Blaze Revolutions è un gioco di strategia base-building dove il tuo obiettivo è usare il potere della canapa per inscenare una rivolta contro una società totalitaria che ha preso il controllo del mondo. Personalmente sono un appassionato dei giochi gestionali ed i base-building, perciò sono stato incuriosito ed entusiasta di provare Blaze Revolutions per le grafiche colorate e i suoi accattivanti elementi di strategia e costruzione. Provando il gioco in anteprima Early Access, tuttavia, sono rimasto confuso se tifare per una miglioria del gioco e riuscire a vederlo ottenere successo oppure pensare sia tutto stato pianificato e progettato male dagli inizi.
Okay sto pensando troppo, vediamo nel dettaglio Blaze Revolutions!
Stare al passo con i Blaze Revolutions
In Blaze Revolutions giochiamo nei panni dei rivoluzionari Janet e Winston Blaze, i figli di un famigerato botanico che è stato catturato dal malvagio antagonista aziendale SomaCorp. Il mondo dove Janet e Winston vivono è un mondo futuristico e tetro, dove l’inquinamento e la disinformazione si diffondono per mano della SomaCorp.
L’intera popolazione vive la vita quasi completamente attraverso la realtà virtuale, ed è la missione dei Blaze usare la cannabis per liberare le menti di tutti i cittadini e ribellarsi contro l’opprimente corporazione che ha monopolizzato il mondo.
Per formare la rivoluzione industriale, i Blaze devono conquistare diversi parchi cittadini e creare comunità autosufficienti con strutture come le fattorie di canapa, le fabbriche di cemento e persino i caffè dove la gente può uscire e “farsi una canna“.
Oltre a costruire queste strutture e a produrre prodotti a base di cannabis, devono anche guadagnarsi dei seguaci condividendo la “Liberty Weed” e salvando chi ha messo in discussione o si è opposto allo status quo.
Uno dei principali elementi di gioco di Blaze Revolutions è la meccanica di guida: piuttosto che giocare a fare Dio e semplicemente gestire le cose da una prospettiva dall’alto, i nostri eroi sono in realtà una parte del mondo controllabile. Si guida in giro per la città come uno dei Blaze, aleggiando su strade e cliccando qua e là per creare un percorso per la loro auto.
Le aree pullulano di pattuglie SomaCorp sotto forma di elicotteri, droni e auto della polizia, così come blocchi stradali che devi attraversare di nascosto o deviare. Guidare l’auto in giro sembra un rompicapo alla Grand Theft Auto, dove bisogna pianificare e programmare il proprio percorso per evitare le pattuglie.
Cosi come in GTA, si accumulano le Wanted Stars quando si è stati avvistati o quando si è entrati in un importante edificio SomaCorp, ma potrai guidare in alcuni edifici sicuri per nasconderti dagli sbirri e perdere il proprio livello di ricercato. Ogni personaggio ha anche la sua speciale abilità di guida, come ad esempio far scattare gli EMP intorno a pattuglie, edifici o blocchi stradali, o organizzare feste in strada per attirare più seguaci.
Aspettative troppo alte?
Anche se tutti questi elementi che ti ho elencato sembrano promettenti sulla carta, non è tutto rose e fiori, anzi. Ti ho già parlato della componente della costruzione delle basi, accennando al fatto che si devono rilevare parchi e allestire fattorie di cannabis e strutture comunali, ma in realtà, questa è una parte stranamente minore e poco rilevante del gioco.
Considerando quanto la costruzione delle basi e la strategia siano essenziali per la storia, le mie aspettative sono state totalmente sbagliate – almeno per le prime ore di gioco. Ti spiego.
Blaze Revolutions si descrive come un gioco building-base e di strategia in tempo reale, eppure non si sblocca nemmeno la difesa della base fino al capitolo 7 della campagna. È difficile preoccuparsi dell’elemento costruttivo quando raramente si vede la stessa base due volte, e non si ha la libertà o il tempo di costruire a lungo fino al Capitolo 8.
Invece di costruire la base o di impegnarsi in qualsiasi tipo di gioco di strategia, si passa la maggior parte del tempo a guidare, e anche se è sicuramente una meccanica carina, purtroppo alla lunga è noioso a morte.
I primi due capitoli del gioco, escluso il minuscolo tutorial di costruzione che si ottiene all’inizio, sono dedicati esclusivamente allo sviluppo della storia, che viene fatta guidando da un posto all’altro e scappando da SomaCorp ad ogni curva.
Dopo i primi capitoli, ti vengono affidati dei brevi compiti di costruzione della base qua e là, ma sono sempre ostacolati dall’accumularsi di strade da percorrere ancora e ancora.
Siamo sicuri sia propriamente un gioco di strategia?
Per la maggior parte, ho visto le fasi di guida come poco più di un’avventura punta e clicca, o senza mezzi termini, un e-book versione videogame. Tu fai di tutto per portare avanti la storia, e alla fine le tue azioni non hanno alcuna conseguenza.
Si può raggiungere il livello massimo di tre stelle ricercato ed entrare in un edificio con una folla di pattuglie alle calcagna, e riuscire comunque ad andarsene come se nulla fosse, senza problemi.
Sfortunatamente, la guida non è l’unico esempio di gioco senza peso: il gioco sembra troppo facile, dove l’unico rischio è l’inesorabile checkpoint che ti rimanda lontanissimo quando fallisci una missione. Durante le fasi di costruzione della base, ci sono tre diverse interazioni che possono essere eseguite con gli edifici della città intorno ai parchi: Liberation, Scavenging e Hot Boxing.
Lo Scavenging ti ricompensa con i materiali, l’Hot Boxing ti garantisce la possibilità di costruire impianti di produzione sul tetto dell’edificio, e Liberation ti fa organizzare feste in appartamenti per trasformare i residenti in rivoluzionari.
Dovrebbe esserci un certo rischio a fare dei party su un tetto, no? E invece, anche con le pattuglie di SomaCorp proprio fuori dalla porta, si possono organizzare feste con musica house a palla e si ha comunque un tasso di successo del 100%. In un mondo sotto un regime totalista così rigido, tutto questo non quadra.
Non c’è una vera strategia in quasi tutto, nemmeno nella gestione delle risorse o nella produzione. Certo, a volte ti accorgerai che non stai producendo canapa con la stessa velocità con cui la stai consumando, ma un problema come questo è facile come costruire un’altra azienda agricola e chiudere un occhio.
Non avrai nemmeno l’opportunità di imbatterti in questo problema fino alle fasi successive del gioco, perché la storia ti strappa sempre via dalla tua base prima che possa verificarsi qualcosa di simile a un problema di produzione.
Anche se ho elencato numerose lamentele per il ritmo e la narrazione un po’ macchinosa e poco originale di Blaze Revolutions, ci sono alcuni aspetti che mi sono piaciuti molto.
La scelta stilistica delle diverse fattorie, degli impianti di produzione e degli edifici che si possono collocare sono vivide e ben modellate, soprattutto quando si ingrandisce per ammirare i dettagli.
Mi piace che i personaggi principali siano parte integrante del gameplay, e le loro abilità di guida uniche sono un’aggiunta divertente, anche se mi sarebbe piaciuto vedere le loro abilità portare avanti le fasi di costruzione della base e avere un effetto significato sulla rivoluzione stessa.
Se Blaze Revolutions si vuole proporre nel mercato videoludico come gioco base-building e di strategia, deve alzare la posta in gioco e migliorare tutti questi aspetti.
Blaze Revolutions è disponibile in Early Access su Steam a 14.99€.