Wira & Taksa: Against the Master of Gravity è un platform con una fortissima componente da puzzle game che strizza l’occhio al settore indie e ad altri giochi “simili”, primo tra tutti il famosissimo Ori and the Blind Forest (a partire proprio dal lungo titolo). Gli elementi tipici ci sono tutti: un gameplay 2D unito ad una grafica 3D e ad un’atmosfera fantasy molto onirica che si mischia ad ottimi effetti di luce, ad un gameplay che richiede ottimi riflessi e ad una difficoltà ostica praticamente fin da subito. Cosa rende quindi Wira & Taksa: Against the Master of Gravity unico?
Un primo motivo potrebbe venire proprio dalle persone che sono dietro al progetto, ovvero lo studio indie peruviano 3S Design che si è occupato sia dello sviluppo che della distribuzione. Si tratta infatti, a memoria, del primo gioco peruviano a uscire dai confini della propria nazione e a raggiungere il mercato estero. Non a caso la realizzazione di Wira & Taksa: Against the Master of Gravity ha richiesto “solo” 3 anni e ha visto coinvolte solo due persone: Gino Sassarini (game art, game design e level design) e Sergio Solano (game development).
In due contro la gravità
La storia di Wira & Taksa: Against the Master of Gravity è una semplice scusa per gettare subito il giocatore nel mezzo dell’azione. I due protagonisti sono due nativi del pacifico pianeta Nunh. Il primo, Wira, è un massiccio individuo un po’ ottuso e molto lento che però può maneggiare Takana, un grosso martellone di ferro. Il secondo, Taksa, è decisamente più gracile, veloce e dinamico, ma non ha alcun mezzo offensivo. Quando lo spietato Master of Gravity (signore della gravità) lancia un incantesimo su Nunh, i due guerrieri novizi sono chiamati a risolvere la situazione attraverso un lungo viaggio che li porterà a scoprire anche la storia del pianeta stesso.
Uno dei fattori più interessanti del gioco è sicuramente il fatto che questo è particolarmente immerso nelle tradizioni e, soprattutto, nella mitologia del Perù. La lingua ufficiale di questo paese è lo spagnolo e, visto che non lo parlo, non ho potuto verificare se l’intera vicenda è in qualche modo ispirata a qualche mito, ma è evidente fin dal primo momento che più di un elemento presente all’interno del gioco è ispirato alla cultura peruviana. Questo è sicuramente un valore aggiunto visto che il Perù è una di quelle nazioni straniere decisamente poco conosciute nel mondo e l’atmosfera beneficia non poco da queste derivazioni esotiche.
Difficile come una passeggiata a gravità zero
Come già accennato e come sottolineato dal titolo, Wira & Taksa: Against the Master of Gravity è un puzzle-platform che richiede di passare costantemente da un personaggio all’altro per superare i livelli di gioco. Questi si svolgono in modo lineare, in modo simile a come avveniva nel già citato Ori and the Blind Forest, e senza troppe perdite di tempo (ad esclusione di qualche occasionale linea di dialogo). Subito dopo aver avviato una nuova partita e superato il filmato introduttivo che ci spiega cosa sta accadendo, ci troveremo direttamente nel gioco con davanti a noi un piccolo tutorial che ci spiegherà i comandi base e le meccaniche su cui si baserà tutto il gameplay.
Wira e Taksa sono estremamente diversi in termini di gioco. Il primo è lento e più facile da colpire, ma è anche l’unico che, con il suo martello, può danneggiare i nemici non indistruttibili. Per la maggior parte del tempo , tuttavia, userai il più veloce e minuto, per quanto indifeso, Taksa. Il cambio tra i due personaggi è comunque istantaneo e avviene con la semplice pressione di un tasto. Un terzo tasto fondamentale è quello che ci permette di invertire la gravità. In Wira & Taksa: Against the Master of Gravity non si può infatti saltare, cosa che lo rende già di per sé un platform particolarmente atipico, ma sarà possibile superare gli ostacoli solo invertendo la gravità e usando il giusto tempismo. Questa piccola differenza, già di per sé, rende il gioco molto difficile perché bisogna abituarsi a questo fattore che non è propriamente intuitivo in un platform. Oltre a questo, ci sono ben pochi altri comandi: potremo alzare o abbassare leggermente l’inquadratura per vedere cosa ci attende un poco oltre lo schermo e potremo aprire un menù per vedere, leggere o usare gli eventuali oggetti raccolti.
Devo inoltre dire che, proprio per l’assenza di un tasto di salto e per la sua struttura, mi è difficile definire Wira & Taksa: Against the Master of Gravity come un vero e proprio platform, è più simile ad un puzzle game. Di base dovremo avanzare verso il nostro obiettivo del momento, raccogliendo vari oggetti collezionabili per guadagnare vite aggiuntive, risolvere missioni, scoprire dettagli sul passato del mondo di gioco e aprire le innumerevoli porte presenti che ci bloccano il cammino. Nel farlo dovremo fare attenzione ai tantissimi ostacoli capaci di ucciderci anche in un colpo solo (e il numero delle vite va ricordato che è limitato e condiviso dai due personaggi) e agli elementi di gioco che genereranno delle vere e proprie istanze dove la sfida sarà cercare di capire come risolvere il puzzle del momento. Si va dalle leve temporizzate che aprono dei passaggi specifici solo per un breve lasso di tempo ai pulsanti che invertono l’asse della gravità su cui ci muoviamo da giù-su a sinistra-destra.
Confuso? E’ normale, anche perché, lo sottolineo, la curva di apprendimento di Wira & Taksa: Against the Master of Gravity è davvero ripida. Il gioco diventa presto molto difficile ed impegnativo e passerai molti secondi fermo a cercare di pianificare i giusti movimenti da eseguire. Purtroppo, inoltre, la difficoltà sarà spesso elevata anche a causa di alcuni piccoli “difetti” del gioco. Si va dai nemici mobili eccessivamente fastidiosi, spesso così veloci da colpire Wira prima che questi possa anche solo alzare il martello, a ostacoli piazzati in modo meschino al di là dell’inquadratura. Posso accettare di perdere una vita perché sbaglio una mia manovra o programmo male i miei movimenti, ma nel momento in cui mi piazzi un ostacolo temporizzato e mobile ben oltre la mia visuale diventa tutto una questione di fortuna. E’ ingiusto e frustrante perdere una preziosa vita senza una vera colpa propria. Certo, ci sono non pochi checkpoint nel gioco, ma anche questi sono confusionari e scomodi, soprattutto nelle frequenti sessioni di backtracking dove spesso si riattiveranno in modo ben poco utile ai fini del nostro avanzamento. Se non altro, perdere una vita, non fa perdere tutti i collezionabili raccolti fino a quel momento.
Un’atmosfera intorno a cui gravitare
Dal punto di vista della realizzazione artistica non posso invece che elogiare il lavoro svolto su Wira & Taksa: Against the Master of Gravity. Nonostante si tratti di un lavoro tutt’altro che perfetto, con qualche dettaglio un po’ tirato via qui e là e tanti elementi copia/incolla, non posso negare che il risultato è a dir poco impressionante, considerando soprattutto che dietro ci sono solo due persone che, da sole, hanno praticamente fatto tutto, distribuzione compresa. Date queste premesse, tutto mi sarei aspettato tranne che un gioco così dettagliato a livello di sfondi, dettagli, musica ed effetti sonori. Mi ha stupito soprattutto il level design, davvero ben curato ed ingegnoso. I livelli in sé sono inoltre belli lunghi e rendono il gioco molto longevo già adesso che non è ancora disponibile in versione completa.
Al momento, infatti, è disponibile un solo livello su quattro (un altro si mostra in un video sul profilo steam), ma già questo si fa notare per la diversità scenica e per gli elementi caratteristici presenti. Se ti metti a osservare lo sfondo puoi letteralmente perderti in esso. Gli effetti di luce sono stupefacenti, ben fatti e si sposano ottimamente con il resto del gioco che è realizzato con una grafica 3D gommosa da cartoon mista a elementi grafici tipici dei platform 2D. I tocchi onirici dati dalle particolari ambientazioni e dalle ispirazioni di cultura peruviana contribuiscono a creare un’atmosfera davvero speciale. Ho inoltre adorato le transizioni che il gioco usa occasionalmente quando “si svolta un angolo”. Praticamente l’intera telecamera ruota intorno al mondo di gioco come se questo fosse quadrato. Questa tecnica mi ha ricordato non poco Tombi, un altro puzzle-platform atipico per PlayStation che, personalmente, ho adorato e con cui, a ben vedere, Wira & Taksa: Against the Master of Gravity ha molti punti in comune.
Il comparto musicale è perfettamente in linea con l’atmosfera del gioco e ci offrirà una musica tribale bizzarra e aliena che ci accompagnerà nelle nostre imprese restando spesso sullo sfondo, senza mai risultare fastidiosa, ma sempre appropriata e utile, visto che cambierà a seconda delle situazioni in cui ci troveremo coinvolti. Altrettanto appropriati e utili saranno gli effetti sonori, soprattutto perché molti ostacoli e nemici hanno un proprio “rumore” associato che ci aiuterà magari a sopperire alla nostra incapacità di vedere che cosa ci aspetta oltre la portata della telecamera. Nuovamente, è impressionante che solo in due siano riusciti a fare tutto questo.
Purtroppo non tutte le ciambelle riescono con il buco e devo dire che anche nella resa grafica c’é un piccolo passo falso che ha un po’ inficiato il mio giudizio. Si tratta degli spezzoni “animati” che narrano la storia del gioco. Questi sono realizzati come una serie di slide disegnate (l’animazione vera e propria è ridotta all’osso) come se fossero un cartone americano 2D e li ho trovati davvero fuori luogo rispetto al resto del gioco. Sembrano usciti da Adventure Time e perdono praticamente tutti gli elementi dell’atmosfera onirica che ho lodato fino ad ora, mal mischiandosi con il resto del gioco. Avrei preferito si fosse continuato a usare la resa grafica 3D anche per questi spezzoni e non capisco i motivi dietro questa scelta (anche perché nel trailer non ci sono). Peccato.
La giusta gravità del giudizio
Peccato è il commento che potrei fare, al momento, per tutto Wira & Taksa: Against the Master of Gravity. Ci sono una valanga di spunti interessanti e molti elementi che riescono davvero a divertire il giocatore, a partire da un livello di sfida che lo incita, tramite die & retry, ad andare avanti, a trovare la soluzione di quel puzzle che proprio non riesce a superare. Questi punti positivi vengono però oscurati dai non pochi difetti presenti a cui si vanno ad aggiungere anche gli immancabili bug che ogni tanto si presentano nel corso del gioco. Mi è successo una volta di restare bloccato in una stanza puzzle dove una leva temporizzata non apriva il passaggio che doveva aprire pur attivandosi e mi è toccato chiudere tutto e ripartire dall’ultimo checkpoint. Non proprio la migliore delle esperienze, ecco.
Tutti questi difetti vengono però stemperati da un singolo fattore: Wira & Taksa: Against the Master of Gravity non è un gioco completo, ma è attualmente in accesso anticipato su Steam! Gli sviluppatori lo hanno infatti reso disponibile prima del previsto proprio per perfezionarlo grazie all’apporto dei fan e degli appassionati. L’uscita ufficiale completa è prevista per metà 2021 e sarà resa disponibile non solo su Steam, ma anche su PlayStation 4 e Xbox One. Insomma, 3S Design ha tutto il tempo del mondo per cercare di smussare gli angoli del proprio progetto e renderlo un titolo davvero bello e divertente, capace magari di costruirsi una propria nicchia di successo all’interno del vasto mercato dei platform indie. Le carte in mano per farlo le ha tutte, deve solo giocarle meglio.