Dopo aver coperto alcune perle trash come i film di Super Mario e Street Fighter: Sfida Finale e averci pensato un po’ mi è venuto in mente che le tre puntate passate sono state incentrate su film anni ‘80/’90. Avevo bisogno di qualcosa di più fresco, come dire, di più attuale, visto che il filone dei film tratti dai videogiochi non si è mai arrestato. In soccorso è arrivato Netflix durante il mio annoiato scrolling selvaggio, mi propone, tra “i film che ti potrebbero interessare”, Assassin’s Creed. Dico io: “Perché no, dopotutto c’è una rubrica da portare avanti!”.
Uscito nel 2016 nella terra a stelle e strisce viene accolto fin da subito in maniera estremamente tiepida. 55 milioni di dollari in madre patria e 186 nel resto del mondo, sono sufficienti per non far finire il film in perdita, ma non abbastanza per decretarlo un successo.
Cast di primissimo ordine con: Michael Fassbender, nei panni del protagonista, Marion Cotillard e Jeremy Irons, quindi tutta gente che un attimino ne sa di cinema. La storia ricalca fedelmente le vicissitudini degli assassini, pur non mettendo in gioco nessun personaggio presente nel gioco e ambientando il tutto in un universo simile, ma differente.
Tuttavia gli elementi del videogame ci sono davvero tutti: l’Animus, gli assassini, i templari, l’Abstergo, la Mela dell’Eden, il fatto di trattare la setta degli assassini come un culto, con tanto di formule ormai iconiche del gioco (esempio: Nulla è reale, tutto è lecito), insomma tutto ciò che ci ha fatto affezionare ad Altair ed Ezio Auditore c’è. Però (c’è il però), il film è una noia mortale.
E su questo la critica non ci va proprio giù leggera, anzi, Rotten Tomates affibbia un pessimo 18% alla pellicola, mentre Metacritic da una media di 36 punti su 100. Non propriamente un biglietto da visita lusinghiero per una pellicola così ambiziosa che punta a far diventare il film una serie la quale dovrebbe andare in parallelo con il videogame. Ma cos’ha di così noioso? Beh lascio giudicare a te nel mio super riassuntone.
Ah capiamoci, leggi a tuo rischio e pericolo, visto che il film è uscito nel 2016 e magari te lo vorresti pure guardare…quindi SPOILER ALERT. Ci vediamo dopo per le considerazioni finali e le curiosità.
Aguilar de Nehra
Il film si apre con Aguilar de Nehra (Michael Fassbender) che nel 1492 viene iniziato alla confraternita degli assassini. Gli vengono dati i ferri del mestiere, come la lama celata e gli viene amputato il dito anulare da tradizione. Formule di rito che ben conosciamo tipo: “Nulla è reale, tutto è lecito” e cose così.
Ci spostiamo nell’anno 1986 dove un bambino, Callum Lynch, dopo aver provato a fare una versione edulcorata di Brumotti in bicicletta e per poco non spacca l’osso del collo, decide di tornare a casa. Qui vede la madre senza vita e il padre che gli intima di scappare prima che lo vengano a prendere.
Ci spostiamo di altri 30 anni, nel 2016, dove Callum Lynch (sempre Michael Fassbender), è ormai adulto, ma non se la passa bene. Viene infatti condannato a morte per iniezione letale nello stato del Texas. Tuttavia non muore davvero (oh, se ammazziamo il protagonista del film all’inizio come facciamo a riempire altre 2 ore di film?), ma viene solo addormentato e preso come paziente? Cavia? Insomma quello che succedeva nel gioco dove rapivano un poveraccio.
Questo viene fatto da Sophia Rikkin (Marion Cotillard), figlia del gran capo dell’Abstergo, Alan Rikkin (Jeremy Irons). L’Abstergo (per chi non abbia mai giocato ad un Assassin’s Creed) è un’azienda che studia i ricordi custoditi nei frammenti di DNA e con essi è possibile rivivere le memorie di nostri antenati passati.
Callum viene salvato perché è il diretto discendente di Aguilar e quindi potrebbe (anzi sicuramente) sapere dov’è custodita la Mela dell’Eden, un artefatto simbolo della disobbedienza dell’uomo nei confronti di Dio e quindi custodisce la formula per il libero arbitrio. Secondo Sophia, grazie ad essa, si può eliminare la violenza dalla faccia della terra (seh, ma quando mai!).
Callum viene portato ad una macchina chiamata Animus, la quale è in grado di far rivivere questi ricordi e la scena viene riportata nel 1400 in Spagna. Qui si vede Aguilar che cercherà di salvare il principe Ahmad di Granada, il quale è stato rapito da Tomàs de Torquemada, il leader dei templari, per farsi consegnare la Mela dell’Eden dal padre. Dopo una spettacolare scena, Aguilar, insieme alla sua compagna di scorribande Maria, vengono catturati dalla guardia personale di Torquemada, Ojeda. I due vengono quindi imprigionati e Callum viene liberato dalle grinfie dell’Animus da Sophia.
Dopo essere uscito dall’Animus e aver fatto la conoscenza di altri assassini, Callum inizia ad avere le allucinazioni. Queste sono dovute all’effetto osmosi, ovvero inizia ad apprendere le stesse skill del suo antenato grazie all’Animus. Dopo qualche giorno è tempo di tornare nei panni Aguilar, ma Callum non ci vuole andare e inizia una scazzottata con i dipendenti Abstergo. Lui ha la peggio e vien portato a forza dentro la macchina.
Di nuovo nei panni di Aguilar, si vede che il prode maestro assassino sta per essere giustiziato insieme a Maria e al suo mentore, tuttavia c’è un’altra oretta di film da coprire, quindi Aguilar riesce a liberarsi e a scappare insieme a suoi seguaci. Parte un inseguimento a base di parkour e c’è da dire fa effettivamente molto Assassin’s Creed. Tra salti, piroette e scontri spettacolari si conclude con il salto della fede (che non ci può essere Assassin’s Creed senza salto della fede…sarebbe un po’ come un film su Final Fantasy senza i Chocobo…ah, ma l’hanno fatto. Ehm, facciamo che ne riparliamo prossimamente).
Callum reagisce malissimo alla cosa e viene espulso dall’Animus, ha una reazione che sembra un attacco epilettico e resta temporaneamente paralizzato. Dopo essersi ripreso il padre di Sophie, Alan, gli dice che se non entra nell’Animus di sua spontanea volontà potrebbe “rimanere offeso” (chi capisce la citazione vince un biscotto) e lo porta in una stanza piena di ex assassini che hanno fatto quella fine.
In mezzo a questi c’è pure il padre, il quale gli racconta che era stata la madre a voler essere uccisa per non far trovare ai templari la Mela dell’Eden e che sarebbe dovuto morire pure lui, ma non ci è riuscito perché troppo debole. Callum se ne va stizzito ed entra di sua spontanea volontà all’interno dell’Animus.
Ritorniamo in Spagna, sempre nel 1492 e qui si sta per avere lo scontro finale. Ojeda, il cattivo che ha catturato il principe Ahmad di Granada, sta facendo lo scambio con il padre di quest’ultimo per avere la Mela dell’Eden. Tuttavia Aguilar e Maria riescono a intromettersi, Ojeda riesce a prendere in ostaggio Maria e la risparmierà in cambio dell’artefatto. Maria, che è una vera assassina, si sacrifica per il credo e subito dopo parte lo scontro tra Aguilar e Ojeda.
L’assassino, non senza pochi patemi, ha la meglio e scappa. Accerchiato dalle guardie compie un altro balzo della fede e riesce a portar via la Mela dell’Eden. Consegna questa a Cristoforo Colombo, che la custodirà con sé fino alla morte nella sua tomba.
Sophie capisce che la Mela è nella tomba dell’italiano che ha scoperto l’America e con il padre vanno a Madrid, visto che è sotterrato nella capitale spagnola. Prima di fuggire Alan ordina di uccidere tutti gli assassini presenti, quindi Callum, insieme agli altri detenuti riesce in qualche modo a scappare. Non prima però di aver avuto la consapevolezza che nel suo sangue appartiene al credo degli Assassini, grazie ad una visione della madre che gli dice le stesse parole di rito che sappiamo tutti: “Agiamo nell’ombra…bla, bla, bla…siamo Assassini…bla,bla,bla…Nulla è reale…tutto è lecito eccetera, eccetera”.
Siamo in Inghilterra e Alan è pronto a consegnare la Mela dell’Eden ai templari, Sophia non accetta che la sua scoperta venga utilizzata per scopi malevoli, come togliere il libero arbitrio alle persone, ma non fa nulla per impedirlo. Tuttavia ci pensa Callum che, grazie ad una tipica mossa da assassino, uccide con la sua lama celata il padre di Sophie, prende la Mela e scappa con gli ultimi assassini rimasti. Sophie dopo la morte del padre, giura vendetta (che se va bene il film c’è da buttare le basi per un eventuale sequel), ma c’è ancora il tempo per un’ultima inquadratura degli assassini che riposano sul tetto di un edificio.
Com’è guardarlo oggi
Come detto prima e come hai potuto ben leggere da mio riassuntone (a meno che tu non abbia saltato a piedi pari il paragrafo) gli elementi tipici della saga ci sono davvero tutti. Dall’Animus, al credo degli Assassini, alle lame celate, i salti della fede. Il problema è che il film annoia molto presto.
Secondo me il problema alla base è che la trama di Assassin’s Creed, mal si sposa ad una controparte cinematografica. Sarebbe forse ora di smetterla di provarci e lasciare determinati personaggi solo alle schede grafiche di console e PC? Tuttavia ci sono in cantiere altri giochi in trasposizione (Metal Gear Solid, Uncharted e qualcun altro che sicuramente mi sfugge), quindi quel tempo ancora non è arrivato (e poi questa rubrica in qualche maniera dovrà pur sopravvivere).
Se proviamo a prenderlo come film a sé stante, quindi senza mettere in mezzo l’opera a cui si ispira, dà veramente molto poco e affida la sua spettacolarità alle scene di parkour, alla sua computer grafica e a poco altro. Nemmeno la presenza di un cast di primissima scelta salva questo film dall’oblio, visto che nonostante a conti fatti non sia fatto così male, fa sopraggiungere la noia e si sa che questa è nemica giurata di ogni opera di intrattenimento.
Curiosità ed Easter Egg
Come al solito chiudiamo questo Sunday Movie Game con le curiosità e gli easter egg che accompagnano il titolo:
- Nonostante l’Animus sia presente in entrambi le produzioni, il suo concetto è differente. Nel gioco è un lettino, mentre nel film è un braccio meccanico che si aggancia alla base del collo e alla vita di chi deve utilizzarlo. Questa scena era stata presa per spettacolarizzare le scene con l’Animus, visto che vedere una persona distesa in un film lo avrebbe reso troppo noioso. Anche Ubisoft fu affascinata dalla scelta e disse che avrebbe valutato se introdurre l’idea nel gioco, ma ad oggi ancora non è successo.
- Buona parte delle scene di Parkour sono state fatte da Michael Fassbender in persona, visto che prima delle riprese, sotto consiglio del regista Justin Kurzel, prese lezioni proprio di questa disciplina.
- Per il primo trailer del film fu utilizzata una canzone di Kanye West “I am a God”, tuttavia i fan della saga storsero il naso per la scelta visto che fu considerato inadatto ad un’ambientazione del genere.
- Subito dopo la fine delle riprese, la 20th Century Fox, decise di mettere in cantiere un sequel. Di questo, si era già pensato ad un’ambientazione a metà anni ’50, negli Stati Uniti, in piena guerra fredda e Michael Fassbender fu subito avvisato del progetto. Tuttavia al momento dell’acquisizione di Fox da parte della Disney, la casa di Topolino cancellò il progetto insieme ad altre pellicole, perché ritenuto poco redditizio.
- Michael Fassbender accettò il film senza remore, anche se non giocò mai a nessun titolo della saga, poiché affascinato dal plot iniziale. Per prepararsi al meglio decise farsi una maratona giocando a tutti gli Assassin’s Creed usciti fino al tempo delle riprese.
- Nella scena dove Aguilar e Maria stanno per essere giustiziati, questa è ispirata al autodafè, ovvero un tipo di esecuzione molto in voga nel medioevo, dove i condannati venivano bruciati vivi alla presenza della popolazione, delle cariche religiose e politiche. Per ricreare la scena i produttori del film si basarono su antichi testi originali dell’epoca.
- Il balzo della fede che si vede nel film, non è finto. È stato girato nel deserto di Tabernas in Andalusia ed è stato fatto dallo stuntman Damien Walters il quale ha stabilito un nuovo record. Damien si è lanciato, senza cavi, da ben 35 metri e per farlo si è proprio ispirato alle movenze degli assassini nel gioco, visto che lui, da sempre, si è definito un grande fan della saga.
- Nel videogame i personaggi del passato parlano lingue a noi comuni (italiano, inglese ecc.) e questo viene spiegato nel primo Assassin’s Creed dove si dice che l’Animus ha una funzione di traduzione in tempo reale. Nel film, invece, questa cosa viene tolta, visto che secondo i produttori avrebbe diminuito il realismo della vicenda.
- Nella scena quando Callum scappa dall’Abstergo insieme agli altri assassini, questi vanno a prendere armi che vengono utilizzate anche nel gioco ed appartenute a personaggi che conosciamo. La donna prende le armi di Shao Jun, protagonista di Assassin’s Creed: Chronicles, Baptiste, l’uomo di colore, ha le armi che appartennero a ad Achille Davenport di Assassin’s Creed III, mentre l’ultimo, di cui non ci viene detto il nome, prende la spada di Arno Dorian, protagonista di Assassin’s Creed Liberation.
- Per ricreare le ambientazioni del passato la produzione ha deciso di ispirarsi ad altri grandi classici del cinema come Lawrence d’Arabia e anche alcuni film western.
- Il film, come detto ad inizio articolo, fu decisamente un flop e stroncato fortemente dalla critica. Tuttavia ad oggi è considerato il miglior film basato su un videogioco di sempre, il che è tutto dire.