Cos’hanno in comune Call of Duty, George Floyd, Black Lives Matter e un apparente gesto innocuo? Se sei un appassionato, o meno, di questo FPS e ti sei chiesto: perchè è stato rimosso il gesto “OK” da Call of Duty: Modern Warfare e Warzone? Sei nel posto giusto.
Tutto ha inizio con la morte di George Floyd il 25 maggio 2020 avvenuta a Minneapolis (USA) per mano di Derek Michael Chauvin, poliziotto in servizio; in seguito a questo tragico evento, molte proteste scoppiarono in giro per le città americane (Black Lives Matter), a sostegno della vittima e contro il comportamento della polizia, in particolare rispetto a persone afroamericane. Questa questione spinse l’opinione pubblica a dare il via a una vera e propria caccia alle streghe, portando così alla censura di diversi contenuti perchè ritenuti razzisti e offensivi, decontestualizzando completamente gli elementi incriminati. Ti starai chiedendo cosa centra tutto questo con il mondo videoludico, ma in particolare con COD? Tranquillo ora ti spiego.
In seguito a questi eventi, molte multinazionali adottarono diverse strategie per evitare eventuali boicottaggi e pressioni da parte del pubblico in merito a contenuti ritenuti offensivi. Una di queste azioni vede coinvolto il nostro amato Call of Duty, il quale subisce l’eliminazione del gesto “OK”, segno distintivo che un giocatore poteva associare al proprio avatar.
Molti utenti non hanno digerito la scelta e da parte del pubblisher e dello sviluppatore non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali in merito al motivo di tale modifica, che sarà presente con il prossimo aggiornamento. L’azione intrapresa dai due colossi non è insolita, infatti in altre occasioni si sono mossi in tali direzioni, operando le opportune modifiche.
Il gesto “OK” di Call of Duty incita all’odio, inserito nella lista del ADL.
Assegnare gesti particolari al proprio avatar da battaglia è divenuto con il tempo una segno distintivo della serie, tanto che il gesto “OK” veniva utilizzato durante l’uccisione di un avversario con risultati spesso molto divertenti. Le clip venivano poi diffuse in rete per indicare il successo di una partita e le proprie skills, e non come pretesto per fare propaganda al white power.
Nel 2017 gli utenti del forum 4chan, hanno lanciato una campagna provocatoria volta a convincere i media meinstream, e l’opinione pubblica, che tale gesto venisse utilizzato da coloro che aderivano alla movimento dei suprematistiti bianchi, riuscendo a crea caos all’interno di una società sempre pronta a censurare in nome del politicamente corretto. Sempre nello stesso anno l’ADL (Anti-Defamation League), ha inserito il gesto “OK” all’interno dei simboli che incitano all’odio specificando però quanto segue: Only if the gesture occurs with left hand in context with other clear indicators of white supremacy can one draw that conclusion (Solo se il gesto si verifica con la mano sinistra nel contesto di altri chiari indicatori della supremazia bianca, si può trarre tale conclusione).
Potremmo dunque ipotizzare che, la scelta da parte di Infinity Ward e Activision, sia dovuta a una incomprensione di quanto riportato da ADL e frutto di una decontestualizzazione delle cose, che in seguito alle proteste del Black Lives Matter, vede sempre più coinvolti i nostri cari e amati contenuti d’intrattenimento. Se tali ipotesi fossero confermate, apparirebbe ridicolo che un titolo che ha al centro l’uccisione di persone facesse una scelta simile, ma non stupirebbe molto in quanto l’ultimo periodo si è fatto teatro di decisioni drastristiche in seguito alla decontestualizzazioni di alcuni elementi soltanto per cavalcare l’onda della protesta.
Spesso gli FPS come Call of Duty sono stati accusati di veicolare messaggi violenti e poco “etici”, soprattutto per i più piccoli, ma credo che negli ultimi anni si stia davvero esagerando con alcune accuse e affermazioni, spesso assurde, nei confronti di settori che nulla hanno a che fare con la politica e ideologie, ma che desiderano solo intrattenere e far divertire la grande comunità di videogiocatori di cui noi tutti facciamo parte.