Partiamo con una considerazione: Outbreak: The New Nightmare è un gioco difficile. Ma non perché il titolo richieda particolari abilità o buona conoscenza del genere, ma perché, tendenzialmente, è rivedibile in moltissimi suoi aspetti.
La trama non è nulla che non sappia di già visto: una terribile epidemia ha trasformato una tranquilla e laboriosa cittadina in una città fantasma in cui la maggior parte degli abitanti sono diventati zombie. Un gruppo di sopravvissuti cercherà di trovare una via di fuga ma anche la causa del disastro virologico. Le indagini porteranno i 6 sventurati a trovare un laboratorio di ricerca in cui capiranno che l’epidemia che ha trasformato i tranquilli cittadini in famelici zombie, era solo la punta dell’iceberg.
Il Resident Evil dei poveri?
È vero, il titolo pare un plagio (in modo abbastanza palese) dei Resident Evil vecchio stampo. Vari scenari in cui, per arrivare alla fine, devi risolvere enigmi ed eliminare orde di zombie, personaggi con vari bonus e malus, armi e munizioni scarse. Outbreak: The New Nightmare prende evidentemente spunto (già dal titolo) dai due Resident Evil: Outbreak usciti su PlayStation 2.
Per quanto riguarda le modalità, tuttavia, offre qualcosina in più, anche se in fatto di longevità e rigiocabilità del titolo, nel complesso, è appena sufficiente.
Le modalità presenti in Outbreak: The New Nightmare sono Campaign, Onslaught e Experiments per un totale di 15 scenari (escluso il tutorial). Gli scenari della Campaign trattano gli inquietanti avvenimenti passati dai 6 sopravvissuti intenti a capire cosa sia successo alla tranquilla cittadina; se si vuole approfondire la lore, nei vari livelli si possono facilmente trovare delle cartelle su informazioni o curiosità del mondo di gioco.
La modalità Onslaught ti porterà in degli scenari molto ampi e aperti in cui dovrai sopravvivere a più orde possibili di zombie e mostruosità; armi e munizioni abbondano, rispetto alla campagna. Gli scenari presenti negli Experiments, invece, sono dei livelli bonus in cui penderà su di te un malus diverso (livelli con ancora più oscurità oppure eliminare un tot di nemici in una stanza prima di poter proseguire) ed aggiungono una buona dose di sfida aggiuntiva al titolo, anche se non ne aveva certamente bisogno.
Le difficoltà selezionabili sono 4: Normal, Hard, Biohazard e Nightmare; qui andiamo a toccare uno dei problemi principali del titolo: le difficoltà non calibrate. Anche ai più rodati sul genere survival horror, sarà palese il fatto che le munizioni non basteranno mai per abbattere gli zombie (che necessitano, per esempio, dai 6 ai 9 colpi di pistola) già alla modalità Normal.
Ti ritroverai molto spesso a dover correre via dagli zombie che ti staranno sempre e continuamente alle calcagna, per di più con dei controlli che rendono il tutto veramente difficile (ma su questo punto ci torneremo più avanti). Inoltre, il cambio di difficoltà non influirà nè sull’ammontare di munizioni e cure che troverai negli scenari nè sulla quantità di proiettili necessari per abbattere i vari nemici con le diverse armi di Outbreak: The New Nightmare.
La chiave per la sopravvivenza… è il coltello!
I 6 sopravvissuti all’apocalisse zombie avranno svariati bonus e malus, anche se comunque mi sono limitato ad usare i soliti 2/3 personaggi in quanto quelli con i perk più convenienti.
Le armi che accompagneranno i nostri eroi nella difficile indagine su cosa sia successo nella loro città non sono tantissime: tra queste troveremo i Fucili d’assalto (buon rateo di fuoco e danni elevati), i Fucili a pallettoni (basso rateo di fuoco ma danni elevati), le Pistole (medio rateo di fuoco e danni intermedi), e le armi da mischia: sei stufo di scaricare addosso agli zombie interi caricatori di munizioni prima di vederli barcollare a terra? Bene, ti basterà una semplice coltellata per oneshottare quasi tutti i nemici che ti si pareranno davanti. Semplice no?
Il coltello sarà la chiave per finire molti degli scenari, permettendoti di risparmiare una miriade di munizioni. L’unico limite è nella Nightmare: un solo colpo e finirai nella schermata di Game Over!
I nemici che si possono affrontare durante Outbreak: The New Nightmare saranno per la maggior parte zombie di diversi tipi: normali, grassi (avranno bisogno di tanti proiettili in più per essere neutralizzati), infuocati (occhio ai danni), velenosi e, infine, quelli che mi hanno fatto imprecare maggiormente: gli zombie striscianti.
Queste maledette bestie di satana sono agili quanto gli zombie normali, ma per poterli ferire dovranno essere a un palmo dal tuo naso o il tuo sparo andrà miseramente a vuoto; la loro hitbox mi ha provocato decine di Game Over e dev’essere sicuramente aggiustata. Negli ultimi scenari, affronterai anche degli esseri rettiliani (non si sono fatti mancare proprio nulla, eh?) che ho scoperto poi essere una sorta di arma biologica super segreta.
Il tuo peggior incubo saranno i controlli
Dal punto di vista del gameplay, Outbreak: The New Nightmare ha tantissimo da rivedere, aggiustare e ricalibrare. I controlli sono imbarazzanti persino per un titolo del 2008.
Muovendoti per le varie stanze di uno scenario, molto spesso la telecamera (che è fissa, esattamente come nei vecchi Resident Evil) cambierà l’angolo dell’inquadratura, ma la direzione dei comandi di movimento, finché corri in una direzione a cavallo tra due inquadrature, rimarrà quella della prima inquadratura: questo porterà, una volta cambiata, a muoverti nella direzione contraria a quella voluta.
In alcune modalità, in particolare a Nightmare, questa fastidiosa meccanica mi ha molto spesso portato al Game Over. A parte questo, i controlli sono veramente legnosi e poco fluidi, cosa che nel 2020, nonostante sia un indie horror, non dovrebbe esistere.
Bug e glitch dei nemici hanno martoriato la mia esperienza videoludica e sono stati una costante negli scenari. Se nella campagna questi non hanno influenzato particolarmente la partita e, anzi, alcuni sono risultati buffi e divertenti, nella modalità “a orde” questi hanno comportato il riavvio della partita, perché magari l’ultimo zombie, glitchandosi, mi ha impedito di passare alla prossima ondata, bloccandomi quindi li, in un loop senza fine.
La grafica ugualmente è poco curata e mi è sembrato di giocare a un titolo su PlayStation 3; l’unica cosa che si salvano sono le ombre. I personaggi, oltretutto, hanno una camminata e una corsa irreale, molto macchinosa; ma questo sicuramente è uno dei problemi meno evidenti e importanti di Outbreak: The New Nightmare.
La colonna sonora è buona, abbastanza varia e crea la giusta atmosfera. Nulla di eccezionale, per carità, ma è uno degli aspetti lodevoli del titolo. Gli scenari e le ambientazioni spaziano da degli uffici, a un manicomio fino ad una foresta; gli spazi sono, in sostanza, abbastanza vari e anche abbastanza grandi: ti ci vorranno dai 30 ai 40 minuti per completare un livello. La longevità complessiva del titolo si aggira sulle 7-8 ore, ma la rigiocabilità, anche a causa delle modalità calibrate male tra loro, è molto limitata.
La cosa che più fa storcere il naso è però la coop (solo locale). Dal mio punto di vista, si doveva puntare su questo aspetto per migliorare il titolo, ma proprio non ci siamo. I livelli verranno affrontati in split-screen orizzontale o verticale, senza permettere ai 2 giocatori di poter giocare rimuovendolo completamente e spostandosi assieme per le stanze. Questa modalità cooperativa, così come le difficoltà, è calibrata male, se non peggio.
I nemici saranno molto più resistenti ai proiettili e nel caso di armi da mischia serviranno più colpi per abbatterli, rendendoti molto più esposto ai loro colpi. Paradossalmente, le risorse che puoi trovare in modalità coop sono le stesse che troveresti giocando da solo, costringendo i 2 giocatori a doversi dividere armi e munizioni e rendendo la cooperativa di questo titolo qualcosa che proveresti una volta sola ed eviteresti come la peste successivamente.