MO:Astray, un platform con tratti action molto serrato, un buon omaggio al genere di cui fa parte, con idee a suo modo innovative e interessanti. Partiamo da una analisi di contesto: quando ci si approccia ad un classico, ossia un titolo con una struttura già “rodata”, è opportuno trovare i punti di contatto con i precedenti e i contenuti innovativi che aggiunge al genere.
Se pensiamo ai platform, non possiamo che tornare indietro nel tempo, alle origini del medium videoludico. Prendiamo infatti in esame un genere che ha dato molto alla storia del videogioco, diventandone di fatto una colonna portante.
Confrontandosi con questo tipo di videogioco gli sviluppatori si trovano spesso di fronte alla necessità di innovare, di aggiungere qualcosa alla collaudata ricetta, quasi fosse necessario espandere il genere e portarlo verso nuove frontiere.
Un po’ di esplorazione in più potrebbe essere l’ingrediente speciale, oppure implementare un level design curato e stimolante. Si potrebbe anche cercare di stupire il giocatore con una grafica curata, con uno stile particolare e ricercato, magari prendendo sempre dal passato ma innovando in alcuni frangenti.
Con MO:Astray è abbastanza facile delineare alcune di queste caratteristiche, quelle che ci spingono a considerare un titolo appartenente al collaudato genere platform come innovativo o particolare. Andiamo con ordine e scopriamone pregi e difetti.
MO:Astray – Trama
MO:Astray presenta una ambientazione tipica del genere sci-fi: abbiamo un misterioso laboratorio semi-distrutto, un pianeta alieno inesplorato e altri scenari molto classici.
In MO:Astray impersonerai MO, un simpatico essere simile a una specie di piccolo blob saltellante e azzurro alla ricerca della sua origine e in perenne contatto mentale con una “lei” che ci guiderà in un certo senso nel percorso, seguendo la collaudata meccanica di “help me, save me”, in pieno stile Peach e Super Mario.
Il piccolo MO si trova dunque immerso nel classico scenario fantascientifico: è la creatura di un laboratorio segreto, per qualche oscuro motivo ormai in rovina e dovrà scoprire le sue origini e la sua ragione d’essere esplorando i vari scenari presentati. Ci troviamo all’interno di un universo vario e ben costruito con diverse zone da esplorare: partirai dal laboratorio dove sei nato per poi proseguire sul misterioso pianeta sul quale sembra che gli umani abbiano fatto naufragio o perlomeno dove sembra che sia avvenuto un non ben identificato incidente che ha coinvolto tutti gli umani del laboratorio, trasformandoli in mostri o prede per la feroce specie indigena del pianeta.
In effetti forse la trama risente della mancanza di una forte motivazione iniziale, una spinta al protagonista per compiere le sue azioni. Andando avanti nel gioco tuttavia ti renderai conto che in MO:Astray la realtà non è come sembra. Ti troverai effettivamente a cercare indizi incuriosito dall’ incipit, in particolare “esplorando” la mente de nemici.
Con una meccanica che approfondiremo nella sezione gameplay il piccolo MO è in grado di prendere possesso della mente dei nemici, svelando indizi e ricordi che vanno a completare i tasselli mancanti della trama di MO:Astray. Questa capacità aggiunge dettagli alla storia e può essere un incentivo a giocare e scoprire sempre più informazioni per i giocatori attenti alla storia del mondo di gioco.
Delle cutscene semplici ma d’effetto aggiungono ulteriore profondità alla storia, immergendoci sempre più nel mondo fantascientifico e raffinato di MO:Astray.
Mo:Astray – Gameplay e Grafica
Il gameplay è invece il punto forte di MO:Astray. Ti troverai di fronte ad un platform classico ma con controlli in un certo senso innovativi e davvero precisi, con un dettaglio molto accurato dei movimenti riuscirai a superare anche le sezioni più impegnative.
Il piccolo MO infatti avrà due mosse principali, il salto, controllabile con l’analogico destro e la pressione del dorsale sinistro e il doppio salto, controllabile alla stessa maniera ma ripetendo il comando sul gamepad. Più avanti il nostro simpatico protagonista avrà altre mosse a disposizione ma all’inizio avrai solo questa possibilità e dovrai superare le sezione platform e impossessarti dei “corpi” dei nemici sempre con la stessa meccanica.
In effetti il “blob” controllato dal giocatore in MO:Astray non ha vere e proprie armi ma modifica il suo corpo all’occasione, inserendosi in stretti cunicoli o inglobando la testa dei nemici attraverso dei salti precisi. In questo senso non possiamo parlare proprio di mosse d’attacco, piuttosto di una serie di meccanismi che portano all’eliminazione dei nemici e dei temibili boss.
Più nello specifico, il piccolo MO riesce a modificare il corpo senza la pressione di un tasto specifico, basta avvicinarsi alla strettoia ad esempio per far si che il piccolo blob vi si inserisca “automaticamente”, in questo caso non dovrai attivare nessuna abilità specifica. Per quanto riguarda la mossa per impossessarsi del corpo dei nemici in MO:Astray, anche in questo caso non ci sarà una particolare azione, il piccolo blob prenderà automaticamente possesso dei vari mostri non appena si avvicinerà a sufficienza alla loro testa, lanciandosi con il suo salto.
In questo senso possiamo dire che la meccanica di “possessione” dei nemici in MO:Astray ti consente di superare alcuni puzzle ambientali, davvero ben congegnati. Gli enigmi infatti richiedono una notevole attenzione al dettaglio e osservazione del comportamento dei nemici, alle volte la vera chiave per superare determinate aree. Se vedi ad esempio che gli indigeni non vengono afflitti da alcuni tipi di ostacoli come le spine, basterà prendere il controllo di uno di questi per superare la sezione. Nel laboratorio invece, potrai utilizzare i nemici umani, trasformati in zombie, per aprire determinate porte o sbloccare alcune aree inaccessibili per MO.
Per precisione dunque, ti troverai ad affrontare essenzialmente diverse varianti di due macro-enigmi ambientali: il primo tipo avrà una soluzione nelle capacità di MO, come la modifica del proprio corpo per passare in un condotto o il doppio salto e l’altro tipo invece si basa sulla possessione dei nemici che ti consentono di superare determinate aree.
Bisogna segnalare inoltre che gli enigmi di MO:Astray sono abbastanza intriganti (nonostante siano essenzialmente solo di due tipi) e la soluzione ti verrà indicata abbastanza chiaramente, con la sola eccezione di alcuni momenti nei quali lo sfondo risulterà persino troppo ricco di dettagli, impedendoti alle volte di vedere la soluzione di un enigma (ne parleremo meglio più avanti nella sezione dedicata alla grafica).
Le battaglie con i boss di MO:Astray sono stimolanti e abbastanza differenti fra loro, non capiterà in effetti di sconfiggere un boss esattamente nello stesso modo di un altro. Ogni volta ti troverai davanti al cattivo di turno e dovrai sconfiggerlo con l’intuito, utilizzando spesso l’ambiente che ti circonda ma non solo, molte volte dovrai fare da bersaglio e schivare all’ultimo secondo l’attacco diretto contro di te, facendo in modo che il boss si colpisca da solo.
E’ necessario sottolineare come il gameplay necessiti di qualche tempo per prendere confidenza con le meccaniche, dato che nei primi momenti ci si può trovare spaesati. Tuttavia le mosse vengono insegnate nella prime fasi del gioco e introdotte in maniera graduale ed efficace e una volta apprese si possono affrontare i livelli in relativa tranquillità.
Il level design di MO:Astray è curato ed efficace, con sezioni platform e puzzle ambientali da risolvere ben in armonia fra loro. Come spesso accade dei controlli precisi e un buon level design hanno consentito agli sviluppatori di proporre livelli molto graduali, che portano il giocatore ad accrescere le proprie abilità nel tempo, senza “scalini” troppo ripidi per difficoltà.
Sulla difficoltà in generale, bisogna segnalare che MO:Astray non è un titolo facilissimo, anzi, fin dalla modalità normale ti metterà spesso alla prova, con una serie piuttosto frequente di fallimenti.
Un sistema di checkpoint efficace però riduce la frustrazione e ti consente di ripetere immediatamente le sezioni appena sbagliate, senza un vergognoso “Game Over” su schermo. La difficoltà scalabile inoltre permette di giocare immediatamente un livello con il grado di sfida voluto.
Una bella grafica a 16 bit
Per quanto riguarda invece l’ambientazione e la grafica, bisogna dare atto agli sviluppatori di essere riusciti a creare una atmosfera davvero suggestiva per il titolo, con degli scenari disegnati con cura e una palette cromatica azzeccatissima. Lo studio Archpray Inc è riuscito a creare un mondo credibile e articolato, dipingendo ambientazioni sempre intriganti e interessanti per lo spettatore, che si troverà spesso a rimanere incantato di fronte al dettaglio della pixel art di MO:Astray.
Non stiamo parlando naturalmente di fotorealismo o grafica avanzata, ma di un mondo che è a suo agio nei “16 bit” con i quali è raffigurato, non sentiremo la mancanza delle più avanzate tecnologie semplicemente perchè il mondo è coerente come ci è stato presentato.
Gli effetti di luce dinamici aggiungono profondità e varietà al mondo di gioco e sono a tutti gli effetti un altro elemento caratteristico del titolo, una sorta di “focus” ambientale che evidenzia determinate aree o sezioni, in maniera molto convincente.
Per quanto riguarda il comparto audio possiamo distinguere fra degli effetti audio molto azzeccati e precisi, che risultano ben accordati con l’atmosfera generale del gioco e una colonna sonora minimale. A tutti gli effetti troveremo alcune tracce interessanti all’interno del gioco ma spesso saranno solo gli effetti ad accompagnarti nei livelli di MO:Astray.
Il design degli ambienti è dunque molto particolare e raffinato, con una sola nota dolente. Spesse volte ti troverai ad affrontare dei puzzle ambientali e rimmarrai forse un po’ confuso da alcuni elementi di sfondo. Mi è capitato di perdere diversi minuti a cercare una soluzione abbastanza semplice, che si sarebbe potuta trovare aguzzando la vista e cercando di distinguere bene gli elementi di sfondo da quelli di level design.
Più nello specifico, alle volte il design di sfondo è così articolato che possono sfuggire quegli elementi essenziali per risolvere una determinata sezione o sconfiggere un determinato boss, come se gli sviluppatori avessero voluto arricchire la scena piuttosto che far capire in maniera chiara al giocatore cosa fare.
Davvero notevole l’impegno per i nemici, alcuni dei quali disegnati molto bene e ben caratterizzati. Diverso è il discorso per il design dei boss, alle volte un po’ pigro, tendente al classico mostro tentacolare, con solo alcune piacevoli deviazioni dal classico tipo.
In conclusione, MO:Astray è un buon platform, con una grafica ben curata e con personaggi credibili, sostenuto da un gameplay serrato e intrigante, con qualche difetto come l’occasionale confusione negli scenari e la trama non molto approfondita in game. Se cerchi un buon livello di sfida e una buona palestra per i riflessi, considera di prenderlo senza troppi dubbi. E’ disponibile per svariate piattaforme al prezzo di circa 14,99, in uscita su Nintendo Switch il 10 settembre.