Dopo aver trattato, nella puntata numero zero, il film il Piccolo Grande Mago dei Videogames, che tutto sommato non mi è andata male, visto che a conti fatti come pellicola era abbastanza godibile, nella puntata di oggi di Sunday Movie Game, ci addentreremo in qualcosa di nettamente più trash.
Un film che con la storia del gioco centra davvero poco (ma impareremo con il tempo che i film che si attengono alle trame originali, si contano sulle dita di una mano), una pellicola che al tempo incassò pure bene, 100 milioni di dollari a fronte dei 35 milioni di dollari spesi, ma che su Rotten Tomates ha il non invidiabile score di 10% e 20% da parte degli utenti: Street Fighter: Sfida Finale
Hadouken
Street Fighter è la fiera dell’assurdità, non tanto come film, visto che è davvero impensabile provare a fare del cinema con una trama così flebile, dove il focus centrale sicuramente non è il background dei personaggi, ma lo stile di combattimento e quanto potessero dare forte un pugno.
Le assurdità sono altre e paradossalmente al di fuori del film: nella sua produzione. Dal budget di 35 milioni di dollari, dilapidato per riuscire ad avere sul set due super star come Jean Claude Van Damme e Raul Julia o anche al fatto di dover fare tutto di fretta e furia, visto che quest’ultimo si era ammalato di un brutto cancro allo stomaco, cosa che stroncò un eventuale sequel.
Insomma parecchie cose, che citerò alla fine, nella parte dedicata alle curiosità, che hanno trasformato un film con un potenziale buono, vista la presenza di un regista come Steve De Souza (che al tempo era un guru del cinema action grazie ad alcune pellicole davvero niente male come: Commando, 48 ore e Die Hard: Trappola di Cristallo) in una catastrofe. Ma andiamo col riassuntone e vediamo di che parla.
Shadaloo
Il film si apre con il commentatore delle partite di Holly & Benji, che annuncia dal suo telegiornale che il generale Bison (Raul Julia), autoproclamatosi capo della nazione di Shadaloo, ha rapito degli ostaggi e richiede la bellezza di 20 miliardi di dollari per liberarli. Le Nazioni Alleate, una versione taroccata delle Nazioni Unite e aggregato di tanti soldati provenienti da tutto il mondo, quindi soldati francesi, inglesi, belgi, italiani (sì, sembra l’inizio di una barzelletta) non ci stanno e cercano di guadagnare tempo.
La scena si sposta sulla reporter Chun Li Zhang (Ming-Na Weng) che, insieme ai due camera men, Edmond Honda (Peter Navy Tuiasosopo) e Barlog (Grand L. Bush) cercano di fare uno speciale direttamente dal campo di battaglia, finché non arriva il colonnello William F. Guile (Jean Claude Van Damme), ruba la scena alla reporter cinese e fa il gesto dell’ombrello a Bison (non è una battuta delle mie, è pura verità).
Il dittatore si offende visto il poco rispetto che “un guerriero porta ad un altro guerriero”, si collega con lui (sicuramente nel ’94 avevano già delle linee internet all’avanguardia che nemmeno la fibra ottica al campus di Google può eguagliare). I due litigano e Bison, per ripicca, gli da 72 ore per dargli i soldi.
Bison, dalla sua base, fa fuori un soldato delle Nazioni Alleate e prende Carlos Blanka (Robert Mammone), grande amico di Guile, che lo chiama con il vezzeggiativo di Charlie, come cavia per un esperimento per la creazione del soldato perfetto. L’esperimento viene portato avanti dal dottor Dhalsim (Roshan Seth) tenuto in ostaggio pure lui e obbligato a lavorare al progetto.
Nel frattempo nell’underground di Shadaloo, due trafficanti d’armi Ryu Hoshi (Byron Mann) e Ken Masters (Damian Chapa) cercano di vendere il loro prodotto al boss della malavita locale Victor Sagat (Wes Studi), tuttavia i due cercano di rifilare al pelato malavitoso delle armi giocattolo. Lui, giustamente, non la prende benissimo e fa scontrare, in un incontro clandestino fino alla morte, Ryu contro Vega (Jay Tavare).
L’incontro non avviene perché arriva Guile a sfondare tutto e ad arrestare i presenti. Ryu e Ken, visto che in realtà non sono proprio cattivi, fanno un accordo proprio con lui: mettere in scena la sua morte e avvicinarsi al generale Bison. Piano riuscito perfettamente e seguito dai piagnistei generali, specialmente di parte di Cammy (Kylie Minogue, sì, quella della canzone Can’t Get Out of My Head) per la finta dipartita del nostro eroe americano.
Alle costole di Bison, però, ci sono pure Chun-Li, Barlog e Honda che mettendo una cimice nel camion da dove scappano Ryu, Ken, Vega e Sagat, riescono a capire dove si trova il covo del cattivone di turno. Fingendosi dei saltimbanchi arrivano nella tana del lupo. Nel mentre Sagat e Bison fanno un affare dove il generale compra delle armi dal malavitoso con un occhio.
Tuttavia questo va in fumo perché invece dei Dollari americani, lui paga in Bison Dollari, la futura moneta che verrà valutata ben 5 £: “Tanto varranno” dice Bison “dopo che avremo rapito la regina di Inghilterra, accettato il cambio” Sagat risponde: “solo un pazzo come me poteva fare affare con te” e tutto finisce in rissa o quasi.
Guile, che non è morto per davvero, si organizza per andare a prendere a calci Bison, tuttavia l’ambasciatore delle Nazioni Alleate dice a Guile di fermarsi, perché vogliono trattare e lo solleva dall’incarico. Lui se ne frega, visto che è l’eroe senza macchia, prende la sua barca e riesce, dopo una sparatoria nel fiume, ad arrivare al luogo dove si nasconde Bison. Non prima però di annunciare il suo arrivo con un videomessaggio che, come detto prima, nel ’94 a Shadaloo erano troppo avanti: avevano già le antenne 5G che fanno venire il coronavirus e il tutto è stato organizzato da Bill Gates per venderci i vaccini.
Mentre Guile è in viaggio, c’è sempre il tempo per Bison di fare il marpione con Chun-Li e cercare di portarsela a letto, tuttavia lei inizia a raccontare la storia della sua vita: di quando era una ragazzina di un villaggio e, per colpa di Bison, il padre è morto. Bison, da buon dittatore qual è, le dice: “ciò che per te è stato il giorno più importante della tua vita, per me era solo martedì”. Chun-Li non la prende benissimo, prova a dargli due calci, per poco riesce a beccarlo, ma arrivano Ken, Ryu, Honda e Barlog a rovinare il tutto e il generale scappa, non prima di aver attivato un gas che fa addormentare i buoni.
Guile, che nel frattempo si infiltrato nella base segreta di Bison (lo stage finale praticamente), entra nella stanza laboratorio dove è tenuto il suo amico Charlie Blanka, il quale è diventato il cosplay di Lou Ferrigno ai tempi di quando faceva l’incredibile Hulk. Grazie ad un cocktail di steroidi, ma sopratutto, per farlo diventare supercattivo, gli fa vedere immagini di guerre e uccisioni.
Dhalsim, per non fargli perdere la sua umanità, aveva sostituito le immagini di morte e distruzione con quelle di gattini e buongiornissimi, prese direttamente dalla pagina Facebook mamme pancine. Guile è tentato di sparare al suo amico trasformato in mostro verde, ma Dhalsim lo ferma e gli dice che non ne ha il diritto, dato che lui ha speso tempo nel crearlo e sarebbe un peccato mandare in fumo tutto.
Scadono le 72 ore, Bison chiede a Dee Jay (Miguel A. Nunez Jr.) di controllare sulla sua pagina di home banking se i 20 miliardi di Dollari sono arrivati, lui risponde no e quindi Bison decide di uccidere gli ostaggi, utilizzando il soldato genetico perfetto (oh, hai visto che c’è pure un po’ di Metal Gear in mezzo). La capsula contenente Blanka sale, ma dal suo interno esce Guile facendo con un salto che nemmeno nel videogame saremmo riusciti a farlo ed inizia lo scontro.
Nel panico generale Cammy, T.Hawk (Gregg Rainwater) e Sawada (Kenya Sawada, don’t ask, questo nel gioco non c’era) cercano di contrastare le forze nemiche. Dee Jay, che è più furbo, cerca di scappare, ma Zangief (Andrew Bryniarski) lo ferma. Dee Jay gli risponde di rendersi conto che è lui il cattivo di turno, visto che stava con Bison solo perché lo pagava un mucchio di soldi.
Lo scontro tra Guile e Bison continua con il primo round che va a favore del colonnello americano, Bison sembra sconfitto, ma mentre lui è in videochiamata con Cammy, Bison risorge visto che nel gioco è sempre alla meglio dei tre round. Nonostante Bison si sia potenziato, Guile lo sconfigge, riesce a scappare, ma esplode tutto. Gli altri piangono perché pensano che questa volta sia morto per davvero, ma non è così, anzi, dal laghetto lui riaffiora, tutti si congratulano con lui e tutto si conclude con una posa di vittoria finale.
Com’è riguardarlo oggi
Uno strazio davvero, almeno quanto lo fu a suo tempo. La storia di per se, anche se con il gioco non c’entra davvero nulla, ha gli ingredienti giusti per essere un film action americano almeno passabile.
Abbiamo un dittatore pazzoide, un soldato americano, una regione dell’Asia da conquistare, civili che rischiano di morire…insomma c’è tutto, però i combattimenti, che dovrebbero essere alla base per un film del genere, sembrano raffazzonati e poco ispirati.
Anche le mosse iconiche del brand come gli hadouken o il somersault kick vengono riprodotti una sola volta a schermo. Specialmente l’hadouken è quanto di più ridicolo ci si possa aspettare. Anche la recitazione, ad esclusione di Raul Julia, è davvero qualcosa di indescrivibile, ma in senso negativo.
La storia, che è stata supervisionata dalla stessa Capcom, inserisce dei personaggi assolutamente inutili che proprio con il plot c’entrano poco e nulla. Un’allungata del brodo proprio non necessaria. Per il film sarebbero bastati: Guile, Bison, Cammy come spalla, Chun Li, Ryu e Ken, gli altri sono tutti superflui. Dee Jay e Zangief sono due macchiette, Blanka, Dhalsim, Vega, T.Hawk, Sagat e chissà chi altro perché sicuramente me li sono dimenticati, non aggiungono nulla al film.
Anche i riferimenti al gioco, abbondantemente messi, non riescono a farlo piacere nemmeno ai fan più sfegatati della saga. Peggio di questo c’è solo l’altro film dedicato a Street Fighter, quello basato su Chun Li (ok ne parleremo, ma più avanti, prima devo riprendermi dalla visione di questo). Se ti vuoi fare quattro risate con effetti scenici un po’ “meh” fatti avanti, altrimenti puoi lasciare perdere e fermarti al mio riassunto. Tanto le parti importanti te le ho dette tutte.
Easter Egg e Curiosità
Come dicevo sopra il film è stato supervisionato da mamma Capcom che, purtroppo, non ha messo un freno alla storyline della pellicola, magari suggerendo qualcosa. Tuttavia la loro presenza è riuscita ad infarcire il lavoro di quel citazionismo che piace tanto a tutti, quindi eccoti alcuni easter egg, ma soprattutto curiosità su Street Fighter: Sfida Finale:
- Il logo di Capcom compare in alcuni barili del film.
- Honda nel film è presentato come Hawaiano, mentre nel gioco è di origine Giapponese.
- Barlog nel film è uno dei buoni, ma nel gioco è uno dei tanti tirapiedi di Bison.
- I personaggi di Street Fighter 2 Turbo ci sono tutti eccezion fatta per Fei Long.
- C’è una scena finale, nei post credit, che fa vedere la mano di Bison che salta fuori dalle macerie, facendo presagire in un possibile sequel. Questa è stata eliminata dopo la morte, per cancro allo stomaco, di Raul Julia. E il film, proprio per questo, è dedicato proprio all’attore.
- Inizialmente il ruolo di Ryu doveva essere di Kenya Sawada, attore e maestro di arti marziali giapponese. Tuttavia Sawada non conosceva bene l’inglese e quindi alla fine la scelta è ricaduta su Byron Mann. Visto che Sawada era stato raccomandato da Capcom stessa, gli si trovò comunque una sistemazione come uno dei soldati di Guile, ma dice più o meno tre battute in tutto il film.
- Per creare M. Bison, Raul Julia si ispirò a dittatori e criminali del passato. Le sue movenze e la personalità sono un mix di: Benito Mussolini, Iosif Stalin, Adolf Hitler e Pablo Escobar.
- Quando Bison controlla la sua flotta, durante l’avvicinamento in barca di Guile, lui comanda tutto grazie all’arcade stick del cabinato di Street Fighter.
- A distanza di anni Jean Claude Van Damme, avrebbe affermato di essere stato dipendente dalla cocaina durante le riprese. Questo si tramuto in: buona parte di risparmi dilapidati, si vocifera anche 10000 $ a settimana per il suo vizietto, disciplina inesistente sul set con continui ritardi e scappate frequenti nella vicina Hong Kong, ma soprattutto su schermo, per procedere con le riprese, vista la continua assenza dell’attore, più e più volte si utilizzarono le sue controfigure.
- Quando Sagat incontra per la prima volta Ryu e Ken sullo sfondo si può vedere la statua tipica del suo stage.
- Negli spogliatoi della base di Bison questi sono decorati come lo stage di E. Honda.
- Il colore della uniforme blu di Guile e il vestito rosso di Chun-Li, non sono errori, ma citazioni ai colori alternativi che si potevano avere in Street Fighter 2 Turbo.
- Nel film Blanka e Charlie sono la stessa persona, ma nel gioco sono due personaggi separati. La cosa che accomuna le due opere, però, è che in ogni caso, Charlie, è il miglior amico di Guile.
- Raul Julia accettò a stento di far parte del cast. Lo fece solo dopo le pressioni dei figli i quali erano grandi appassionati del videogame.
- In una scena si sente un annunciatore radio dire: “Good Morning Shadaloo!”. Questo è un chiaro omaggio all’annunciatore impersonato da Robin Williams in Good Morning Vietnam.
- Dopo Street Fighter, Jean Claude Van Damme, gli fu proposto di fare anche Johnny Cage nel film di Mortal Kombat. E avrebbe avuto pure un senso, visto che Johnny Cage è ispirato a lui, tuttavia l’attore belga rifiutò.
- La posa dei protagonisti alla fine del film, riprende le pose di vittoria del gioco.