, in base al numero di segnalazioni ricevute dal profilo utente, lo segnala come “furbetto” e lo inserisce in una lobby fatta su misura.
Per complicare ulteriormente le cose ai cheater, Infinity Ward aveva implementato una nuova modalità di registrazione che prevedeva l’inserimento di un nuovo numero di telefono necessario alla creazione del nuovo account. Le finalità di tale contromisura puntavano a rendere difficoltosa la creazione di nuovi account da parte degli utenti bannati, ma una soluzione per raggirare l’ostacolo è stata presto trovata e quindi le cose sono state ripristinate.
Call of Duty Warzone sembra essere saturo di cheater
Nel corso degli ultimi mesi, le segnalazioni giunte ad Infinity Ward riguardo la presenza dei cheater su COD Warzone sono drasticamente diminuite e ciò potrebbe portare a credere che il fenomeno stia diminuendo anche se la realtà è un’altra. Stanco di dover fronteggiare cheater multipli, un fanatico della saga di Call of Duty ha pensato bene di indagare più a fondo.
Viste le continue lamentele e segnalazioni da parte dei player su i vari social e servizi di streaming, Questioned Kadavr ha deciso di indagare sul fenomeno dei cheater presenti su Call of Duty Warzone constatando di persona le potenzialità delle hack presenti sul mercato. Questo accadeva circa un anno fa ed insieme ai suoi compagni aveva acquistato un pacchetto di cheat base della durata di 24 ore con lo scopo di riuscire a capire realmente quali sono i vantaggi di chettare in-game su COD Warzone. L’utente però si era posto un limite, ovvero, non utilizzare il 100% dei cheat, privarsi dell’aimbot e giocare con una strategia difensiva e non offensiva.
L’indagine su Call of Duty Warzone di Kadavr
L’indagine condotta dall’utente sopracitato, ha portato a delle rivelazioni interessanti, infatti, dopo aver giocato per 7 ore continuative Kadavr ha dichiarato: “Abbiamo letteralmente giocato per 7 ore in modalità trio e partita dopo partita non abbiamo avuto una singola lobby esente da hacker. Quasi in ogni squadra era presente almeno un player con il Wallhack, hacking talmente insidioso che potevamo vedere se fossero accovacciati, se ci stessero guardando e la loro esatta distanza dalla nostra posizione”.
Kadavr ha rispettato i limiti che si era imposto con il proprio team giocando quindi in difesa ed evitando di sfruttare il Wallhack come arma di distruzione di massa, ma ha comunque riconosciuto che “la vista a raggi X” su COD Warzone è peggio di qualsiasi altra cosa. Inoltre la facilità con la quale è possibile rimediarsi delle hack è davvero disarmante ed in più sembra essersi attivata una sorta di mercato con concorrenza, tanto che dei siti offrono degli sconti se si attivano dei piani ad abbonamento.
“Giocare con le hack attive e comportarsi come se non le stessimo usando è stato incredibilmente facile, inoltre non siamo mai stati segnalati o accusati di aver utilizzato hack su COD Warzone”. Queste sono state le parole rilasciate da Kadavr dopo aver utilizzato per 24 ore le hack e sembrerebbe proprio che sfruttare le meccaniche di gioco avvantaggiati dalle hack sia abbastanza semplice da fare. Ovviamente l’utilizzo delle hack nel corso di quelle 7 ore di live era legato alla voglia di fare chiarezza sull’argomento, nella speranza che il messaggio arrivasse a chi di competenza per poter prendere delle contromisure adeguate.
L’indagine del 2021 contro i cheater di COD Warzone
Nel corso dell’indagine, Kadavr ha notato una particolarità delle hack legata all’individuazione dei loro simili, infatti, l’utilizzo del Wallhack permette non solo di vedere i nemici attraverso i muri, ma di identificare anche i player che li stanno utilizzando. Questo dettaglio è stato recentemente analizzato da un team di ragazzi universitari appassionati al mondo dell’informatica ed è stata svelata una triste verità. I ragazzi hanno analizzato i dati delle partite di Kadavr e seguendo lo schema identificativo dei cheat sono riusciti a sviluppare un algoritmo che filtra i nomi degli utenti rispettando dei comandi pre-impostati.
La questione è saltata subito all’occhio e nel giro di pochi minuti i risultati postati dal team di “informatici” sono stati rimossi da loro stessi per scongiurare possibili querele o quant’altro. Per proteggere l’identità di quest’ultimi, iCrewPlay si riserva il diritto di non divulgare i dati di coloro che potrebbero porre rimedio alla presenza dei cheater nelle lobby, ma ci teniamo comunque a specificare che gli studenti frequentano un ateneo italiano. La passione per i videogame e le loro doti informatiche li hanno portati a studiare meticolosamente il funzionamento dei cheat e così facendo hanno realizzato una sorta di modello di anticheat che sembra rispondere bene ai test effettuati.
Non pensiamo che Activision sia stata informata dei fatti, ne crediamo che i ragazzi forniranno tali informazioni alla software house a titolo gratuito, ma tutto ciò è da considerarsi come un gran bel passo in avanti. Tutti i player affezionati a COD Warzone continuano a far notare quanto sia sbagliato utilizzare i cheat e quanto essi abbiano peggiorato l’esperienza videoludica.
Immagina di avere un UAV avanzato tutto il tempo e che quindi gli spostamenti della tua squadra siano influenzati dalle informazioni che esso ti fornisce, dopo aver attivato il tuo “UAV avanzato permanente” potrai andare a caccia con il team sapendo esattamente dove sono i nemici e cosa fanno, oppure, raggirare i pericoli arrivando a fine game illesi e senza difficoltà.
La scorsa estate diversi utenti avevano riposto le loro speranze in un anticheat che sarebbe dovuto arrivare con l’uscita di PlayStation 5 e Xbox Series X, ma a quanto sembra, sia i team di sviluppo che la software house si trovano in alto mare. Nonostante le numerose patch interne rilasciate, sia COD Warzone che Black Ops Cold War risultano essere saturi di cheater e visti i recenti eventi che hanno coinvolto anche Pow3r, il battle royale rischia di morire prima del previsto.
Come contrastare i cheater su Call of Duty Warzone
Successivamente alle 7 ore di test effettuate da Kadavr, il team è riuscito ad escogitare un metodo efficace per contrastare coloro i quali utilizzano le hack. A quanto pare, dopo la chiusura del 4 cerchio del gas, circa l’80% delle squadre rimaste in vita ha almeno un player con le hack attive e le modalità di utilizzo delle stesse sono grosso modo 2:
- Utilizzare le hack per fare i cacciatori e quindi pushare un team che magari è barricato dentro casa;
- Sfruttare il Wallhack per guardarsi intorno e sgattaiolare sull’esatta linea di copertura sfuggendo alla vista degli avversari.
Il Wallhack è uno degli hack più leggeri che si possono attivare su Call of Duty Warzone visto che comunque non garantisce una mira perfetta e non sviluppa nei player “l’ultra istinto”. Il gioco non è soltanto un continuo sparare a caso, pertanto l’abilità di scegliere una manovra tattica anziché un’altra dipende esclusivamente dall’esperienza che ha il singolo giocatore su titoli del genere.
Una delle cose che neanche le hack più potenti potranno mai colmare è la capacità di ragionamento, infatti, l’utilizzo del Wallhack è sì un vantaggio, ma soltanto nelle prime fasi della partita in quanto, le informazioni riportate hanno a disposizione molto spazio sulla schermata e non distraggono l’utente da un possibile pericolo. Detto ciò quindi, per contrastare un possibile cheater è fondamentale arrivare al quarto cerchio della zona sicura così da far convogliare più informazioni possibili sulla schermata del “furbetto”.
Su Call of Duty Warzone per contrastare i cheater serve tattica e un po’ di mira, per il resto basta giocare in modo decente e ucciderli per non sapere che siano mai stati nella tua lobby. Di contro c’è che nascondere il cheater del team è abbastanza semplice, infatti, Kadavr e il suo team hanno nascosto il membro della squadra con le hack attive evitando di fargli uccidere gli utenti di cui dava le informazioni sulla posizione, rendendo così ogni uccisione legittima.