Alla sua uscita su PlayStation VR eravamo rimasti molto sorpresi da Paper Beast, un titolo che ci aveva trasportato in un viaggio alla scoperta dei nostri sentimenti, in un mondo digitale e al tempo stesso vivo e pulsante, composto da fantastici animali fatti di carta e materiali sconosciuti, puzzle ambientali e una soundtrack pazzesca. Come per Journey o Gris, in questo caso parliamo di un viaggio interiore in cui il gameplay viene messo in secondo piano rispetto all’ “esperienza” che l’autore e/o lo studio di sviluppo vuole comunicarci; in questo caso parliamo di Éric Chahi, geniale visionario e creatore di Another World, Earth of Darkness e From the Dust.
Potremmo definire Paper Beast una via di mezzo fra Another World e From the Dust, ma grazie all’impiego del VR si rivela essere molto di più.
Paper Beast ci parla di interconnessione
Paper Beast è una storia non verbale, ambientata in un mondo digitale e simulato dove le innumerevoli stranezze ed anomalie che incontreremo riescono a coesistere in armonia. Fin da subito possiamo notare che la prima “anomalia” è la consistenza stessa delle creature, fatte di carta in un mondo che esiste all’interno di un server e composto quindi da impalpabili dati. Il connubio fra carta e dati è meno antitetico di quanto potrebbe sembrare superficialmente, questi sono nient’altro che dei mezzi di comunicazione, in questo caso interconnessi per “comunicare” un vero e proprio mondo.
Sembra strano che un gioco in cui non si parla risulti invece così comunicativo. Paper Beast è così, riesce ad essere surreale e naturale, contemplativo e emozionante allo stesso tempo, con una storia che ti guida, ma consente di essere vissuta con il tuo ritmo. Anche se il mondo di Paper Beast è simulato, questo non significa che non vada scoperto e vissuto come fosse reale. Solo che, essendo il mondo simulato un posto fuori dall’ordinario e mai esplorato da nessuno, saremo un po’ come dei bambini alla scoperta del mondo; non dovremo solo guardarlo, ma anche interagire con esso e con le creature che lo popolano.
A proposito di queste ultime, c’è un’ottima ragione se danno il nome al titolo. Anche se in più occasioni è possibile interagire direttamente con il mondo di gioco, la maggior parte di questa interattività passa proprio tramite queste creature “aliene“. Molti dei puzzle ambientali che ci verranno proposti saranno risolvibili solo entrando in stretta connessione con queste creature, dovremo osservare come vivono e come si comportano nel loro habitat per riuscire ad impiegarle e riuscire così nella nostra avanzata.
A proposito di comprendere le creature, una in particolare si distingue dalle altre non solo perché ci guiderà a più riprese nel viaggio, ma anche perché sembra essere particolarmente intelligente. A differenza della altre creature che possono essere quasi tutte manipolate a piacimento, questo colosso non può essere controllato, ma solo osservato e in alcuni casi aiutato; anche se nella maggior parte dei casi sarà lui ad aiutare noi.
La versione PC è decisamente la migliore!
Se eri indeciso (per qualche strana ragione) se comprare Paper Beast su PlayStation VR o su PC ti assicuro che quest’ultima versione del gioco è a mani basse la migliore. Uno dei maggiori difetti della versione per PlayStation era quello della totale mancanza del movimento continuo, un elemento sicuramente nocivo per chi soffre di motion sickness, ma anche per l’esperienza proposta da Pixel Reef; in un’esperienza che mira all’immedesimazione teletrasportarsi qui e là non era proprio il massimo.
Al comparto tecnico è stata data nuova linfa vitale, un po’ come fosse una delle creature del gioco. Le texture sono molto più dettagliate e il rendering generale è stato migliorato; al contrario della versione PSVR stavolta acqua e sabbia sono davvero incredibili e ora grazie a un rendering migliorato sembrano molto più naturali.
Pixel Reef ha limato anche un altro aspetto piuttosto “grezzo” della versione precedente , ovvero la mancanza di comodità e libertà creativa della modalità sandbox. Una volta finito il gioco sarà infatti possibile accedere a una modalità alternativa in cui potremo creare noi gli scenari di gioco, riempiendoli di creature a nostra scelta.
Con la versione PC adesso la modalità sandbox è stata ampliata ulteriormente, con delle scelte che hanno finalmente permesso molte più combinazione di prima. Infatti l’area di gioco sarà molto più estesa e consentirà di inserire più animali e vegetazione. I comandi sono diventati molto più comodi rispetto al passato ed è stata aggiunta persino una nuova specie inedita.
La modalità sandbox rimane ancora una volta in secondo piano rispetto alla meravigliosa esperienza estetica della storia di Paper Beast. Se però hai amato il mondo simulato di Chahi e non riesci a distaccartene, perderti nelle possibilità offerte dalla modalità sandbox ti aiuterà non poco!