Quando più di due anni fa, precisamente nel marzo 2018, Microsoft rilasciò sul mercato un acerbo Sea of Thieves, nessuno avrebbe immaginato un futuro del genere per il titolo di Rare.
Fin dal suo lancio, nonostante un comparto tecnico di tutto rispetto, con un ottimo stile grafico ed un multiplayer coinvolgente, la nuova IP targata Microsoft fece molta fatica ad ingranare.
All’epoca venne ritenuto colpevole lo “scarso livello di contenuti” presentato dal titolo (frase che divenne una sorta di mantra per tutti i detrattori del gioco), nonostante la stessa Rare, fin dal primo annuncio del gioco, avesse dichiarato che Sea of Thieves sarebbe stato a tutti gli effetti un GaaS (Game as a Service), e come tale, avrebbe goduto di un continuo supporto post-lancio, tale da rendere il gioco fruibile per lunghi periodi.
Ma che sia colpa degli utenti nell’aver preteso tutto e subito oppure di Rare e di una presentazione poco chiara del gioco, questa non è un’aula di tribunale e il mio compito non è difendere l’una o l’altra parte.
Oggi siamo qui riuniti per constatate un fatto, ovverosia il raggiungimento, da parte di Sea of Thieves, dei 15 milioni di utenti, con il picco massimo raggiunto proprio lo scorso mese (maggio 2020) di 3,3 milioni di utenti attivi in contemporanea.
Qual è stato il segreto di Rare per arrivare a tale risultato?
La risposta è invero assai semplice: Rare ha avuto “costanza”.
Costanza nel non farsi abbattere dalle critiche, indipendentemente dal fatto che potessero essere argomentate e motivate, oppure figlie del pregiudizio e della volontà di non far emergere un’esclusiva Microsoft (fenomeni come il review bombing non colpiscono solo le esclusive Sony); costanza nel continuare a proporre il modello di gaming che era stato prefissato all’inizio, con aggiornamenti costanti e di qualità, che hanno aumentato esponenzialmente il valore del gioco in tutte le sue parti.
Oggi Sea of Thieves si presenta come un gioco nuovo solamente per coloro che non sono stati altrettanto costanti nel giocarlo; per tutti gli utenti che, invece, gli hanno voluto dar fiducia fin dall’inizio, il titolo ha saputo ricompensarli con un’esperienza di gioco di altissimo livello, capace di attirare sempre più utenti.
Non lo dico io, parlano i numeri.
Ovviamente Rare non ha intenzione di fermarsi qui; l’ultimo aggiornamento rilasciato risale ad una settimana fa, il 15 luglio è infatti stato rilasciato Ashen Winds (Di cui trovate il video news in fondo all’articolo), e non abbiamo motivo di pensare che in futuro lo studio britannico smetterà di tenere aggiornato il titolo, anche perché con i risultati appena raggiunti, sarebbe una follia cedere proprio adesso.
Arrivati a questo punto però, una domanda sorge spontanea: “quale sarà l’impatto di Sea of Thieves con la next-gen?”
Mentre la transizione da una console all’altra sembra abbastanza scontata (quasi sicuramente avremo uno smart delivery del gioco, con degli upgrade grafici) ed, ovviamente, gli utenti non perderanno i loro progressi di gioco, il futuro a lungo termine di Sea of Thieves resta un mistero.
Dovremmo prima o poi aspettarci un secondo capitolo ? Una scelta del genere pagherebbe in positivo, oppure spaccherebbe la community ? Magari Rare opterà per una scelta in stile Rainbow Six Siege ?
Ma non spingiamoci troppo in la con i dubbi e le domande; per adesso godiamoci l’attuale generazione videoludica ancora in corso, e, soprattutto godiamoci Sea of Thieves.