Cos’è il Permadeath? Hai appena finito di costruire la tua reggia su Minecraft, tant’è che per osservarla meglio decidi di piazzarti su una collina più alta da cui poterla ammirare, tanto è grande e meravigliosa. Pensi a quanti scrigni, pieni di tutti i bottini che hai faticosamente raccolto e difeso da orde di scheletri e zombie, si celano nelle sue stanze. Sposti lo sguardo leggermente ad est e guardi una miniera che hai scoperto di recente e sai che nasconde tanti diamanti. Ad un certo punto, un ronzio. Non fai neppure a tempo a rimettere la mano sul mouse che senti un’esplosione: “Playerx è stato fatto saltare in aria da Creeper”. Era in modalità Hardcore. Devi ricominciare tutto da capo.
Meglio o peggio?
Insomma, il Permadeath ci costringe a ricominciare da capo le nostre partite dopo un limitato numero di morti, se non addirittura una sola, come nella modalità Hardcore di Minecraft. Di recente questa controversa modalità è stata aggiunta a The Last of Us 2, abbiamo quindi deciso di approfondirla, cercando di capire se sia o no di gradimento dei giocatori. C’è chi dice che aggiunga un ulteriore tasso di sfida a videogiochi altrimenti troppo semplici, adattatisi ad un pubblico più vasto e, di conseguenza, decisamente meno “skillato” dei veterani. C’è chi invece lo ritiene un dito medio al giocatore e, quindi, preferisce evitarlo come la peste, quando possibile. Chi avrà ragione?
Quando fummo trollati da Hellblade
Uno dei videogiochi che ha più portato alla ribalta il discorso Permadeath è stato sicuramente Hellblade: Senua’s Sacrifice. Dopo il nostro primissimo combattimento, sia che avremo deciso di giocare alla massima difficoltà oppure in modalità bimbo, una macchia nera comparirà sulla mano della protagonista ed un messaggio a schermo ci informerà del fatto che se quella macchia dovesse estendersi fino alla testa di Senua, sede della sua anima, ella morirà e noi perderemo ogni progresso. Tuttavia, se effettivamente dovessimo morire troppe volte, la macchia si ritrarrà e non accadrà nulla. Un Permadeath finto. Mette ansia senza poi distruggere la nostra partita. Eppure molti si sono detti delusi da questa scelta.
Una modalità controversa
La scelta degli sviluppatori di Hellblade fu, probabilmente, dovuta al fatto che il Permadeath è una modalità troppo “controversa” da utilizzare a cuor leggero, specialmente se inserito come elemento obbligato e non, invece, come una modalità aggiuntiva. Ovviamente, l’impegno e le skill da mettere in una partita con Permadeath attivo sono di gran lunga superiore a qualsiasi altro tipo di approccio e questo non va bene per lo stramaledettissimo grande pubblico. Siamo del parere che, esattamente come i livelli di difficoltà, il Permadeath andrebbe inserito ALMENO come modalità extra per chi ha voglia di sfida, potendo così venire ignorato da chi ha solo voglia di farsi una partitina rilassante, seduto sul divano.
Un’ultima riflessione
Il permadeath è divenuto una “cosa a parte” con l’avvento del grande pubblico. Esso era infatti molto più comune all’alba della produzione videoludica, periodo in cui si aveva un numero limitato di vite, come nel più classico dei Super-Mario, ma, una volta terminate quelle vite, il gioco andava ricominciato. Questo approccio rendeva importanti le skill individuali ma ciò non significava che non fosse possibile farsi qualche partita in tutto relax. Siamo quindi diventati troppo viziati da un mercato che cerca, in tutti i modi possibili, di accontentare fette di pubblico sempre più ampie? Può darsi. Tutto ciò che si può dire è che se nel vostro prossimo videogioco sarà possibile scegliere il permadeath e vorrete misurarvi con voi stessi, sceglietelo.