Un giocatore di Star Citizen – che al momento è possibile provare gratuitamente – ha montato un video in cui criticava l’attuale stato di una feature di gioco specifica – la pressurizzazione degli ambienti, specificatamente della nave – anche alla luce di un video degli sviluppatori in cui, quattro anni prima, descrivevano verso cosa stavano lavorando.
Il video oggettivamente mette alla luce delle falle che specialmente se si tratta di Star Citizen, che ambisce a essere il simulatore spaziale definitivo, e non da un arcade qualsiasi, risulta difficile non trovare abbastanza ridicole. Se poi pensiamo che il video in cui gli sviluppatori illustravano la feature è del 2016, o se addirittura guardiamo quanti anni e soldi ha divorato questo progetto…
Come mi è già capitato di scrivere riguardo a Cyberpunk 2077, capisco che in un processo creativo non tutto vada come programmato e che – anche per tutelare i lavoratori da fasi di crunch pesante – si debba rimandare un’uscita… ma credo anche che, di fronte a quello che sta succedendo con questo gioco, qualsiasi appassionato che non riesca a sviluppare un minimo di critica soffra della SCS, la Star Citizen Syndrome, una patologia che ho personalmente individuato in alcuni soggetti e che andrebbe studiata al pari della Sindrome di Stoccolma.
Veni, vidi… Star Citizen forum
Tornando alla notizia, il fondatore di Cloud Imperium Games, Chris Roberts, è intervenuto direttamente sul forum sottolineando che l’approccio sistemico che è stato preso permette di far emergere possibilità sempre nuove, ma che “il lato negativo di tale approccio è che richiede più tempo per vedere i risultati, contrariamente a quanto accade con azioni scriptate, perché è necessario costruire dei sistemi di base e farli interagire prima che il loro impatto sul gameplay diventi visibile”.
Ovviamente la risposta non è passata inosservata, e proprio l’autore del video si è rivolto a Roberts così: “Quello che tu, Chris, descrivi nel tuo commento avrebbe bisogno di almeno altri 10-20 anni.”Nella lunga risposta che è seguita, Chris Roberts, prima l’ha buttata in tribuna, stigmatizzando quanto su internet il discorso finisca per essere che se una feature è mancante, rimandata o piena di bug, automaticamente lo sviluppatore sia un bugiardo e/o incompetente, e non si pensi che semplicemente sia stato necessario più tempo di quanto programmato.
Eccezione, Vostro Onore!
In quella che a me è parsa un’arringa difensiva abbastanza stantia, Chris Roberts ha parlato del fatto che al continuo espandersi del gioco va in parallelo un altrettanto contino aumento di lavoro, che la timeline non vengono imposte dal management, che si limita a indicare le priorità agli sviluppatori. Poi il discorso è arrivato a toccare Squadron 42, quella che possiamo chiamare la “modalità storia” del gioco, che per i motivi indicati sopra, ha una roadmap a parte. Io non ho partecipato al crowfunding di Star Citizen, ma capisco i motivi per cui in passato molti utenti invece lo abbiano fatto, e in parte anche le argomentazioni di Roberts hanno una loro logica… ma non posso che sentirmi più dalla parte dell’utente che ha caricato il video. Gli anni passano – 8 per la precisione – ma il gioco è ancora in alpha, e come ha documentato quell’utente spesso gli sviluppatori si concentrano su feature secondarie, e che nel caso di quella nel video non sembra funzionare, dopo 4 anni. No, pur con tutta la pazienza, il minimo che si possa dire è che non ci siamo.
Star Citizen resta un progetto ambizioso, ma per orientarsi in un universo di possibili feature, oltre a management e sviluppatori, serve una terza coordinata: la rotta va triangolata tenendo conto anche della community.
E continuare a frustrarla inseguendo sempre nuove feature da implementare, sta alzando sempre di più il rischio – qualcuno dice certezza – che Star Citizen finisca come un relitto alla deriva nello spazio siderale.