Quattro anni. Il team di sviluppo polacco People Can Fly ha lavorato senza sosta per dar vita alla propria proprietà intellettuale dopo l’uscita di Bulletstorm avvenuta più di dieci anni fa. Proprio per questo il nuovo titolo sviluppato dal team è la rappresentazione di qualcosa di unico, un nuovo inizio: un nuovo mondo, un nuovo genere e un nuovissimo publisher.
Ma oltre a questo Outsider rappresenta i punti di forza di questa azienda che si fecero notare nel 2014 con l’uscita di Painkiller, uno sparattutto veloce, cruento quanto divertente e dalla forza sovraumana.
La libertà di poter personalizzare il proprio personaggio in Outsider ad un livello così profondo come pochi generi offrono, rappresenta il concetto che la storia stessa del titolo trasmette: la libertà. Una libertà che consente di scegliere il proprio arsenale, le proprie abilità e le proprie armature. Ma per People Can Fly rappresenta la libertà di muovere i primi passi con le proprie gambe e lavorare sui propri progetti invece che su quelli di proprietà altrui.
People Can Fly ha lavorato ha stretto contatto (molto stretto) con Epic Games per dieci anni, arrivando al punto che nel 2011 Epic Games acquisì lo studio polacco cambiando il suo nome in Epic Games Poland. Gears of War, Bullettorm e Fortnite sono la rappresentazione di questa stretta unione.
Ma dopo tre anni di operato con il colosso, il team polacco sentiva l’esigenza di tornare sui propri passi e forgiare con voglia e costanza il proprio cammino nel mondo:
“Volevamo creare il nostro gioco e non lavorare ai franchise di altre aziende. Non importa quanto fossero importanti”
– Bartosz Kmita, game director di Outsider.
Nel 2015 la svolta. Il team riacquisisce i diritti e riprendersi il proprio nome originale. L’idea di Outsider ha preso forma nella mente del team appena l’azienda tornò ad essere indipendente, con la certezza che avrebbero continuato a creare shooter.
Con un’idea di esplorare sempre più profondamente lo scenario di Outsider, questa ha finito per influenzare l’intero progetto, con un team che voleva dare vita ad un progetto che fosse più del tipico “gioco basato su spara e uccidi”.
Questo ideale ha dato vita ad un gioco di ruolo basato sulla colonizzazione di un nuovo mondo da parte della razza umana. Ma Kmita sapeva bene che l’azienda non era abbastanza grande da raggiungere gli scopi prefissati dato il fatto che dopo la separazione da Epic Games, il team era composto solamente da 40 persone.
“Eravamo a corto di molte figure necessarie per la realizzazione del progetto, per questo iniziammo a costruire l’ambientazione di gioco e di pari passo l’azienda e lo stesso team. Così da un gruppo di 40 persone, nel giro di quattro anni siamo arrivati a quasi 200” commenta Kmita.
Outsider ha ancora molti capitoli che attendono di essere portati a termine, ma quelli già completati rappresentano un passo evolutivo per People Can Fly. In meno di cinque anni l’ambizione del team polacco ha portato alla nascita di una software house. Che Outsider diventi un cult o un fenomeno globale, si tratta di un progetto che favorisce l’idea di cambiamento e libertà di approccio sia per i giocatori che per le persone che lo hanno creato.