Duke Nukem… un nome che non si sente da parecchio.
Rieccoci con il nostro settimanale appuntamento con Player One, la nuova rubrica di iCrewPlay sui personaggi illustri della storia dei videogiochi. Stasera parleremo di un personaggio estremamente controverso, non soltanto per il character design che lo contraddistingue ma anche per la storia “editoriale” che lo riguarda, finita, purtroppo, non molto bene. Allora, non indugiamo oltre e andiamo a parlare di Duke Nukem
Il paladino del politicamente scorretto
Duke Nukem è famoso, a livello di personaggio, per un fattore che, oggi come oggi, è più raro di una nevicata a Ferragosto sulla riviera romagnola: Duke Nukem è estremamente politicamente scorretto. Battute sessuali continue, machismo sfrenato, cinismo, narcisismo assoluto e perfino l’uso di steroidi sono tutte caratteristiche che si ritrovano in armonia in questo personaggio ultra-stereotipato, una sorta di parodia dell’eroe americano, alto, muscoloso, invincibile e donnaiolo, oltre che signore incontrastato delle frasi ad effetto. Provare a far uscire un personaggio del genere oggi, per qualsiasi media, significherebbe una condanna a morte per qualsiasi publisher, con tanto di influencers pronti a svenire solo al pensiero.
Duke Nukem I e II
I primi due giochi di Duke Nukem vedono il nostro eroe biondo platino sconfiggere un esercito di robot prodotti da un malvagio scienziato e, in seguito, affrontare una pericolosa razza aliena, che diventerà poi la sua nemesi ricorrente. Questi primi videogiochi, rispettivamente del 1991 e 1993, uscirono per MS-DOS, sistema operativo di Microsoft chiaramente non più in produzione, in formato floppy-disk. Qui vediamo già un eroe molto violento, macho e narcisista, con uno show a cui viene invitato per parlare si sé, intitolato “Why I am so great.”. Ma era ancora presto per quella che, tre anni dopo, sarebbe stata la consacrazione assoluta, con un vero e proprio capolavoro del genere First Person Shooter.
Duke Nukem 3D
Qui vediamo la versione definitiva, la migliore, di Duke Nukem. Una sorta di Doom guy ubriaco e sotto steroidi (non mancano i riferimenti a Doom e al suo protagonista). Uno dei primi videogiochi a usare effetti sonori e visivi sott’acqua che fossero convincenti, Duke Nukem 3D poteva vantare un level design impeccabile, una grande varietà di armi e di easter eggs, oltre che di una marea di frasi pronunciate dal duca, uscite dai migliori (?) film d’azione hollywoodiani. “It’s time to kick ass and chew bubble-gum… and I am all out of gum.” , è la frase d’apertura di uno dei livelli del gioco, ancora acquistabile su Steam per 19,99 €, pronunciata dallo storico doppiatore di Duke, Jon St. Jon.
Un titolo formidabile
Vale la pena di spendere qualche parola in più per Duke Nukem 3D, una vera e propria rivelazione per l’epoca. Il protagonista poteva interagire con molti oggetti, urinare liberamente nei bagni pubblici, bere l’acqua da gabinetti, lavandini e idranti, pagare delle spogliarelliste per ballare con tanto di “Shake it, baby!” e ritrovarsi in cinema a luci rosse, bar e altri luoghi che contenevano biliardi funzionanti. L‘innovazione tecnica e lo sfruttamento della tecnologia dell’epoca operato da 3D Realms fu encomiabile. Era persino possibile distruggere delle pareti lanciando delle bombe, usare ascensori non scriptati e terminare una boss battle decapitando il nemico e defecandogli in gola, fischiettando la soundtrack principale.
Un decennio di spin-off
Poco dopo il successo di Duke Nukem 3D, fu annunciato un sequel, Duke Nukem Forever. Considerando che eravamo verso la fine degli anni ’90 e che il gioco è uscito nel 2011, qualcosa deve essere andato storto. Una delle più travagliate, se non la peggiore in assoluto, fra le storie di produzioni videoludiche, Duke Nukem Forever si è visto cancellare e riprendere infinite volte, con i diritti di produzione acquistati e rivenduti fino alla nausea e persino la fine di 3D Realms di mezzo. Nel frattempo, sono uscite una marea di espansioni e modifiche di Duke Nukem 3D, anche perchè il gioco conteneva un ottimo editor di mappe, e spin-off, tra i quali segnaliamo Duke Nukem: Time to Kill, probabilmente il migliore.
Duke Nukem Forever
Alla fine, il 2011 arrivò e Duke Nukem Forever uscì. Abbiamo parlato ieri di che mezzo disastro sia stato questo gioco. Ritardandone l’uscita di diversi anni, le aspettative dei giocatori sono diventate impossibili da sostenere, anche perchè il videogioco mostra tutti i segni di quello che è stato uno sviluppo estremamente complicato, nel bene e nel male. I livelli, per la maggior parte, sono estremamente lineari, le armi sono poche e trasportabili solo due per volta e la grafica è datata. Non parliamo della trama banale perchè, a prescindere, non è di certo mai stata il punto forte di Duke Nukem. L’irriverenza e la sfacciataggine del protagonista, oltre alle numerose interazioni secondarie, derivate dal predecessore, non salvarono il gioco dal flop.
Hail to the King, baby
Sebbene, per noi fan di vecchia data, Duke Nukem resti sempre e comunque il re, temiamo che il personaggio e il franchise siano definitivamente defunti. Infatti, nonostante cerchiamo sempre di lasciarvi con una puntina di ottimismo per quanto riguarda videogiochi e/o personaggi che non si vedono da un po’, non crediamo, realisticamente parlando, che per Duke Nukem ci sia speranza. L’ondata di politicamente corretto che, negli ultimi tempi, ha avvelenato ogni sfera di intrattenimento, puntando a ridurla a soddisfacimento di dubbie agende politiche, renderebbe economicamente impossibile qualsiasi progetto sul personaggio. Un vero peccato, non rivedremo tanto presto il duca.