Röki è stato annunciato tre anni fa, ovvero nello stesso anno della fondazione dello studio di sviluppo Polygon Treehouse a Cambridge, da parte di Tom Jones e Alex Kanaris-Sotiriou. Entrambi hanno lavorato per svariati anni per Playstation ricoprendo anche il ruolo di Art Director. Tra i titoli a cui hanno contribuito spiccano la serie di Killzone, MediEvil: Resurrection, Heavenly Sword e Wipeout Pulse. Gli ex Guerrilla hanno deciso di fondare uno studio tutto loro e di mettersi a sviluppare un’avventura indie che colpisse nel segno.
E’ così che cominciano i lavori su Röki. Nella ricerca di finanziatori l’avventura del team fa colpo presso l’editore United Labels di Varsavia, noto per aver pubblicato opere estremamente ricche sul versante della fantasia, come Eldest Souls, Tails of Iron e Horae. Altro publisher, ma anche distributore e sviluppatore, coinvolto nella diffusione del titolo è CI Games, con diverse sedi in giro per il mondo, noto soprattutto per Lords of the Fallen e Sniper Ghost Warrior.
L’idea alla base di Röki era chiara sin dall’inizio: creare una fiaba avventurosa basata su atmosfere riprese dalla mitologia nordica. Pur subendo una naturale evoluzione, i vari concept alla base del gioco riflettono sin dalle fasi iniziali questo intento. Evolve lo stile e si perfezionano man mano le tecnologie atte a muovere i vari elementi dell’avventura. Il video qui sopra ti avrà sicuramente permesso di farti un’idea del tutto. Ora che il gioco è stato pubblicato abbiamo avuto la possibilità di mettere le mani sulla versione Steam. Scopriamola insieme!
Una fiaba aperta a tutti
Tove, una ragazza con una treccia rosso fuoco ed il suo adorabile fratellino Lars tornano a casa dopo essere stati al lago. Nella baita tra le montagne c’è il padre Henrik, un uomo vistosamente depresso che si lascia andare a lunghe dormite nella speranza di rivedere nei sogni sua moglie deceduta. Tocca a Tove occuparsi delle faccende di casa.
Tutto procede come ogni giorno, ma ad un certo punto qualcosa sconvolge quell’equilibrio che sembrava immutabile: scesa la notte una mostruosa creatura, che sembra uscita dai libri di fiabe della mamma, distrugge la casa di famiglia e rapisce Lars. Tove, lontana dal padre disperso e disperata per la scomparsa del fratellino, si mette alla ricerca di Lars imbattendosi in uno strano fenomeno che la porta in una versione decisamente alternativa e misteriosa della foresta.
Creature misteriose abitano il bosco innevato. Alcune sembrano amichevoli mentre altre appaiono decisamente inquietanti. Alberi senzienti e misteriosi, se aiutati, permettono, attraverso le proprie radici, di spostarsi rapidamente tra un luogo e l’altro. Ti aspettano radure ghiacciate, chiese abbandonate, antiche fortezze e caverne sotterranee. In Röki tutto in un modo o nell’altro contribuisce a delineare il percorso che la protagonista dovrà seguire per tentare di ricongiungersi al fratellino.
Avrai a che fare con una fiaba dai toni leggeri, ma secondo le tradizioni nordiche a cui l’opera si ispira, a volte anche cupa. Röki è una storia che parla di unione familiare, di lutto, di confronto con i propri demoni interiori e di accettazione della diversità. Il tutto è raccontato con morbidezza, ma anche con forza. In certi momenti delle circa 10 ore di gioco mi sarei aspettato qualcosa di più, soprattutto nelle battute finali, ma vista la natura fiabesca sulla quale la narrazione del titolo si basa può andar bene anche così. Per il resto tanto di cappello.
Un’avventura (un po’ troppo) aperta
Avrai a che fare con una avventura grafica single player completamente tridimensionale, non molto innovativa nell’impianto generale, ma senza dubbio ben costruita. L’interfaccia è decisamente minimalista e si riduce allo zaino di Tove, da usare alla stregua di un inventario, e al diario della ragazza, che conterrà appunti, utili alla risoluzione dei numerosi enigmi, mappe e trofei conquistati lungo l’esplorazione degli ambienti.
Alcuni rompicapo sono abbastanza standard mentre altri sono piuttosto ingegnosi, a volte pure troppo, e richiederanno una buona dose di fantasia o di tentativi, in quanto a combinazione di elementi o ordine di esecuzione. Viene lasciata al giocatore una notevole libertà nell’ordine di risoluzione dei puzzle che si traduce a volte in una certa dispersività dell’esperienza.
Il backtracking, ovvero la necessità di tornare sui propri passi con nuovi oggetti che sbloccano inedite porzioni di ambientazione, è sempre dietro l’angolo e a volte gli elementi utili alla risoluzione di un puzzle sono collocati così distanti tra loro da portare ad una certa confusione, nel caso ci si sia dimenticati di qualcosa visto o trovato in precedenza. Per fortuna ad alleviare il senso di frustazione ci pensano una funzione che evidenzia tutti gli oggetti interattivi di un’area ed il viaggio rapido attraverso gli alberi, di cui ti parlavo prima.
Non ci sono combattimenti, perlomeno non diretti, e tutto insomma ruota attorno ad una narrazione lineare ma intrigante e ad un’esplorazione basata su dialoghi e risoluzione di enigmi. Potrai giocare a Röki sia con tastiera e mouse, sia con un joystick. Le opzioni sono abbastanza minimaliste, soprattutto quelle relative alla grafica che permettono di scegliere solo la risoluzione video.
Va segnalata una grossa limitazione relativa ai salvataggi, per i quali è disponibile un solo slot. E’ quindi impossibile giocare a più partite contemporaneamente, un vero peccato per un gioco aperto a tutta la famiglia. Per il resto non bisogna preoccuparsi di nulla: infatti i salvataggi sono completamente automatizzati.
Una fiaba che prende vita
Röki visivamente è tanto semplice quanto incantevole. I personaggi che si muovono sullo schermo sono ora adorabili, ora inquietanti. Le ambientazioni sono delicate e suggestive. Le superfici, piatte e morbide al tempo stesso, conferiscono al tutto un aspetto surreale. I colori sono azzeccati e tutti al posto giusto.
Gli elementi a schermo, incredibilmente, appaiono gommosi e a volte sembrano più disegnati con un tavoletta grafica che modellati in 3d. Grande cura è stata riposta nell’illuminazione che è stata realizzata mediante tecniche non convenzionali che hanno permesso di rappresentare luci ed ombre con una vivacità ed una morbidezza uniche.
Le animazioni sono stilose e ben confezionate e ricordano, soprattutto nelle cinematiche, certe animazioni in flash ben fatte. I movimenti dei personaggi sono fluidi e cartooneschi. Ho notato solo qualche glitch relativamente a fasi di arrampicata su scale o pareti rocciose. Inoltre per iniziare le interazioni il personaggio a volte compie dei passaggi un po’ legnosi. Tutto è gestito attraverso affascinanti inquadrature garantite da telecamere fisse, in grado di enfatizzare ora i momenti di introspezione psicologica ora le ammalianti camminate attraverso i boschi.
Anche il sonoro fa la sua parte e riesce ad acchiappare il giocatore con effetti coinvolgenti e melodie fiabesche che passano da toni sognanti a note più cupe e buie. Per quando riguarda il parlato si è pensato di andare un po’ a risparmio limitando le parole pronunciate a pochi nomi fondamentali e riducendo i dialoghi a mogugni, sospiri, risate o brontolii. Questa scelta però non stona e contribuisce anzi a creare un’atmosfera più leggera. Nulla da dire invece relativamente ai testi e ai sottotitoli, disponibili in un italiano davvero ben localizzato, fondamentale nella risoluzione degli enigmi.